La Flog per ora è chiusa e rischia di non riaprire mai più, sono queste le parole che corrono in questi giorni sulla bocca e nelle chat degli amanti della musica, quel popolo che per anni è uscito di casa il venerdì o il sabato sera per salire il Poggetto di Firenze e recarsi in quello che è di fatto il “tempio del rock” toscano.
L’Auditorium Flog è stato infatti il punto di riferimento per tutti gli amanti della musica, un locale storico che tra l’altro ha ospitato tutte le finali del Rock Contest costruendo la storia della musica italiana.
È stato un luogo di grandissimo successo di critica e di pubblico (si parla di circa 70-100 mila presenze a stagione, per una sala per 1000 persone dove vengono programmati circa 150 concerti, da ottobre a maggio ogni anno), nonchè sede del festival Musica dei Popoli nato nel 1979 quando il termine “world music” ancora non esisteva.
Attualmente la Flog è chiusa da febbraio 2020, e non si parla ancora di riapertura. Se dovesse chiudere per sempre sarebbe una perdita incalcolabile per la vita culturale della città.
Colpa del Covid-19? No, questa volta la pandemia non c’entra nulla, da questo momento in poi con le nuove normative che riportano la capienza al 100% con green pass, sarebbe possibile svolgere l’attività normalmente. E allora perchè la Flog non riapre?
Lo abbiamo chiesto in una sorta di “intervista doppia” a Enrico Romero Direttore artistico dell’Auditorium Flog da 30 anni e all’Amministratore delegato della Flog Fabio Ninci.
Buongiorno Romero, quando riaprirà la Flog?
Nella migliore delle ipotesi si parla di maggio 2022, ma è un rinvio che non ha motivo perchè i concerti si possono fare e le sale in Italia (quelle che sono sopravvissute al Covid) hanno già riaperto o ripartono da dicembre in poi.
Ma il motivo della chiusura qual è?
Il motivo che ci è stato dato è la necessità di una chiarificazione all’interno del consiglio di amministrazione della Flog e la mancanza di personale. Tanto fumo e poco arrosto, tutto dà l’idea della volontà di stare zitti il più possibile, lasciare passare il tempo e poi cambiare forse destinazione d’uso alla Flog. In più c’è anche un altro problema, oltre ad essere l’Auditorium una delle sale più importanti a livello Italiano, (con 30 anni di attività continuativa abbiamo ben pochi paragoni in Europa), la Flog è anche il contenitore di Musica dei Popoli. Si tratta di un festival che ha 42 anni di storia e 44 edizioni svolte. Nonostante fossi riuscito a trovare i fondi ministeriali per una nuova edizione, quindi i soldi c’erano ma non l’hanno voluto fare.
Non c’è mai stato un vero confronto con l’amministrazione, è tutto sotto traccia, sono tutte decisioni prese senza dibattito, senza costrutto, senza nemmeno interloquire in maniera seria sulle eventuali problematiche. L’Auditorium è stato chiuso fino ad ora con la scusa del Covid, e ci può anche stare. Ma attualmente con le ultime indicazioni del Governo e la capienza al 100% col green pass, non ci sono ostacoli quindi è maggiormente inspiegabile questa situazione.
Queste le risposte dell’AD Fabio Ninci alle nostre domande
Salve Ninci, quali sono i motivi della non riapertura della Flog?
La società fiorentina forse non conosce la realtà della Flog. Noi siamo un dopo lavoro che si è costituito nel 1945 come cooperativa. Siamo ancora dopo più di 75 anni una realtà che vive grazie al volontariato di persone che dopo aver fatto otto ore di lavoro in fabbrica entrando alle 7 la mattina, la sera proiettano il cinema d’estate e stanno fino all’una in sede per offrire un servizio alla cittadinanza volontariamente, senza neanche un rimborso spese. Forse questo aspetto non è conosciuto, perchè nessuno ha sentito mai il bisogno di mettere in piazza il suo impegno.
