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Libri, il debutto di Mancuso con “La tribù degli alberi”. ” Il riscaldamento climatico? Da combattere con la cultura”

Protagonista del romanzo-fiaba del noto botanico è un albero: starà a lui affrontare il tema gravoso del riscaldamento globale. Il professore-scrittore: “Ho pensato ad un’opera di alfabetizzazione”

Stefano Mancuso

Natale porta in libreria il debutto nella narrativa di Stefano Mancuso, professore di arboricoltura generale, etologia e neurobiologia vegetale all’Università di Firenze.

192 pagine di un romanzo-fiaba edito da Einaudi che vede come protagonista un albero: starà a lui affrontare il tema gravoso del riscaldamento globale. Su come combatterlo Mancuso (che presenterà il volume “La tribù degli alberi” il 15 dicembre a Pecci Book a Prato) una certezza in tasca ce l’ha: “Soprattuto con la cultura”, dice.

“Mi è piaciuto scriverlo perché non dovevo stare attento a non sconfinare come mi accadeva nel mio ambito di pertinenza: potevo immaginare” – spiega poi il professore. Nella scienza non si umanizza mai, ma mi sono detto: siamo uomini, capiamo solo cose simili a noi. Così è nata ‘La tribù degli alberi’.

la tribu degli alberi

“Ho cominciato a proporre le piante come modello da imitare circa vent’anni fa – ricorda Mancuso -, però sinceramente non mi aspettavo che questo argomento sarebbe diventato maggioritario nella discussione pubblica”.

Secondo il noto botanico affinché questa nuova via verde possa prendere davvero piede è necessario “che quante più persone possibili siano in grado di capire ciò di cui stiamo parlando. Sono pochi, addirittura, coloro i quali si accorgono realmente dell’esistenza stessa delle piante. Ho pensato per questo ad un’opera di alfabetizzazione. I primi libri che ho scritto sono di saggistica, poi mi sono chiesto se facendo un salto alla narrativa potesse cambiare qualcosa”.

Poi Mancuso chiude con i punti di incontro tra piante ed essere umani. Sono simili? “È difficile dirlo. Sono lo yin e lo yang, il bianco e nero della vita. Vorrei dire che si somigliano per tendenza alla sopravvivenza della specie, ma per gli umani in questo periodo è difficile dirlo. Forse nella socialità, nella moltitudine dello stare insieme”.

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