Quasi quattro italiani su cinque quando sono in vacanza scelgono di consumare i prodotti tipici del posto per conoscere le realtà enogastronomiche del luogo che stanno visitando. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Ixè per l’estate 2021, che evidenzia come il cibo è la principale motivazione per la scelta del luogo di vacanza per il 22% degli italiani, mentre per il 56% è tra i criteri su cui basare la propria preferenza. Per capire se questi dati valgono anche per la nostra regione e per i tantissimi turisti che ogni anno vengono in vacanza in Toscana, abbiamo intervistato Luca Serafini, presidente di Terranostra Toscana, l’associazione degli agriturismi che fanno parte della rete di Campagna Amica.
Prima di entrare nel merito della ricerca, possiamo fare un primo bilancio su come è andata la stagione turistica 2021?
La stagione turistica, anche quest’anno, è partita in ritardo perché tutte le strutture hanno perso la parte del periodo di pasqua per la chiusura forzata. Nonostante questo e che ancora non abbiamo i numeri, dobbiamo dividere la toscana in aree: la parte costiera, che dalle prime impressioni raccolte, ha vissuto una buona stagione con numeri in salita. Presenze che sono più sfumate andando verso l’interno. Mi riferisco soprattutto alla zona di Arezzo, Siena e la parte della montagna e dell’Amiata che ancora soffrono, per quanto riguarda le presenze, gli effetti della pandemia.
Secondo la ricerca Coldiretti/Ixè tra i criteri con cui i turisti scelgono le mete delle vacanze c’è il cibo e i prodotti tipici del territorio. È così anche per la Toscana?
Prima c’era una ricerca del prodotto tipico e della denominazione di origine, con la pandemia le persone vanno alla ricerca della parte più essenziale, anche del cibo e il fatto che un prodotto abbia un marchio DOP, IGP o STG che ne garantisce la qualità ma anche la sicurezza alimentare diventa ancora più fondamentale in questa ricerca da parte dell’utente. Ricerca che noi registriamo quotidianamente nei nostri agriturismi. Tra l’altro, in Toscana, siamo obbligati dalla legge 30 ad offrire ai nostri ospiti cibi che provengono dalla filiera toscana, i prodotti con la denominazione sono una garanzia sotto questo punto di vista. I turisti che vengono in agriturismo assaggiano questi prodotti e poi vanno alla loro ricerca per comprarli. Sono infatti aumentate le visite nei frantoi, nelle aziende di allevamenti delle carni e nei biscottifici. In questo modo le persone possono portarsi a casa un pezzettino del nostro territorio attraverso questi prodotti.
Quali sono i prodotti a denominazione che i turisti prediligono? Possiamo fare una classifica dei preferiti?
Al primo posto in assoluto c’è il vino. Gli utenti sono già a conoscenza delle produzioni e la scelta ricade sui vini più importanti a denominazione DOP e DOCG. Al secondo posto viene sicuramente l’olio toscano, olio extra vergine di oliva IGP. Ce ne sono centinaia di varietà e tutte ottime. Questo è un prodotto molto ricercato, anche perché negli agriturismi viene sempre utilizzato per comporre le ricette e viene assaggiato. Possiamo dire che nel 90% dei casi, i nostri ospiti tornano a casa con bottiglie di vino e olio. Subito dopo questi due prodotti troviamo il pecorino toscano DOP, che viene spesso offerto sia nelle cene che nelle colazioni degli agriturismi. Ci sono poi i salumi, dalla finocchiona IGP alla mortadella di Prato fino al prosciutto toscano che si distingue perché salato e i salami come il cacciatorino DOP. Infine si va alla ricerca delle farine che negli agriturismi vengono utilizzate per la preparazione di dolci e biscotti. Mi riferisco soprattutto a quella di castagne come quella del Monte Amiata, la farina di Leccio prodotta in provincia di Lucca, il marrone del Mugello o il marrone DOP della Valtiberina.
Che impatto ha avuto la pandemia nella scelta delle strutture ricettive da parte dell’utente? C’è una attenzione maggiore verso gli agriturismi?
Sì, l’impatto c’è stato. Negli ultimi due anni l’agriturismo è sempre più visto come luogo “casalingo” e familiare. Non ha i numeri dell’albergo, gli ospiti nelle nostre strutture sono ridotti e ogni azienda ha spazi aperti dove poter gestire la ristorazione. In più le nostre strutture hanno camere o appartamenti con entrata e bagno indipendenti. La sensazione e la realtà è che offriamo una sicurezza superiore e naturalmente, come tutte le strutture ricettive, seguiamo i protocolli di sicurezza che sono fondamentali.
Da una stima di Coldiretti emerge che al controesodo di agosto rispondono circa 800mila presenze negli agriturismi in questo mese. Che settembre possiamo aspettarci in Toscana?
Fino al 25 di settembre le strutture sono quasi tutte al completo, tranne qualche agriturismo che si trova nelle zone più svantaggiate come quelle di montagna. Certamente nelle zone di costa e nell’entroterra le prenotazioni ci sono. Stiamo però anche notando che, a causa del covid, le prenotazioni avvengono sempre più a ridosso, due o tre giorni prima. Sicuramente perché le persone stanno più attente e vogliono avere la certezza che vada tutto bene. Secondo noi non mancheranno le prenotazioni a settembre, anche se saranno a bruciapelo, penso che sarà un ottimo mese.