La “macchina del turismo” in Toscana sta scaldando i motori e in prima fila, per una ripartenza in sicurezza e nel rispetto di tutte le norme di sanità pubblica, ci sono i Comuni. Queste realtà territoriali, con i loro sindaci e assessori, non vogliono farsi trovare impreparati e per questo studiano, pianificano e rendono i loro luoghi, insieme alle aziende turistiche, pronti ad accogliere nuovamente turisti e ospiti.
Quello del post-pandemia sarà un modo nuovo di scoprire e vivere il territorio. Per questo oltre alle strutture regionali, assesorato al turismo, Toscana Promozione Turistica e Fondazione Sistema Toscana anche Anci Toscana vuole giocare un ruolo importante, quello di collettore, facilitatore e formatore.
E’ da pochi giorni partita una serie di incontri dal titolo “InFormazione – conoscere, comunicare, lavorare in rete” che dureranno fino a novembre. Per capire di più quello che “bolle in pentola” abbiamo intervistato Michele Angiolini che oltre a essere sindaco di Montepulciano è il delegato di Anci Toscana al turismo e marketing territoriale.
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Sindaco Angiolini che turismo sarà quello del post pandemia?
Il turismo del “futuro prossimo” premierà la “vicinanza”, ovvero un turismo in cui l’ospite sceglierà più destinazioni vicine tra loro e raggiungibili preferibilmente con l’auto. Inoltre, dai dati sulle tendenze a nostra disposizione, è crescente l’attenzione ai temi dell’ambiente e della sostenibilità così come le mete meno note e i luoghi non troppo affollati. Saranno favorite le attività all’aria aperta, il turismo rurale, le esperienze a contatto con la natura come escursioni, cammini e tour in bicicletta, le esperienze enogastronomiche fra vigneti e oliveti e tutto quanto riguarda il turismo slow e turismo outdoor. Anche quest’anno saranno sempre più numerose le prenotazioni last minute. Un’opportunità da cogliere è data dalla nuova modalità di lavorare in vacanza (workation). Infine aumenterà l’attenzione al budget da destinare alla vacanza e al fattore “qualità/prezzo”. Ciò non significa “spendere poco” ma avere garantita la qualità per ciò che si paga.
Che ruolo giocheranno i comuni toscani nel rilancio di questo settore?
I comuni avranno un ruolo strategico. E dovranno farsi trovare pronti nella duplice veste di “destinazioni turistiche” e luoghi che ospitano una comunità locale e un tessuto economico vivo. La sostenibilità economica delle aziende turistiche anche nell’ottica della ripresa deve essere al centro delle discussioni. Fiducia e coraggio dovranno essere le nostre parole d’ordine per garantire la sicurezza e la cura dei luoghi perché il turismo del post-pandemia metterà al primo posto salute e sicurezza. Dovremmo sempre di più lavorare per armonizzare le politiche turistiche locali con quelle regionali per sfruttare la potenzialità del brand Toscana.
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I comuni toscani, anche grazie a ANCI, si stanno organizzando per ripartire. Formazione, comunicazione e “fare sistema” sono le parole d’ordine. Sono sufficienti o serve qualcosa di più?
Quello che ha fatto e fa costantemente Anci è ascoltare i comuni, raccogliere le loro esigenze per poi ricondurle all’interno di un quadro più generale. C’è un costante bisogno di “conoscenza” e di “scambio di esperienze”.
Per questo abbiamo avviato una modalità innovativa di formazione, diviso gli Ambiti (la nuova ripartizione territoriale del turismo in Toscana) in piccoli gruppi e quindi messo in rete le persone e le esperienze. Molto utile e innovativo, inoltre, sarà il percorso dedicato alla formazione degli addetti agli Uffici di Informazione e accoglienza turistica.
E’ così che concretamente si fa sistema, questo è il momento in cui stilare la lista delle priorità e iniziare a dargli gambe forti e solide per il futuro e una ripartenza che ci aspetta dietro l’angolo.
Quali sono gli strumenti base di cui ogni comune non può fare a meno in ambito turistico?
Ogni comune deve avere una visione di lungo periodo e di prospettiva, azioni di breve e un costante rapporto con le imprese del territorio.
Le amministrazioni quindi devono dotarsi di strumenti di comunicazione interna verso i propri stakeholder e strumenti di comunicazione esterna in linea con le politiche di destinazione regionale. Inoltre sono fondamentale i punti di contatto diretto con il turista: IAT (Informazione e Accoglienza Turistica) o dove non c’è un ufficio informazione occorre garantire un sistema di accoglienza diffuso nel territorio (segnaletica diffusa, cartellonistica informativa o totem informativi). Infine sono essenziali gli strumenti di commercializzazione e distribuzione dei prodotti e gli strumenti di analisi dei dati.
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L’estate scorsa il “turismo di prossimità” è stato quello che è andato per la maggiore. Dal vostro osservatorio ritenete che anche quest’anno sarà così? E i Comuni toscani sono pronti?
Siamo consapevoli di questo e siamo pronti. Già a fine anno abbiamo chiesto all’assessore regionale al turismo di porre particolare attenzione oltre che al turismo nazionale anche a quello dei toscani per la Toscana. Siamo certi che l’assessore e Toscana Promozione Turistica coglieranno questa necessità e attueranno campagne promozionali anche in questo senso e noi siamo pronti ad accogliere tutti sfruttando la vicinanza degli spostamenti. Abbiamo la fortuna di avere tutto in Toscana! E per questo rivolgo l’invito a tutti i toscani a scoprirla in lungo e largo, godendosi il meglio che dall’altra parte del mondo vengono a visitare.
Con il piano vaccinale a regime e dopo l’immunizzazione di gran parte della popolazione mondiale torneranno anche i turisti stranieri. I Comuni rispetto al passato che ruolo possono giocare nell’accoglienza di un turismo internazionale?
In Toscana siamo abituati a lavorare con il turista internazionale, sicuramente dovremo abituarci alle nuove necessità che andranno sicuramente nella direzione di maggiore flessibilità, maggiore spirito di accoglienza e senso di ospitalità (più di come accadeva in passato) e un maggior equilibrio nel rapporto qualità/prezzo. Ma quando parliamo di accoglienza (che sia italiana o straniera) il Comune non può pensare di lavorare da solo, la strada vincente è quella che il pubblico lavori insieme al privato, tutti nella stessa direzione verso un unico obiettivo: lo sviluppo economico e sociale dei nostri territori. Per questo la nuova governance del turismo in Toscana, che ha delineato gli ambiti turistici ottimali, permette di coordinarsi fra Comuni e operatori e dà la possibilità di avere maggiore forza nella commercializzazione dei prodotti turistici.