Una nuova immagine e una nuova linea di prodotti. Passo dopo passo, continua l’iter di rinascita de “Il Forteto”, l’azienda mugellana purtroppo nota per il suo passato burrascoso, al centro di un enorme scandalo. Oggi la cooperativa agricola di Vicchio non ha niente a che vedere con la vecchia gestione ed è pronta a investire tutte le sue energie per proporre sul mercato formaggi e altri beni di qualità, con logo, sito e packaging completamente aggiornati.
La nuova gestione
“Le orribili vicende che hanno riguardato Il Forteto sono alle spalle e questo è garantito dal fatto che l’azienda è stata commissariata per un anno e mezzo – ci spiega Maurizio Izzo, presidente del nuovo consiglio d’amministrazione –; il commissario governativo ha esaurito il mandato e quindi ogni legame con la vecchia gestione è stato reciso”.
Dal 30 giugno, infatti, si è insediato un nuovo cda i cui amministratori rivendicano la discontinuità con l’esperienza della comunità. Negli ultimi tre anni, inoltre, la cooperativa aveva già avviato un processo di trasformazione: “Oltre un terzo dei lavoratori sono nuovi (per essere precisi 33 su 72) – continua Izzo –; l’età media dei soci si è molto abbassata. È un’azienda giovane anche dal punto di vista anagrafico e questo ci ha dato forza; era l’ora di operare un rinnovamento sul piano formale e dell’immagine dell’azienda”.
La scelta di mantenere il nome
Certo il nome de Il Forteto rimane un po’ ingombrante, ma c’è un motivo se l’azienda ha scelto di non cambiarlo. “Abbiamo deciso di mantenerlo perché il brand è forte e apprezzato soprattutto all’estero dove la coop esporta il 46% della produzione. I nostri prodotti arrivano in 32 paesi del mondo anche se il mercato principale è quello statunitense. Sono graditi soprattutto pecorini stagionati e al tartufo, insomma prodotti di nicchia e di alta qualità, venduti in ristoranti e gastronomie di livello”.
“Lì poco si sarebbe compreso del cambiamento di nome; per un’azienda per di più cambiare il nome ha anche dei costi notevoli. Inoltre, due indagini di mercato – pur riconoscendo che le vicende del passato hanno danneggiato l’azienda dal punto di vista commerciale – hanno sconsigliato di cambiare nome”.
Rinnovamento dell’immagine e dell’offerta
Si conferma il brand “storico”, quindi, ma a cambiare è l’intera immagine coordinata, con un nuovo logo e la riapertura dei canali social: strumenti che hanno consentito di riprendere un rapporto quotidiano e diretto con i consumatori. È già online anche il sito profondamente ripensato – sul quale si possono scoprire le varie “anime” del Forteto: il caseificio, l’allevamento di Chianina, la bottega, il ristoro e la serra – e la cooperativa sbarcherà presto nell’e-commerce.
In aggiunta Il Forteto nelle prossime settimane lancerà un packaging rinnovato sia per i prodotti tradizionali che per un’inedita linea: “Puntiamo su prodotti freschi e freschissimi di latte vaccino e ovino – specifica il presidente – come la ricotta tartufata, mozzarelle, stracciatelle, burrate”.
Una filiera toscana
Non solo restyling grafico. Il Forteto cambia volto anche dal punto di vista dell’offerta. “Uno degli obiettivi della cooperativa è quello di costruire una filiera del latte toscano soprattutto vaccino e proporre prodotti toscanizzati, legati al territorio”.
“Per il latte ovino è già così – prosegue Maurizio Izzo –. Noi facciamo parte del Consorzio del Pecorino Toscano DOP e il disciplinare ci obbliga a lavorare quasi esclusivamente con latte di provenienza toscana. Per il latte vaccino non saremmo obbligati ma lo vogliamo fare fortemente come scelta politica”.
Covid-19, l’impatto sull’export e sul fatturato
Nell’anno della pandemia, caratterizzato da una spiccata contrazione delle vendite sul mercato estero, la cooperativa si appresta a chiudere un bilancio in linea con il precedente con un fatturato complessivo che sfiora i dieci milioni di euro. “Il 2020 sarebbe stato l’anno della ripresa, se non fosse stato per il Covid-19. Abbiamo registrato un aumento del 9% di vendite sul mercato nazionale e una flessione del 18% sui mercati esteri dove il lockdown è stato molto più pesante. Da maggio a giugno abbiamo avuto un calo delle vendite che ha superato il 40%. Nei mesi di ottobre e novembre c’è stata una leggera ripresa ma non ha compensato il danno”.
L’impegno della cooperativa per il futuro
“L’emergenza sanitaria ha messo sottosopra i nostri piani ma non possiamo aspettare che finiscano gli effetti del Coronavirus. C’è bisogno di un rinnovamento radicale che tranquillizzi ulteriormente i clienti – conclude il vertice del cda -. Cercheremo di fare qualcosa in più anche attraverso una campagna di comunicazione che racconti giorno dopo giorno il lavoro dei soci e il nostro impegno per lo sviluppo del Mugello”.