Cultura /LA STORIA

Latte e travertino, l’arte contemporanea fa rivivere una vecchia bottega di Serre di Rapolano

Tra le crete senesi, la latteria dismessa all’ingresso del paese diventa un’opera grazie all’intervento del giovane artista danese Villiam Miklos Andersen. Il progetto internazionale si chiama “Una boccata d’arte” e coinvolge un luogo per ogni regione italiana

Far rivivere una vecchia latteria in un borgo medievale tra le cave di travertino, con un progetto che rigenera un territorio attraverso l’arte contemporanea. Accade a Serre di Rapolano, nel cuore delle crete senesi, uno dei venti luoghi italiani coinvolti nel progetto internazionale “Una boccata d’arte” promosso da Fondazione Elpis arrivato alla quinta edizione. Venti interventi realizzati da altrettanti giovani artiste e artisti italiani e internazionali (tutti under 35) che sono stati per diverso tempo a contatto con la comunità locale e che fino al 29 settembre lascieranno le loro opere libere e aperte per tutti.

A Serre di Rapolano è arrivato Villiam Miklos Andersen. Qui, nella vecchia e dismessa latteria di via Fratelli Rosselli 13, all’ingresso del borgo, ha realizzato la sua opera: Rock Hard Milk, che significa latte duro come la roccia. La sua intenzione è di valorizzare il legame quasi materno tra la comunità e il travertino, la roccia di calcio compresso con cui sono costruite le case e la cui lavorazione è alla base della tradizione e dell’economia del posto.

Villiam Miklos Andersen_Toscana_Ph Leonardo Morfini

Il giovane artista danese (classe 1995) ha così rimosso gli infissi di porte e finestre, aprendo giorno e notte lo spazio. Le sue sculture sono in legno di cedro e cipresso realizzate con l’aiuto della segheria locale: due copie esatte di una delle slot machine, con sgabelli, del Roby’s Bar,  il locale sulla strada provinciale che è punto di ritrovo della comunità serrigiana. L’opera invita tutti a sedersi su uno sgabello e sentire l’odore del paese e ascoltarne le voci.

Villiam Miklos Andersen_Toscana_Ph Leonardo Morfini

Serre di Rapolano, il borgo delle crete

Frazione di Rapolano Terme, il borgo tra la valle del Sentino e l’Ombrone, è circondato da cave di travertino, usato da sempre come materiale da costruzione per i palazzi del paese e centrale per le attività della zona.

Nato come castello in epoca bizantina, l’abitato fu feudo dei Cacciaconti e divenne poi un comune rurale su cui Siena impose la propria sovranità. Durante la dominazione senese, all’ospedale di Santa Maria della Scala fu concesso di fare uso dell’antico palazzo imperiale, costruito ai tempi del Barbarossa, come magazzino fortificato. L’edificio è oggi museo della catena museale di Fondazione Musei Senesi.

Treno Natura nelle Crete Senesi

Di rilevanza storica e culturale sono anche il palazzo Gori Martini, il Teatrino in stile neoclassico, uno dei più piccoli al mondo che risale agli inizi del Seicento e la chiesa di Sant’Andreino, di costruzione romanica situata in una zona panoramica.

Nel mese di maggio il borgo si anima con la rievocazione medievale in onore di “Ciambragina”, la sposa di un ricco mercante senese del 1.300, originaria di Cambrai, che visse a Serre da padrona del castello. I vicoli si popolano di giullari, musicanti e ballerini che insieme agli abitanti del paese mettono in scena uno spaccato di vita medievale.

Un boccata d’arte in tutta Italia: ecco i venti progetti

Oltre a Serre di Rapolano, che rappresenta la Toscana in questa quinta edizione, fino al 29 settembre sono aperte le opere in altre 19 regioni. Ecco dove.

