Due giornate di dibattito e confronto quelle che Anci Toscana ha organizzato a Camaldoli con al centro il legame tra i parchi nazionali della nostra regione e la comunità. L’obiettivo è stato quello di confrontarsi e fare il punto sulle opportunità e capire quali azioni, indirizzi e politiche adottare per lo sviluppo sostenibile di questi luoghi unici.
“Lancio un appello: vorrei che si smettesse di parlare di aree marginali o periferiche. Per me, periferica è Firenze. Lo stile di vita che molti oggi stanno riscoprendo, noi in realtà lo abbiamo sempre avuto. È la nostra ricchezza e la vogliamo difendere” così il sindaco di Londa, Tommaso Cuoretti ha riassunto l’impegno che ogni giorno le amministrazioni mettono in campo per affrontare e superare i tanti problemi comuni che vivono i territori più interni e lontani dai capoluoghi.
Dai lavori sono emerse anche tante idee concrete. Come un tavolo di lavoro condiviso con i comuni sia montani che urbani, che dovrebbe partire già con la prossima Consulta della Montagna di Anci Toscana, per elaborare insieme politiche a sostegno delle aree montane integrandole con quelle delle città. Da tutti gli interventi, infatti, è emersa chiara la necessità di politiche ‘compensative’ e norme specifiche per i territori interni e montani (come già si comincia a fare per la risorsa idrica), perché i cittadini che li abitano possano avere le stesse opportunità di chi sta in città in termini di servizi, trasporti, scuola, sanità. Sempre in quest’ottica, secondo il presidente Biffoni inoltre serve un sostegno più strutturato per le aree interne, che tenga conto delle reali esigenze di comuni e popolazione.
Come è emerso dai lavori, la collaborazione delle istituzioni locali e parchi fa della Toscana un modello a livello nazionale: è una strada da continuare e seguire, perché soltanto lavorando insieme si può incidere sulle scelte regionali e nazionali che possono cambiare davvero la qualità della vita dei cittadini e delle comunità.