Dici Vernaccia e pensi a San Gimignano: è così ovunque, in Italia e nel mondo. Dietro questo legame indissolubile c’è la storia di un territorio, antico come le sue tradizioni, e tanto lavoro, non solo in vigna. La pandemia e il lockdown hanno messo in pausa la vita di molti, ma non in campagna, dove il 2020 si chiude con una delle vendemmie migliori di sempre per qualità e una produzione che sfiora i numeri del 2019 con oltre 4milioni di bottiglie. Non solo, in questi mesi è nata anche la nuova immagine della Vernaccia ispirata alla bellezza del suo territorio.
Regina Bianca in un mondo di re rossi
“L’unica regina bianca in mondo di re rossi” e “Unica, nobile, ribelle”: si descrive così questo vino secolare, ben 800 anni, che nasce e si produce in questo fazzoletto di terra che il tempo ha come cristallizzato, ma che di vecchio ha ben poco. “Una nuova immagine per l’unica doc bianca della Toscana, che parla ad un pubblico più ampio. Vogliamo avvicinare i giovani e accompagnarli in modo consapevole nella scoperta di questa Denominazione”, racconta la presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, Irina Guicciardini Strozzi, una delle poche giovani donne – ha solo 38 anni – ai vertici di un consorzio, che nel nome ha il suo destino.
Dopo una laurea alla Bocconi in Economia aziendale e esperienze all’estero, è tornata nella sua terra e tra le sue vigne per proseguire il lavoro dell’azienda di famiglia. “Il consiglio del Consorzio ha una forte presenza di giovani, come nelle nostre aziende associate: il ricambio generazionale è in atto ed è importante adottare strumenti nuovi, sia con l’innovazione in cantina che utilizzando linguaggi nuovi”. Non è un caso infatti la scelta di coinvolgere i giovani di San Gimignano per la nuova campagna social, “perché sono loro i custodi del territorio”.
Dal lockdown danni consistenti alle aziende, molte a conduzione familiare. Il Governo doveva fare di più
Il 40% della produzione è venduta a San Gimignano
Il legame con il territorio è descritto bene dai numeri: se il 52% della produzione è per l’estero, il 40% della parte destinata all’Italia è venduta a San Gimignano, nelle sue cantine, ristoranti e negli agriturismo. La Vernaccia è un’attrazione unica per i 3 milioni di turisti l’anno che visitavano il territorio prima che la pandemia e il lockdown tranciassero senza pietà il canale Horeca. “I danni sono consistenti, considerato anche che moltissime delle nostre aziende sono a conduzione familiare, ma noi non ci siamo mai fermati perché dobbiamo essere pronti per la ripartenza – continua la presidente Strozzi – Dal Governo è arrivato poco o nulla e i provvedimenti presi, dalle misure sulla distillazione alla vendemmia verde, sono per noi inutili e già superati dai nostri standard di qualità. Ci siamo aiutati da soli, anche attraverso accordi con istituti bancari. Ci sarebbe voluta più attenzione dal parte del Governo per un settore che fa da traino a tantissime realtà economiche”. E si pensa alla ripartenza.
Slittate le anteprime di qualche mese, alla primavera, la Vernaccia si presenterà il 16 e il 17 maggio.
“Vediamo positivo: è anche un periodo migliore, con il vino che ha passato più tempo in bottiglia e la campagna che in primavera è nel pieno dello splendore. Stiamo organizzando – racconta Irina Strozzi – con tutti i Consorzi toscani e la Regione un grande evento nella settimana successiva alle anteprime che abbia un impatto ancora più concreto sul territorio, con degustazioni in presenza e il coinvolgimento diretto di cantine e ristoranti”. Una grande occasione di rilancio per l’enoturismo in Toscana che dovrebbero coinvolgere mille cantine e 5mila ristoranti e enoteche, oltre a tutto il sistema ricettivo.
Il peso del turismo internazionale
Un richiamo anche per i turisti internazionali che si spera tornino presto. Tedeschi e statunitensi restano gli estimatori più affezionati “ed è per questo che la nuova campagna promozionale avrà una diffusione internazionale, per parlare anche a loro. Il 2021 sarà un anno ancora timido per il turismo, quello dopo potrà segnare la vera ripresa”.
Le tendenze più recenti dimostrano che un turista straniero su 4 sceglie la destinazione per l’esperienza enogastronomica e che nel 2019 il 90% dei turisti ha almeno fatto un’esperienza legata al vino o al cibo. “Il sistema delle fiere, anche internazionali, è stato sospeso – continua la presidente del Consorzio – ma è necessario lavorare sempre per consolidare la posizione sui mercati dove la Vernaccia è più forte”. Del 52% di produzione destinata all’export, il 27,5% è per il mercato europeo (con la Germania al 10%), il 19% per quello americano e il resto per l’asiatico.
Le degustazioni si fanno in presenza, è una storia di incontri. Non se ne può fare a meno
E in attesa che turisti, italiani e stranieri, tornino si continua a lavorare per farsi trovare con il vestito migliore. Anche La Rocca, La Vernaccia Wine Experience, di San Gimignano sta cambiando volto per diventare un vero luogo emozionale. “Le degustazioni si fanno in presenza, è una storia di incontri, non se ne può fare a meno – è sicura Irina Guicciardini Strozzi – Il digitale, l’utilizzo della tecnologia può aiutare, ma non è lo stesso. La nostra vita è cambiata per sempre e la normalità che conoscevamo prima non ci sarà più: è necessario rivedere i modelli di business integrandoli con vecchi metodi di lavoro. E’ una nuova sfida, che raccoglieremo come abbiamo fatto durante i mesi di lockdown, quando abbiamo lavorato senza sosta in vigna e abbiamo realizzato un nuova campagna di comunicazione. Vogliamo essere sempre ottimisti”.