Partendo dal borgo di Verrès (AO) in Valle d’Aosta, l’intervento Aosta Valley Wooden Collars From Lithuania di Augustas Serapinas si focalizza sia sul legame che gli abitanti hanno con la valle e la loro tradizione, sia sulla contaminazione culturale tra due territori europei distanti: la Lituania, paese d’origine dell’artista, e la Valle d’Aosta; a San Sebastiano Curone (AL) in Piemonte, La Camminata dei Corpi Salienti di Beatrice Celli ripercorre alcuni luoghi significativi delle antiche vie del sale, testimoni della connessione tra culture e popolazioni, e generatrici di una nuova geografia del territorio; nel borgo di Dolcedo (IM) in Liguria, Sasha Tishkov realizza Her Branches on the Ground, Her Roots in the Sky, un intervento artistico che celebra l’ulivo come simbolo di sincretismo tra culture e territori del Mediterraneo; interrogandosi sulla matrice cristiana della sua pittura, Sofia Silva realizza Melania pieve mostarda a Palazzo Pignano (CR) in Lombardia: due grandi tele verticali poste nella navata destra della Pieve di San Martino; a Magrè sulla Strada del Vino / Margreid an der Weinstraße (BZ) in Trentino-Alto Adige / Südtirol, Adji Dieye si ispira a cinque donne che hanno combattuto contro le egemonie culturali coloniali e realizza Can you see me? Mi vedi? Kannst du mich sehen?, un intervento che si configura come un gioco, composto da cinque grandi forme geometriche installate nei giardini pubblici; a Porto Levante – frazione di Porto Viro (RO), in Veneto, si sviluppa l’intervento They Are Looking at Us di Tiphaine Calmettes, fatto di sculture intese come luoghi d’incontro, sintesi di tempi e racconti diversi, ispirati da una mitologia immaginaria; in Friuli Venezia Giulia a Paluzza (UD), Mariona Cañadas e Pedro Murúa presentano Mandi Mandi. L’intreccio diventa suono, un’installazione attivabile dai visitatori che racconta la vita del borgo attraverso cinque tracce sonore.

Proseguendo in centro Italia, l’intervento Sign of Care di Sóley Ragnarsdóttir a Berceto (PR) in Emilia-Romagna decostruisce l’immaginario antropocentrico della segnaletica classica e sposta l’attenzione sulle altre specie che vivono e transitano in questi antichi camminamenti; ad Otricoli (TR) in Umbria l’opera (   ) di Ode de Kort è una scultura cinetica composta da due parentesi metalliche che, mosse dal vento, incorniciano il cielo e il paesaggio circostante in un movimento circolare; Sibillina di Caterina Morigi a San Ginesio (MC) nelle Marche è una sorta di pala d’altare che deve la forma alla facciata, gotico fiorito-fiammeggiante, della chiesa principale del paese, la Collegiata di Santa Maria Assunta, unico esempio di questo stile nella regione; a Bassiano (LT) nel Lazio, il progetto Archive of Voices di Elena Rivoltini, a cura di Threes, riflette sui concetti di archivio, voce, cura e comunità e prevede la creazione di un archivio affettivo di voci degli abitanti del paese, la stampa di un vinile e la realizzazione di un’installazione sonora site specific nello spazio della Ex Chiesa di S. Maria, situata nel centro storico del borgo; Quanto potrebbe costare il ritorno del lago? di Agostino Quaranta a Gioia dei Marsi (AQ) in Abruzzo, a cura di Threes, si ispira alla posizione strategica del borgo, ai margini orientali della conca del Fucino, per sollevare domande sul fragile rapporto tra l’uomo, la natura, i mezzi di produzione e l’importanza della memoria storica.

In Molise, nel borgo di Guardialfiera (CB), Beatriz de Rijke realizza The Sacred Ordinary, a cura di Threes, un lavoro in tre atti che riflette sulla trasformazione semantica di oggetti quotidiani in testimoni di storia; il progetto Il tempo, come frusta di Andrea Martinucci è composto da un’installazione video site specific, dei giornali e un intervento pittorico pensati per il bar di Letino (CE), in Campania, uno dei cuori pulsanti dell’intero paese; con I figli di Afelio a Poggiorsini (BA) in Puglia, Emanuele Marullo genera una riflessione sui binomi gerarchici quali io/altro e centro/periferia, intrecciando, in una sintesi di materia e luce, storie locali e storia universale a Sasso di Castalda (PZ) in Basilicata, Giulio Locatelli invita gli abitanti a partecipare al Circo tessile, un laboratorio di tessitura per la comunità che si sviluppa in un ciclo d’incontri nel corso di tutta l’estate; a Motta Filocastro – frazione di Limbadi (VV) in Calabria l’artista Lulù Nuti realizza l’intervento È tutto vero, una serie di opere in bronzo provenienti dai calchi di alcuni zerbini donati all’artista dagli abitanti del paese; Nicola Baratto & Yiannis Mouravas progettano per il borgo di Sant’Angelo Muxaro (AG) in Sicilia una seduta dalla forma organica: Legame immisurabile è un intervento che diventa un luogo di riposo ma anche un’opportunità per la comunità di riunirsi e celebrare la propria storia e identità; l’opera Campanacci del solstizio (Sos sonazos de primu istíu) di Virginia Russolo a Sedilo (OR) in Sardegna trae ispirazione da una tradizione carnevalesca del paese poco nota ed è composta da sculture metalliche campaniformi realizzate reinterpretando tecniche tradizionali.

Una Boccata d’Arte è un progetto realizzato in collaborazione con Maurizio Rigillo, Cofondatore di Galleria Continua, e con Threes.

Tutte le opere permanenti di Una Boccata d’Arte sono raccolte sul sito dedicato.

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