In occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze fa un piccolo omaggio al genio toscano esponendo il verbale della commissione che nel 1504 fu riunita per scegliere il luogo più adatto alla collocazione del David di Michelangelo.
Il David uno dei simboli del Rinascimento e della Repubblica fiorentina attualmente conservato nella Galleria dell’Accademia fu realizzato da Michelangelo Buonarroti tra il 1501 e il 1504. Si trattava di un’impresa che non aveva precedenti nell’arte rinascimentale. L’artista vi lavorò tre anni, creando un’opera leggendaria che conteneva nella sua vicenda tutte le premesse per il mito: l’enorme difficoltà tecnica e l’innegabile bellezza. Il risultato superò di gran lunga le aspettative dell’Arte della lana che aveva commissionato l’opera e esigeva una degna collocazione. Fu dunque riunita un’assemblea in cui figuravano oltre a Leonardo artisti del calibro di: Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Pietro Perugino, Antonio e Giuliano da Sangallo, Simone del Pollaiolo, Andrea della Robbia che si interrogò su dove posizionare la statua.
“In quella riunione del 1504 c’erano i più grandi artisti italiani, chiamati dal governo cittadino per pronunciarsi nella consapevolezza che la politica ha una competenza e deve cedere il passo quando invece si parla della piazza principale di Firenze o del Duomo e si sente il parere di chi di quelle cose era padrone.” Ha dichiarato Antonio Natali curatore della mostra “La maggior parte dei turisti che vengono in visita al Museo dell’Opera del Duomo forse non conoscono questo capitolo fondamentale della storia di Firenze. Si trattava di collocare il David cioè l’opera di un artista appena trentenne e quindi ci voleva un certo coraggio a portarla in una piazza che allora era sgombra di sculture.”
Le ipotesi plausibili erano diverse: Botticelli preferiva una collocazione nei pressi del Duomo; l’araldo del Comune, sostenuto da Filippino Lippi, prevedeva una collocazione a lato della porta principale di Palazzo Vecchio, affacciata sulla piazza; altri suggerirono anche al centro del suo cortile; un’altra strada indicava una collocazione sotto la Loggia della Signoria.
“Leonardo disse ‘che stia nella loggia’ da cui il titolo della mostra, perché la statua secondo lui avrebbe patito le intemperie. – ha aggiunto Natali – Poi ci si può anche costruire qualche ricamo sopra, perché i due artisti in quel momento erano in attrito, stavano lavorando tutti e due in Palazzo Vecchio per le battaglie. Leonardo aveva poco più di 50 anni, Michelangelo appena 30. Chissà a Leonardo forse non sarebbe proprio dispiaciuto se il David fosse andato nella Loggia e invece fu messo nell’Arengario come voleva la Repubblica”.
Il verbale del dibattito conservato nell’Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore è esposto nella sala dedicata alla Pietà di Michelangelo anche perché l’artista lavorò al David proprio nelle sale dove si trova il museo.