L’artista Andrew Smaldone è nato nel 1978 a Denver, in Colorado, USA. Ha scelto Firenze per studiare la storia dell’arte, poi nel 2005 ha proseguito i suoi studi presso il Central Saint Martins di Londra.
Ma Firenze lo ha attirato come una calamita, così, è tornato a vivere in Toscana per respirare uno stile di vita diverso da quello delle grandi città europee.
Ha vinto molti premi importanti come la Pollock Krasner Foundation Grant nel 2015 e sono molte le esposizioni negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito.
“Ho studiato a Firenze, prima di andare alla Saint Martins a Londra,” – ci ha raccontato Andrew – Avevo il mito dell’Italia e dei grandi artisti del Rinascimento, Michelangelo e Leonardo sono così “giganti” che non sembrano neanche di questo mondo, per me è stata un’esperienza incredibile. Sono venuto a Firenze per studiare a 20 anni, ma c’è anche un altro motivo che mi ha portato qua.”
“Sono un italo-americano, più di cento anni fa i miei bisnonni sono partiti dall’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti. All’epoca i figli non parlavano l’italiano, era un classico. Crescendo è nato in me il desiderio di imparare l’italiano, riscoprire le mie origini.”
“Nessuno nella mia famiglia è un artista, è stata una mia scelta a 15 anni, ero super determinato. Ho avuto l’appoggio dei miei genitori ma ho dovuto anche un po’ lottare, mi sono dovuto arrangiare. Ho fatto molti lavori, negli Stati Uniti ho lavorato in galleria e ho fatto il corniciaio, dopo ho insegnato l’inglese, ho sempre trovato un secondo lavoro per mantenermi.”
La case “infestate” di Andrew Smaldone
Le sue sono opere misteriose, spesso stanze vuote in cui ci sono apparizioni, ombre, luci soffuse, come se fossero delle case “infestate” da fantasmi o sogni ipnotici.
Nelle sue architetture c’è un’atmosfera di inquieta sospensione, luoghi che sembrano trovarsi fuori dal tempo.
“Nelle mie opere c’è un focus su l’interno, sulle architetture ma anche sulle facciate. però il soggetto torna sempre all’interno, un interno quasi vuoto, tra luce e ombra. Non voglio fare opere troppo chiare, non voglio cioè che il significato salti fuori subito, mi piace che non sia chiaro. Questo è un aspetto dell’arte che traggo dal Romanticismo. Nelle mie stanze non c’è angoscia, sono spazi per meditare e pensare.”
Le sue opere sono visibili in via del Drago D’Oro a Firenze nella galleria Stanza 251.
L’amore per l’Italia e il suo “slow living”
“Mi piace molto l’Italia, qua ho conosciuto mia moglie. La cosa più importante per me è che qui a Firenze vado sempre a piedi. Sembra scontato, ma io ho vissuto a Washington e Londra, grandi città, qui a Firenze si può camminare e pensare. A me piace pensare mentre cammino, fare progetti. Poi chiaramente amo il life style, il cibo, il vostro modo di vivere, è molto più calmo e adatto alla mia personalità, non amo correre.”