Vincono la musica e il presidente Sergio Mattarella nella serata inaugurale del nuovo auditorium al Maggio musicale fiorentino. Le note di Puccini e di Beethoven nella sala dall’acustica perfetta regalano momenti tutt’altro che trascurabili di felicità per chi apprezza la classica, mentre il capo dello Stato si prepara ad affrontare le ultime settimane del suo settennato con il ricordo dell’abbraccio corale di Firenze in una notte di fine dicembre nel segno della cultura e della ripartenza. La realizzazione dell’auditorium in 900 giorni, tra imprevisti e pandemia, è il segno di un mondo, quello dello spettacolo, che non si arrende.
Standing ovation all’arrivo di Mattarella in sala che per raggiungere il capoluogo fiorentino ha scelto il treno. A riceverlo all’ingresso del teatro il sindaco di Firenze, e presidente della Fondazione del Maggio, Dario Nardella e il presidente della Toscana Eugenio Giani. Poi un incontro con il sovrintendente Alexander Pereira e a seguire con il maestro Zubin Mehta. L’architetto Paolo Desideri ha invece illustrato i lavori eseguiti per realizzare il nuovo auditorium.
Giunto in sala, accompagnato dalla figlia, al presidente è giunto il saluto di orchestra e coro del Maggio che hanno eseguito l’inno d’Italia. Tra gli ospiti in platea la presidente del Senato Elisabetta Casellati, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il vicepresidente del Csm David Ermini e il leader Iv Matteo Renzi. Ritorno a Firenze anche per l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, oggi nella giunta Sala a Milano. In sala pure l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori che ha ricevuto il saluto del presidente.
Un lungo applauso ha salutato anche l’ingresso in sala del maestro Zubin Mehta che nella sera dell’inaugurazione dell’auditorium aveva un motivo in più di soddisfazione: la sala dove ha diretto coro e orchestra porta il suo nome. L’esecuzione della Messa a quattro voci (Messa di Gloria) di Giacomo Puccini e della Settima Sinfonia di Ludwig van Beethoven, richiesta espressamente da Mattarella, hanno messo in evidenza l’acustica del nuovo spazio e lo stato di grazia di orchestra e coro quando sul podio c’è Mehta. Al di là dell’aspetto istituzionale, la serata è già tra le pagine più belle per l’istituzione musicale fiorentina.
Emozionante il saluto che Mehta ha rivolto al capo dello Stato a fine concerto. Un pensiero che testimonia la stima tra due grandi uomini: “Presidente questa è la sua ultima visita come Presidente della Repubblica ma venga quando vuole con sua figlia, questa è la sua casa. La Settima Sinfonia di Beethoven è stata una richiesta di Mattarella, l’ho fatta con tutto il cuore. Buon viaggio e grazie da me, mia moglie e l’orchestra” ha inoltre aggiunto.
In effetti, oltre agli applausi non sono mancate le richieste di bis all’indirizzo di Mattarella dopo la conclusione del concerto inaugurale. Il sindaco di Firenze e presidente della Fondazione del Maggio Dario Nardella ha ricordato che con il presidente della Repubblica si inaugura “una nuova fonte di cultura, e di questa fonte facciamo uso per preparare il futuro del nostro Paese, quando uscirà definitivamente da questo difficile momento” e ha aggiunto che “un Paese che realizza un’opera del genere è un grande Paese, e noi siamo orgogliosi di vivere in questo grande Paese, guidato da un grande presidente della Repubblica“. Ha poi intonato insieme al Sovrintendente Alexander Pereira quel ‘Presidente, presidente‘ accompagnato da una marea di applausi e da richieste di bis al settennato da parte di tutti i presenti.
“Il presidente Mattarella ha voluto fare questo bellissimo omaggio alla città di Firenze e alla Toscana: stasera siamo felici di vivere questa proiezione di Firenze, che è moralmente capitale della cultura in Italia” ha sottolineato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. Il messaggio della città per Mattarella “sarà sicuramente il messaggio che tutti noi consideriamo e pensiamo – ha aggiunto Giani -, ovvero che lui è un uomo che ha saputo interpretare il suo ruolo veramente in modo straordinario, splendido, e quindi sono convinto che gli applausi stasera sono proprio per dirgli: ‘Se vuoi continuare, continua ad essere il Presidente‘”. “Il lungo applauso che il pubblico gli ha tributato è l’applauso di tutta la Toscana” ha chiosato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, presente in sala.
Ma la festa del nuovo auditorium assume un significato particolare anche per altre ragioni. “Questa inaugurazione – ha aggiunto Giani commentando l’evento – avviene nel 160° anniversario dell’Unità d’Italia. Ritengo che questo sia un momento che passerà alla storia, così come l’inaugurazione del Teatro dell’Opera di Firenze, avvenuta esattamente 10 anni fa, il 21 dicembre 2011, quando Firenze scelse di concentrare tutte le risorse delle celebrazioni per i 150 anni dall’Unità d’Italia in un’unica opera, in ricordo del Teatro comunale Politeama, che era in Corso Vittorio Emanuele ed era stato fondato proprio negli anni dell’Unità e di Firenze capitale d’Italia. Al compimento del progetto mancava ancora un’opera, l’auditorium da 1300 posti, che abbiamo inaugurato oggi“.