Fino ad ora però questo non ha impedito di tenere aperta la Flog, quindi mi immagino che ora ci siano problemi che fino a due anni fa non c’erano
Il mondo del volontariato qualche problema ce l’ha, per esempio le Case del popolo, i circoli hanno molte difficoltà. Le persone invecchiano, ricambio ce n’è poco, e se c’è ha altre idee, il nostro problema è questo. La pandemia ha creato una rottura e prima di ripartire c’è bisogno di interrogarsi con quali forze farlo, fare un’auto-analisi. Stiamo aspettando di ripartire, ma rimettere in piedi l’Auditorium non è una cosa banale, non si riapre un’attività di questo tipo per un mese di concerti. Noi abbiamo anche la piscina che è un’altra attività stagionale, non avrebbe senso riaprirla per un mese o si fa tutta la stagione oppure non la riapriamo. I costi di avviamento sono molti. Lo stesso è per l’Auditorium. A settembre ancora le cose non erano chiare, ci siamo interrogati su cosa fare in una riunione del Consiglio di amministrazione ma non c’erano le condizioni.
Prima o poi qualcuno però una decisione la dovrà prendere. Se la Flog aprisse a dicembre o a gennaio potrebbe fare 4-5 mesi di concerti
Siamo a metà di novembre e per rimettere in piedi l’Auditorium serve almeno un mese di lavori. Ora non riusciamo a farlo. Inoltre la cosa più importante da capire è che al di là della personalità giuridica della Flog dietro ci sono delle persone che si assumono le responsabilità, che a qualsiasi mancanza o problema devono essere presenti in quanto titolari. Le persone che stanno dietro a contratti, assunzioni, che stanno attente che tutto venga svolto nella maniera corretta sono i titolari dell’attività che da 75 anni sono volontari.
Per il festival Musica dei Popoli c’erano fondi ministeriali, perchè si è scelto di non farlo?
Abbiamo partecipato al bando, il Ministero ci ha inseriti in graduatoria e ci avrebbe corrisposto un importo che non era quello richiesto, ma non era nemmeno da scartare. Il problema è diverso, nel nostro budget la somma dei contributi per poter andare in pareggio era sicuramente superiore. In ogni caso i contributi arrivano dopo l’evento, come è accettabile e giusto che facciano le amministrazioni che fanno un servizio che sia sostenibile. Prima si tiene l’evento e dopo arriva l’erogazione del contributo, quando effettivamente le spese sono state effettuate. Quindi comunque la rassegna andava fatta con mezzi nostri, con contributi inferiori al budget che noi avevamo presentato. Potevamo farla a rimessa? A volte abbiamo fatto così. Per tanti anni Musica dei Popoli è stato fatto a rimessa chiedendo ai nostri 1500 soci di sostenere lo sforzo. Quest’anno non ce la siamo sentita anche perchè la decisione del Ministero non è arrivata a luglio ma a settembre inoltrato e la risposta per il bando della Città Metropolitana è arrivata addirittura a fine ottobre.
C’è la paura che la Flog chiuda per sempre, lei può rassicurarci?
Dipende cosa si intende per Flog, noi abbiamo tante attività che sicuramente non chiuderanno. La Flog è una realtà grande, noi siamo una associazione di lavoratori che si è fatta impresa, è un caso di studio in Italia, la Sovrintendenza ha messo sotto tutela il nostro archivio che è a disposizione della città e dei laureandi.Lei parla a una persona che per 15 anni ha fatto il responsabile e che alla soglia dei 63 anni ha bisogno di essere aiutato da qualcuno più giovane. Per me è difficile fare una previsione. Io credo anche che l’Auditorium debba fare una riflessione su come trovare anche un’altra destinazione d’uso, proprio per essere resiliente e non ritrovarsi a stare chiuso e per evitare in futuro a fare attività che già sappiamo saranno in perdita. Ci duole ammetterlo ma in minima parte i nostri soci usufruiscono dell’Auditorium, più facile che ci vadano i loro figli. Vediamo cosa verrà fuori dopo questa pausa. A maggio ci sarà un rinnovo del Consiglio dell’amministrazione, con nuove cariche, nuove persone e forse anche una nuova spinta.