Arturo Bartolini è un giovane artista portatore di sindrome autistica che attualmente frequenta il corso triennale di Illustrazione pittorica presso l’Accademia TheSign di Firenze.
Dal 19 al 29 aprile le sue coloratissime opere ispirate allo studio dell’Inferno di Dante Alighieri saranno ospitate presso lo Spazio Espositivo Carlo Azeglio Ciampi presso il Palazzo Panciatichi a Firenze.
Una mostra che sarà anche l’occasione per riflettere su quanto lavoro ancora occorra fare per realizzare una società più consapevole, più equa e rispettosa del valore e della ricchezza delle diversità di cui si compone.
Nonostante alcune difficoltà comunicative di Arturo, la sua precoce padronanza del tratto grafico ed il talento per il disegno sono stati il canale attraverso il quale ha concluso il ciclo di studi superiori brillantemente.
I risultati di Arturo sono stati possibili grazie ad un instancabile e sinergico lavoro tra la famiglia e tutti gli insegnanti e le figure professionali che si sono succeduti al suo fianco.
Arturo è l’esempio vivente non solo di quanto la scuola possa operare in positivo nella vita di una persona neurodiversa, ma anche di come vadano rivisti taluni concetti inerenti l’autismo e l’apparente insensibilità al mondo esterno, l’incapacità progettuale o l’assenza di fantasia.
I lavori di Arturo Bartolini sono caratterizzati da un tratto fumettistico e cromatismi accesi. L’autore predilige l’uso di acquerelli, pastelli, pennarelli e presenta una serie di tavole in cui per lo più ha rielaborato materiale di studio scolastico, unitamente ad altri lavori ispirati al suo quotidiano ed ai suoi interessi.
Le sue opere documentano la eccezionale capacità di sintesi comunicativa di un artista portatore di sindrome autistica che è riuscito a “leggere e tradurre” gli stati d’animo e le vicende dei singoli personaggi rappresentati, con sorprendente realismo e con una rielaborazione originale e personale.
Tutto questo testimonia quanto il concetto di “torre vuota”, col quale si definivano i soggetti autistici e che ancora permane latente in larga parte della società, ancora impreparata rispetto ad una sindrome tanto complessa e sfaccettata quanto diffusa nella popolazione mondiale, sia un concetto assolutamente poco aderente alla realtà.
La realtà è che le persone portatrici di sindrome autistica vedono, assorbono, reagiscono emotivamente, rielaborano, con una modalità comunicativa diversa da quella dei normotipici.