Stefano Pilia chitarrista degli Afterhours dal 2015, polistrumentista, produttore e compositore, il maestro del ngoni Mamah Diabate dal Mali, il virtuoso della kora Jabel Kanuteh dal Gambia e il batterista Marco Zanotti hanno dato vita a “Lolo. Concerto per Rokia”.
Si tratta di un progetto musicale nato per puntare i riflettori su Rokia Traoré regina della musica maliana, tre volte headliner a Glastonbury, ambasciatrice di buona volontà dell’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), arrestata in Italia a giugno con mandato internazionale e fino a pochi giorni fa detenuta in Belgio.
L’occasione per ascoltare questi quattro “alchimisti sonori” impegnati in un viaggio musicale tra Europa e Africa sarà domenica 2 marzo nel concerto in anteprima assoluta al Parc Performing Arts Research Centre di Firenze all’interno della rassegna “Mixitè” a cura di Toscana Produzione Musica.
“Ho suonato per diversi anni con Mamah Diabate che per diversi anni è stato il braccio destro di Rokia – ci ha raccontato Stefano Pilia – io negli ultimi dieci anni sono diventato il loro ‘braccio sinistro’ nel senso che li ho affiancati alla chitarra elettrica e abbiamo realizzato due dischi insieme. Con Marco Zanotti e Jabel Kanuteh avevamo invece collaborato in precedenza su un loro lavoro. Nel momento in cui Mamah è rimasto in Italia e ha chiesto asilo politico abbiamo deciso di costruire insieme questo progetto a otto mani. Ci siamo incontrati e abbiamo iniziato a fare delle prove. Jabel aveva qualche idea, Mamah ne aveva altre. Io e Marco abbiamo messo del nostro. Tutto è nato in modo molto spontaneo.”
Il disco è dedicato a Rokia Traoré, come mai questa scelta?
Rokia ci lega tutti, è stata il ‘deus ex machina’ dei nostri incontri. Io, Mamah e Marco ci siamo conosciuti tramite Rokia. In più abbiamo seguito in questi quattro anni le sue vicende molto da vicino. Adesso Rokia è a Parigi, c’è stato un accordo, è libera. Sta aspettando di avere il passaporto, per tornare in Mali e ricongiungersi con i figli.
Credo che la musica sia sempre una possibilità d’incontro, di avvicinamento, di vicinanza, di celebrazione, di ricerca
Si dice spesso che la musica è un linguaggio universale, voi forse ne siete la prova?
Mi sembra una frase d’effetto. Credo che la musica sia sempre una possibilità d’incontro, di avvicinamento, di vicinanza, di celebrazione, di ricerca anche. È sempre un tentativo. Ci sono tanti modi di fare musica, sicuramente la musica ha delle qualità che sono pre-linguistiche. Ci sono elementi che ci concedono di essere uniti ancora prima della comprensione del linguaggio.
Stefano Pilia, il nuovo disco “Lacinia” in uscita martedì 25 febbraio
Quasi in contemporanea con il concerto fiorentino è uscito “Lacinia” il nuovo progetto compositivo di Stefano Pilia, che si avvale della collaborazione di vari musicisti tra cui Laura Agnusdei al sax, Manuel Zurria ai flauti, Elisa Bognetti al corno, Alessandro Trabace al violino, l’Ensemble Concordanze, la Comunale di Bologna String Orchestra e la voce di Alice Norma Lombardi.
“Lacinia (che significa merletto, brandello, orlo) – ci ha detto Stefano – è un lavoro che continua Spiralis Aurea che uscito nel 2022, è un progetto di composizione. Io suono molto poco, ci sono tanti musicisti che mi hanno aiutato a realizzare le partiture. È molto diverso la Lolo perché non è un lavoro di gruppo, è nato tutto da un’idea di formalizzazione di un’architettura sonora. Sono composizioni attorno al numero, alle serie numeriche, è una musica meditativa e contemplativa.”
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