Tempo di anteprime per il vino Toscana Igt. Il Consorzio sarà presente giovedì 20 febbraio all’evento L’Altra Toscana, che vede otto denominazioni presentare a stampa e operatori del settore le nuove annate. L’appuntamento, quest’anno alla quarta edizione, rientra nel programma delle Anteprime del vino e si svolge al Palazzo degli Affari a Firenze.
Il Consorzio Vino Toscana giunge all’appuntamento con cifre rassicuranti: a fronte di un calo generalizzato, la contrazione è risultata inferiore all’1% rispetto al 2023. Sono 89 milioni le bottiglie prodotte nel 2024, di cui 27,5 milioni destinate al mercato interno. Quasi il 70% della produzione vola all’estero: Ue al 46% Stati Uniti al 33% e Asia al 6%. In termini di valore, la produzione si attesta attorno al mezzo miliardo di euro.
Vino Toscana Igt, marchio in crescita
“L’anteprima de L’Altra Toscana – introduce il presidente del Consorzio Vino Toscana Cesare Cecchi – arriva dopo una vendemmia 2024 assolutamente soddisfacente, foriera di vini equilibrati e gradazione non troppo elevata. La produzione è stata buona anche dal punto di vista quantitativo, con 820.000 Hl prodotti in 15.000 Ha di vigneto”.
Buone notizie anche sul fronte della rivendicazione con 15.000 Ha di vigneti per la produzione di Toscana IGT. “Rappresenta un dato importante perché non si era mai superato il tetto di 13.000 Ha: questo significa che sempre più produttori credono nelle potenzialità del marchio e sono disposti ad investire le proprie energie nella valorizzazione del vino Toscana IGT” sottolinea il presidente.
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Il nodo (in sospeso) dei dazi Usa
Sui dazi che il governo degli Stati Uniti vorrebbe introdurre al vino, il presidente del Consorzio ricorda che “già nel 2019, quando gli Stati Uniti erano intenzionati ad applicare i dazi, il Consorzio Vino Toscana realizzò una indagine tra i produttori e l’80% delle aziende pensava che il fattore che avrebbe potuto maggiormente influire negativamente per l’export negli Usa sarebbero stati proprio gli eventuali dazi. Oggi la situazione sembra di nuovo essere del tutto simile e la sensazione dei produttori è del tutto analoga”.
Cecchi e gli altri produttori si limitano per ora ad aspettare il verificarsi degli eventi, nel caso dovesse avvenire, “auspicando che l’Italia riesca a superare il problema e fare degli accordi soddisfacenti. Intanto il Consorzio ha provveduto alla registrazione del nome “Toscana IGT” negli USA”.
I numeri del consorzio: 390 soci che con quelli delle cooperative arrivano a 1594 produttori tra viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori tra i più rappresentativi del panorama vinicolo internazionale aumentati in modo considerevole dal 2019 – del Consorzio Vino Toscana, in questo scenario acquisisce una fondamentale rilevanza strategica per tutto il territorio della Toscana, soprattutto nell’ambito della gestione, tutela, promozione, valorizzazione e informazione al consumatore.
Rafforzare l’identità del consorzio
“La Regione Toscana ha assunto un ruolo determinante nel processo di riconoscimento avvenuto con Decreto del MASAF nell’Agosto 2023 – spiega il direttore del Consorzio, Stefano Campatelli – portando di fatto a compimento un progetto di rinnovamento avviato già nel 2019. Così come determinante è stato il contributo fornito in merito alla modifica del disciplinare di produzione dell’Indicazione Geografica, sul quale la Giunta Regionale si è espressa con parere favorevole”.
La proposta dovrà essere adesso esaminata dal Ministero della Sovranità alimentare e delle foreste e dalla Commissione europea, ma il consorzio è fiducioso che “il messaggio da veicolare con tali modifiche – l’eliminazione dell’aggettivo “Toscano” lasciando solo il riferimento al nome geografico “Toscana” e l’introduzione delle nuove categorie Vino Spumante, Vino Spumante di Qualità – possano essere ben recepite nell’ottica di rafforzare l’identità e la qualificazione del vino della Denominazione conferendo una specifica provenienza geografica, nonché dando nuovo impulso alla crescita delle aziende viticole toscane, che potranno incrementare la produzione e diversificare l’offerta puntando sempre di più sulla qualità e sulla sostenibilità” conclude il direttore.