Giovedì 30 e venerdì 31 maggio alle ore 20, nella sala Mehta del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, arriva “La trilogia dell’estasi”.
Il progetto, ideato da Roberto Zappalà con la collaborazione di Nello Calabrò, è una grande co-produzione fra la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Compagnia Zappalà Danza, Scenario Pubblico, il Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape di Lione, i Teatri di Reggio Emilia, MilanOltre Festival di Milano, il Teatro Massimo Bellini di Catania e in collaborazione con Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Ravenna Manifestazioni e il Teatro del Giglio di Lucca.
Lo spettacolo è basato su tre fra le più celebri composizioni dell’ultimo secolo e mezzo: Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, il Boléro di Maurice Ravel e Le Sacre du printemps di Igor’ Stravinskij.
Chiave della trilogia è il lavoro sullo spazio, nel quale si va creando un unico dispositivo scenico che, volta per volta, limita, amplifica, e modifica la coreografia.
La sfida e la scommessa di questa trilogia è quella di trovare un nuovo immaginario che senza negare il passato, vuole non modernizzare ma, forte della maturità acquisita, personalizzare un mondo che ha già un potere evocativo immenso.
Per Zappalà l’accento nelle sue creazioni, è sulle relazioni umane, sui rapporti tra uomini e donne: negati, esaltati, violati in una “riflessione” coreografica sulle derive della società contemporanea.
Il primo tassello della trilogia, già rappresentato in forma di studio, nella versione pianistica suonata da Leonardo Zunica, L’après midi d’un faune di Debussy, viene danzato in uno spazio ristretto, con quello che questo comporta in limitazione dello spazio scenico e coreografico.
Il primo mobile concettuale della creazione, trae ispirazione da un tragico fatto di cronaca accaduto durante una festa in una villa nella campagna romana agli inizi del 2021 sul quale si innesta un’evocazione dell’iconica sequenza della festa/rito in Eyes wide shut di Stanley Kubrick.
Il riferimento/omaggio a Kubrick esplicito nell’impianto visuale del Boléro, coniuga l’ossessività della melodia di Ravel a una danza dove l’aspetto rituale presente nel film è trasfigurato ed esaltato dall’immaginario visivo e coreografico di Zappalà.
Per citare il titolo di un film di Lelouch si tratta sempre di danzare con e per “gli uni e gli altri”.
La Compagnia Zappalà Danza da oltre 30 anni portatrice del pensiero artistico di Roberto Zappalà, si distingue per la disponibilità di un repertorio ampio e articolato, frutto del lavoro sinergico del coreografo, del suo drammaturgo di riferimento Nello Calabrò e dei danzatori che negli anni hanno permesso la realizzazione di oltre 80 produzioni, ospitate in tutto il mondo da teatri e festival di rilievo internazionale.
Caratteristica delle creazioni è anche un rigoroso lavoro sul linguaggio che nel tempo è stato costruito, denominato MoDem. Tra i premi ricevuti, il Premio Danza&Danza per “A.semu tutti devoti tutti?” e “LA NONA”.
Dal 2002 la Compagnia Zappalà Danza è residente a Catania presso Scenario Pubblico, una struttura che ha consentito alla compagnia e al coreografo di ampliare e approfondire il lavoro di ricerca coreografica e di radicarsi sul territorio con attività di produzione, promozione, ospitalità, residenze, formazione e una programmazione ricca e articolata.
Nel 2015 Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza viene riconosciuto dal MIC Centro Nazionale di Produzione della Danza, e nel 2022 ottiene un ulteriore riconoscimento come Centro di Rilevante Interesse Nazionale.