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L’astronauta Parmitano in visita alla Leonardo: in Toscana il cuore dell’esplorazione spaziale

A Campi Bisenzio ci sono laboratori all’avanguardia: “Mi ha dato gioia vedere il livello di qualità, di impegno e di intensità di coloro che lavorano qua”

Luca Parmitano

L’astronauta Luca Parmitano fa visita allo stabilimento  della divisione Spazio di Leonardo di Campi Bisenzio. Un fiore all’occhiello della ricerca spaziale europea, come dimostrano i prossimi progetti: cinque sensori iper-spettrali per il programma Iride di osservazione della Terra, finanziato dal Pnrr.

Parmitano ha visitato i laboratori e anche la nuova area del sito Leonardo dove si sta realizzando la nuova camera bianca, che ospiterà un simulatore dello Spazio di ultima generazione in grado di riprodurre perfettamente le condizioni ambientali tipiche dello Spazio. “Mi ha dato gioia vedere il livello di qualità, di impegno e di intensità di coloro che lavorano qua – ha detto Parmitano -, il desiderio di far bene è comune a tutti”.

Lo stabilimento a Campi: 51mila metri quadrati e mille addetti

Il sito di Campi Bisenzio – 51.000 metri quadrati e oltre 1.000 addetti – produce tecnologie all’avanguardia, utilizzabili in diversi ambiti a tutela della sostenibilità e della sicurezza, dalla lotta ai cambiamenti climatici al monitoraggio ambientale, dalla gestione degli incendi e dell’inquinamento alla protezione civile in caso di calamità naturali, fino alle missioni di esplorazione e scienza del sistema solare e dell’universo.

Qui è stato realizzato anche il “cacciatore di fulmini”, capace di rilevarne nell’atmosfera terrestre da oltre 36.000 km di distanza, utili per previsioni meteo e di protezione civile, poi gli strumenti della missione Juice in viaggio verso Giove, i sensori di assetto, le “bussole dello spazio” che permettono a sonde e satelliti di orientarsi nel cosmo. “Della filiera italiana” della ricerca e dell’industria aerospaziale “possiamo essere molto contenti, le nostre scuole tecniche sono molto avanzate, molto buone, qui alla Leonardo ci sarà un Its dove gli studenti svilupperanno le loro capacità”, ha poi spiegato l’atronauta.

La prossima frontiera, come spiega Massimo Claudio Comparini, managing director della business unit Spazio di Leonardo, è l’Intelligenza artificiale, “cioè come Ia aiuterà le operazioni, sia nella prima fase di esplorazione lunare, sia in quella fase in cui cominceremo a costruire e utilizzare delle risorse, ad esempio robotica e trivellazioni spaziali per cui abbiamo già le nostre tecnologie che sono molto importanti”.

 

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