Mentre i giorni di quarantena in casa si allungano, qualcuno potrebbe aver riscoperto il piacere della lettura, qualcun altro invece si può essere ritrovato incapace di mettere insieme la concentrazione necessaria per immergersi in un libro.
Eppure mai come adesso leggere può essere non solo una via di fuga dalle preoccupazioni legate al Coronavirus ma anche la chiave per comprendere meglio il mondo in cui viviamo e anche noi stessi.
Per questo è importante scegliere bene le opere a cui dedicarsi in questo periodo, che siano romanzi, saggi o fumetti. Noi abbiamo chiesto agli scrittori toscani di consigliarci 3 libri per la quarantena: per ammazzare il troppo tempo libero, accendere un po’ di speranza e capire la complessità del mondo.
Dopo i consigli di Vanni Santoni, oggi è la volta di Simona Baldanzi. La scrittrice mugellana, da sempre attenta alle tematiche sociali, ha esordito nel 2006 con il romanzo Figlia di una vestaglia blu (Fazi), incentrato sulle condizioni degli operai tessili della sua terra, che ha raccontato in libri come Il Mugello è una trapunta di terra (Laterza) e Maldifiume. Acqua, passi e gente d’Arno (Edicicio).
“Per passare il tempo, per chi ama la carta, per fare con le mani, per riempirsi gli occhi di forme e colori, per inventare e costruire, per giocare e coccolarsi magari in compagnia dei bambini consiglio Flow. Book for paper lovers – spiega Baldanzi – ogni anno c’è un’edizione quindi potete sbizzarrirvi. Più che un libro è un contenitore con più di 300 pagine di carta da usare di vari autori: carta illustrata, carta adesiva, carta lucida o opaca, giochi di carta, poster, cartoline, etichette. Viene da Flow Magazine, una rivista di disegn e di creatività dei Paesi Bassi.”
“Per capire il mondo direi Il mostro e altre storie di Agota Kristof (Edizioni Casagrande) – continua Baldanzi – quattro commedie nere per affrontare mostri, paure, pericoli, pandemie. Quattro opere teatrali per entrare in scena oggi che i teatri sono chiusi e farsi prendere a schiaffi dalla schiettezza della lingua e della scrittura di Kristof. Tradotto e introdotto da Marco Lodoli che ci dice così: ciò che rimane è l’essenziale, cioè qualcosa che somiglia molto alla catastrofe. Kristof ci obbliga a ricordare che abitiamo nella catastrofe e quasi sempre ci prodighiamo per ripeterla, accrescerla, diffonderla”.
“Per la speranza, per costruirla, per prepararsi e per organizzarsi a rimuovere passi, suggerisco Io cammino da solo di Henry David Thoreau (Piano B) – conclude Baldanzi – sì ci vuole un autore così ibrido: un poeta, naturalista, eremita, filoso e attivista. Un diario dall’Ottocento che ci parla di futuro, di approccio all’esplorazione fuori e dentro di sè, di come forgiare il talento nella solitudine e il carattere nelle correnti del mondo, di come entrare e uscire dalla consapevolezza come camminare e vivere in un bosco. Un diario come laboratorio quotidiano per continuare a stupirsi e seguire la luce indignandosi e reagendo, per imparare la riservatezza dai fiori e l’umanità dal silenzio, per saper attendere che un argomento inneschi un incendio nella nostra mente, per aiutarci a sentire i pensieri come rigagnoli d’acqua a fertilizzare il cervello.”