Tra le colline di Gaiole in Chianti, sotto le zolle di terra, si nasconde un tesoro di epoca romana ancora tutto da svelare. Qui, accanto al sito della villa romana nei pressi della Chiesa dell’Ascensione a Monti in Chianti (la cosiddetta Pieve San Marcellino), le indagini geomagnetiche hanno identificato strutture sepolte di grande interesse.
L’entità della scoperta ha così indotto la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ad avviare una nuova campagna di scavo archeologico, anche con il contributo del Comune di Gaiole in Chianti. L’obiettivo è studiare l’imponente villa di epoca romana, testimone della presenza di proprietà imperiali e del ruolo dell’area del Chianti nel mondo romano, a partire dalla colonia di Siena.
La prima scoperta nel ‘900, poi gli studi che hanno svelato la grande villa
L’area archeologica è stata scoperta già nella primavera del 1900, durante i lavori di risistemazione della canonica. Sin dai primi scavi, sono stati trovati reperti straordinari, come iscrizioni marmoree, un altare e una base di statua databili tra il I e il IV secolo d.C. Tutti elementi che attestano la gestione di proprietà imperiali da parte di liberti come Tiberius Claudius Glyptus e la presenza di procuratores della famiglia flavia.
Dopo più di cento anni, le indagini condotte dall’Università di Siena tra il 2012 e il 2013 hanno individuato le strutture di una villa romana di grandi dimensioni, dotata di una pars urbana (la residenza del proprietario), decorata con marmi pregiati provenienti dalla Grecia e dalla Turchia, e pavimenti a mosaico. Presente anche una zona produttiva ancora in fase di studio. Il ritrovamento di frammenti ceramici, vetri e monete suggerisce che il luogo sia stato frequentato tra il II secolo a.C. e il VII secolo d.C.
La nuova campagna
Di recente, le prospezioni geomagnetiche hanno identificato strutture sepolte di grande interesse nell’area a est della Chiesa dell’Ascensione ed è proprio qui che i nuovi scavi si concentreranno. L’obiettivo è acquisire quante più informazioni possibili sull’area produttiva della villa antica.
“La villa romana di Monti in Chianti rappresenta un tassello fondamentale per comprendere l’organizzazione del sistema insediativo in epoca romana e la gestione delle proprietà imperiali nella regione, in relazione anche alla colonia romana di Siena – spiega Maria Gabriella Carpentiero, funzionaria archeologa della Soprintendenza di Siena e responsabile del progetto. “Grazie alla collaborazione con l’Università di Siena potremo approfondire aspetti come le produzioni alimentari attraverso l’analisi dei residui organici conservati nelle ceramiche rinvenute”.
Per promuovere la conoscenza del progetto e coinvolgere la comunità, saranno previste visite guidate allo scavo nel mese di gennaio e laboratori didattici dedicati al lavoro degli archeologi presso il Museo Alle Origini del Chianti a Gaiole all’interno degli spazi dell’ hub culturale Chianti Origo.
Un progetto che, secondo il sindaco Michele Pescini, aggiunge “un importante tassello al percorso che il Comune di Gaiole in Chianti ha avviato con l’ambizioso investimento sul Museo. Non abbiamo, infatti, mai pensato di realizzare una struttura museale statica, ma di concepirlo come un progetto in continuo divenire. Gli scavi archeologici garantiscono crescita e dinamicità e nuove conoscenze”.