A sette mesi dall’entrata in servizio del nuovo gestore unico del trasporto pubblico per la Toscana, si è svolta l’iniziativa “Muoversi in Toscana: la sfida del trasporto pubblico locale”, organizzata da Cgil Toscana, per discutere e confrontarsi sull’attuale livello del servizio, come migliorarlo, di come non penalizzare i territori e gli utenti più deboli, di come perfezionare le condizioni di lavoro e rispondere alla carenza di autisti. Il sindacato, insieme all’assessore ai trasporti di Regione Toscana, Stefano Baccelli, al presidente di Autoline Toscane, Gianni Bechelli e molti altri, si sono confrontati sulle criticità, le difficoltà riscontrate ma anche le proposte per superare questo momento di ripartenza.
Più autisti
Da Firenze, il sindacato lancia un appello a Roma perché una delle criticità che stiamo riscontrando in Toscana, ma che colpisce tutto il paese è la carenza di autisti. È una professione ora poco appetibile, sia per gli alti costi per ottenere la patente speciale necessaria che per il salario, basso per le responsabilità che si hanno quotidianamente. Il lavoro nel settore del trasporto pubblico “vogliamo che sia un lavoro di qualità, e un lavoro soprattutto pagato, perché i salari sono troppo bassi“. Lo ha affermato Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana, che ha aperto oggi a Firenze un convegno del sindacato sulle sfide del Tpl regionale. “Come denunciamo da mesi, nessuno vuol più fare questo mestiere – ha detto Monica Santucci, segretaria generale Filt-Cgil Toscana – poco retribuito, faticoso, pieno di responsabilità. Gli stipendi dovrebbero partire da 2.000 euro al mese, e invece si parte da 1.000 euro per lavorare sei giorni su sette ed avere la responsabilità di tantissimi passeggeri. Vogliamo lanciare un allarme: vanno cercate le risorse per adeguare gli stipendi, e sta alla politica fare una sintesi tra garantire una giusta retribuzione ai lavoratori e la distribuzione del servizio sui territori“.
Nel suo intervento Santucci ha sottolineato i numeri dell’emergenza autisti che riguarda la nostra regione “Ora i lavoratori di Autolinee Toscane sono circa 4.800 (di cui 3.800 autisti), prima della gara in tutte le aziende toscane erano circa 5.300 (4.900 al passaggio), ne servirebbero almeno 5mila per garantire il servizio di adesso in modo regolare senza salti di riposi o ferie”.
Lotti deboli
Subito dopo ha preso la parola l’assessore regionale ai trasporti, Stefano Baccelli ha ricordato come il passaggio al nuovo gestore sia avvenuto durante la pandemia: “Passata questa emergenza, e speriamo che sia davvero definitivamente superata, tutti ci aspettiamo, ed è l’obiettivo della Toscana, un servizio di Tpl migliore“. Per Baccelli è necessario mettere in campo un trasporto pubblico che risponda alle caratteristiche distintive della Toscana diffusa “non solo una omogeneità di servizio nella regione, ma un’omogeneità che tenga conto delle peculiarità dei territori, quindi un’altra partita fondamentale sarà quella dei cosiddetti lotti deboli, quindi delle aree meno urbanizzate, delle aree interne e di montagna. Ciò pretende una coprogettazione tra azienda e Comuni con il supporto della Regione Toscana, che possa ad esempio evitare in una zona di montagna i bus da 54 posti vuoti la domenica, ma che organizzi un servizio di minibus a chiamata o addirittura di taxi, che sia più efficiente e anche meno costoso“.
Svecchiare il parco bus
Nel suo intervento, Gianni Bechelli presidente di Autolinee Toscane, ha sottolineato quali sono le prossime priorità e gli investimenti sul piatto per la Toscana. “Per il futuro 450 milioni di euro saranno investiti esclusivamente per rinnovare il parco bus, che è particolarmente vecchio, e certamente questo è uno dei motivi dei disservizi. È uno degli elementi che garantiranno un miglior servizio – ha aggiunto – non solo perché sono nuovi, più belli e meno inquinanti, ma è più difficile che si possano guastare come invece succede ai mezzi vecchi“.
Le sfide per il trasporto pubblico locale non finiscono qui, secondo Bechelli “bisognerebbe sempre di più incrementare la quantità di persone che passano dal mezzo privato a mezzo pubblico, è questa la vera grande sfida“, ma “anche se passerà la pandemia rimarrà ancora diffuso il problema dei luoghi molto affollati. È un problema che probabilmente nel tempo si supererà. L’altra grande questione è rappresentata dallo smart working, che non avrà più la diffusione che ha avuto durante la pandemia ma rimarrà strutturalmente per molte persone“.
Diritto allo studio anche per i trasporti
Un appello alla Regione e ad Autolinee Toscane arriva poi dagli studenti, rappresentati in questa iniziativa da Camilla Guerrero, Udi, che ha evidenziato come: “Nelle città universitarie toscane ci sono diseguaglianze sul fronte del servizio e delle tariffe per gli studenti. Siamo nel mezzo di una crisi ambientale e climatica, è un problema non rendere il Tpl accessibile, per una questione di sostenibilità ambientale e economica. Va reso il più omogeneo possibile il sistema regionale di Tpl per gli studenti, rispettando le specificità locali ma garantendo la stessa efficienza, la stessa accessibilità e le stesse opportunità. L’auspicio è che le istituzioni ascoltino e tutelino il diritto allo studio anche sul fronte del trasporto pubblico”.