Centauri, archeologi, figure mitologiche come Orfeo, Ettore, Adromaca, Ulisse, statue, rovine, treni, manichini e mobili abbandonati in architetture scarne, cupe, dense di mistero. I quadri di Giorgio De Chirico sembrano appartenere al regno dei sogni, o meglio degli incubi. Le sue opere sono infatti un magma di atmosfere inquietanti, irreali, enigmatiche dove lo sguardo dello spettatore si aggira cercando di trovare gli indizi di una storia, di mettere insieme gli oggetti disposti dal pittore, nel tentativo dare un senso a quello che vede. Una ricerca forse inutile ma inevitabile. “Un’opera d’arte per divenire immortale deve sempre superare i limiti dell’umano, senza preoccuparsi né del buon senso, né della logica” – scrisse l’artista nel suo libro “Sull’arte metafisica” del 1919.
La mostra a Palazzo Blu a Pisa “De Chirico e la Metafisica” dal 7 novembre 2020 all’11 luglio 2021, espone per la prima volta in Toscana la collezione personale dell’artista, un grande numero di opere provenienti da La Galleria Nazionale di Roma, donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Grazie, inoltre, al supporto delle più prestigiose istituzioni nazionali d’arte moderna, come la Pinacoteca di Brera e il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART), è esposta a Palazzo Blu una serie di assoluti capolavori. Un lungo viaggio attraverso immagini e parole che hanno lasciato tracce profonde lungo l’arco del Novecento e che ancora oggi ispirano le nuove generazioni di artisti.
Un’opera d’arte per divenire immortale deve sempre superare i limiti dell’umano, senza preoccuparsi né del buon senso, né della logica
Le opere in mostra
La mostra presenta le opere di tutta la prestigiosa carriera dell’artista, seguendo un percorso cronologico. L’esposizione parte dalle prime opere “böckliniane” della fine del primo decennio del Novecento agli anni Dieci della grande pittura Metafisica, dai capolavori del periodo “classico” dei primi anni Venti della “seconda metafisica” parigina, fino ai Bagni Misteriosi degli anni Trenta, alle straordinarie ricerche sulla pittura dei grandi maestri del passato riscontrabili nelle nature morte, nei nudi e negli autoritratti, realizzati tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, giungendo all’ultima, luminosa fase neometafisica.
Il capolavoro: Le muse inquietanti
Nel dipinto Le muse inquietanti de Chirico fissa per sempre una concezione del mondo e del rapporto tra l’uomo e la realtà. Il mondo, attraverso la metafora della città di Ferrara, è un insieme di cose dominate da una fatalità illogica, un assurdo mistero a guardia del quale stanno controllori severi che solo l’intuizione poetica può penetrare.
L’influenza sugli altri artisti
A partire dagli anni Sessanta l’opera di De Chirico ha riscosso un enorme interesse nelle giovani generazioni di artisti. Tantissime le citazioni e gli omaggi che, in modi diversi, autori del calibro di Giulio Paolini e Andy Warhol hanno dedicato all’artista. La visione metafisica inventata da de Chirico nel 1910 ha poi portato fioriture internazionali che ritroviamo nelle diramazioni di grandi artisti come Carrà, Savinio e de Pisis, ma anche di Sironi e Martini. Questi artisti sono presenti in mostra grazie ad alcuni prestiti.