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L’Aoup di Pisa diventa centro regionale per le mutilazioni genitali femminili 

Sarà un centro Hub di terzo livello per la gestione clinica globale delle donne portatrici di queste mutilazioni, dalla ricostruzione chirurgica al supporto psicologico e sociale

AOUP Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana AOUP

L’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana diventa il centro di riferimento regionale per la presa in carico delle pazienti con mutilazioni genitali femminili (Mgf).

La Regione Toscana, infatti, ha individuato nel bagaglio ultradecennale di esperienze e di operatività dell’Aoup i requisiti idonei per farne un centro Hub di terzo livello dotato di tutto l’expertise necessario per la gestione clinica globale delle donne portatrici di queste mutilazioni, non solo dal punto di vista clinico/chirurgico ma anche psicologico e sociale, attraverso percorsi didattici e scientifici di alto livello mirati anche alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, in rete con le strutture territoriali e i presidi ospedalieri della Toscana.

Ieri la presentazione nell’aula magna storica della Sapienza, alla presenza delle autorità, tra cui anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e gli assessori alla salute Simone Bezzini e alle pari opportunità Alessandra Nardini.

Oltre 3 milioni di ragazze all’anno a rischio mutilazioni

Le Mgf, ossia secondo la definizione dell’Oms “tutte le pratiche di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre alterazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche” (definizione Oms), sono diffuse in oltre 30 Paesi dell’Africa e in alcuni Paesi dell’Asia e del Medio Oriente e interessano oggi oltre 200 milioni di donne nel mondo.  Si stima che ogni anno circa 3 milioni di ragazze, la maggior parte sotto i 15 anni, rischino di subire mutilazioni. E anche in Italia il fenomeno è in aumento a causa degli intensi flussi migratori di donne in età fertile. Gli operatori sanitari devono pertanto poter fornire a questa popolazione femminile sostegno e la migliore assistenza sanitaria.

In Toscana, rispetto ad altre regioni, nel tempo sono stati attivati protocolli di intervento per la prevenzione, la cura e il collegamento con la rete anti-violenza ed esiste una procedura specifica per la sorveglianza e la negoziazione di alternative (per chi rifiuti la pratica imposta).
Con il riordino della rete clinica e l’individuazione del centro di terzo livello a Pisa si mette in collegamento anche tutto il sistema di segnalazione e presa in carico, visto che in ogni Asl ci sono consultori dedicati, con personale e procedure specifiche, anche per inoltrare i casi ai servizi sociali e alla Procura, a seconda delle competenze.

La gestione delle donne con Mgf

La gestione di donne portatrici di Mgf è complessa e ad alto impatto sociale e clinico. L’Aoup possiede sia le competenze professionali avanzate adeguate al necessario funzionamento del centro – in  rete con le strutture territoriali e le associazioni di volontariato e grazie e collaborazioni scientifiche internazionali sul tema delle Mgf – sia gli spazi fisici al Santa Chiara contigui a molte delle specialistiche coinvolte, dalla ginecologia alla chirurgia plastica, oltre a esperti in mediazione culturale e servizi socio-sanitari.

I servizi del centro saranno accessibili attraverso vari canali, tra cui consultori territoriali, medici di famiglia, specialisti, garantendo così una rete assistenziale diffusa in tutta la Toscana. I professionisti  coinvolti offriranno un percorso integrato multidisciplinare e multi professionale dalla diagnosi, cura e riabilitazione, assicurando una presa in carico totale delle pazienti. Si tratta quindi di un significativo passo avanti nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili e nella promozione della salute e dei diritti delle donne.

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