Crescono del 25,1% le esportazioni per l’olio Toscano Igp, ma sono in preoccupante crescita anche le inserzioni fraudolente sul web: 137 i casi di riferimenti illeciti in due anni sulle piattaforme di e-commerce. Si chiama italian sounding: dietro suoni e immagini si nascono prodotti che nulla hanno a che fare con il made in Italy.
Con 41 milioni di euro di prodotto esportato all’estero (più 8 milioni di euro secondo l’ultimo rapporto Qualivita-Ismea 2022), l’olio Toscano IGP è il primo olio di qualità italiano. La conferma arriva dal presidente del Consorzio Toscano IGP, Fabrizio Filippi, in occasione dell’appuntamento promosso con Coldiretti Toscana, Consorzio Toscano IGP e Unaprol nell’ambito di Taste, il salone del gusto organizzato da Pitti Immagine. Con 8 mila operatori, tra produttori e trasformatori, su 23.160 totali a livello nazionale e 7 milioni di piante iscritte, il Consorzio di Tutela del Toscano IGP è la più importante realtà olivicola consortile.
Tutela e certificazione anche negli Usa
Il successo però ha una doppia faccia: “Siamo arrivati ad esportare il 60% di prodotto certificato IGP, più del 40% negli Stati Uniti – spiega Filippi – Per il consumatore straniero è più difficile difendersi dalle contraffazioni perché in alcuni paesi non ci sono accordi bilaterali, regolamenti o controlli”. Così, per aumentare la protezione dai tentativi di contraffazione negli Stati Uniti “dopo un lungo percorso legale siamo riusciti a registrare anche il processo di certificazione. La tutela non si limita più e soltanto a quella del marchio di impresa, che già avevamo ottenuto, ma anche come il nostro olio viene prodotto nel rispetto del disciplinare. Questo ci consentirà di avere maggiore capacità di difesa nei confronti di chiunque utilizzerà falsamente ed impropriamente il brand Toscano IGP sia dal punto di vista figurativo che evocativo. L’italian sounding è un grande danno per le imprese ma che paradossalmente certifica la grande voglia di Toscana nel mondo”.
