La Toscana resta in zona arancione per la prossima settimana. Lo ha deciso il Ministro della Salute, Roberto Speranza, che oggi firmerà sulla base dei dati della Cabina di Regia riunitasi ieri, una nuova ordinanza con cui si dispone il passaggio all’area gialla per le regioni Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte e all’area arancione per la regione Abruzzo. L’ordinanza sarà in vigore dal 13 dicembre.
La Toscana per passare in zona gialla dovrà quindi aspettare il prossimo monitoraggio di venerdì 18 dicembre: se i dati continuassero ad andare bene diventerebbe gialla da domenica 20 dicembre.
Affollamento delle terapie intensive e focolai nelle Rsa
La decisione è stata presa a causa dell’affollamento delle terapie intensive e dei focolai nelle Rsa. Infatti la Toscana è tra le 16 regioni dove l’Iss ha evidenziato un “impatto alto” sui servizi sanitari per sovraccarico di terapie intensive e area medica, per evidenza di nuovi focolai (in Rsa, case di riposo, ospedali o luoghi con popolazione vulnerabile) e per nuovi casi segnalati.
Questo sebbene il valore dell’indice di trasmissibilità Rt in Toscana sia sceso notevolmente e ora sia a 0.81, secondo quanto risulta dall’aggiornamento dei Report settimanale del ministero della Salute e dell’Iss con i dati relativi alla settimana 30 novembre 6 dicembre, aggiornati al 9 dicembre. Tutte le regioni italiane sono scese sotto l’1, tranne Molise e Veneto.
Giani: è una decisione ingiusta e immotivata
“La Toscana rimane in zona arancione fino alla settimana prossima e voglio dire che ritengo questa decisione ingiusta ed immotivata – ha commentato il presidente della Regione Eugenio Giani in una diretta su Facebook – e non rende merito al lavoro fatto soprattutto dai toscani con i loro comportamenti, dalle istituzioni e dai dati che abbiamo: da lunedì ad oggi la media è sempre stata questa, circa 500 persone contagiate al giorno”.
“Ho deciso di fare un appello al ministro della Sanità e al presidente del Consiglio perché la cabina di regia si possa riunire non una volta alla settimana, ma nella prossima settimana possa riunirsi anche nei suoi primi giorni, in lunedì o il martedì” ha aggiunto Giani. “Lo dice il Dpcm: ‘Almeno una volta a settimana’. ‘Almeno’ significa che non vieta di riunirsi due volte, all’inizio e poi il venerdì come è avvenuto ieri – ha specificato Giani – questo potrebbe consentire il rientro in zona gialla” per la Toscana “anche nella metà della settimana prossima, senza aspettare la domenica. È l’atto formale che mi sento di fare perché sento nella mia amarezza anche la voglia di lottare rispetto ad una ingiustizia che io avverto”.
“La Toscana ha sicuramente uno dei livelli minori di contagio in questo momento, e quindi si viene a creare una disparità di trattamento tra Regioni. Una delle regioni in zona gialla è arrivata ad avere negli ultimi giorni una media che si avvicina ai 4mila contagi giornalieri e noi che da una settimana siamo a 500 rimaniamo e in zona arancione” ha concluso Giani.
L’Rt scende in tutta Italia ma l’allerta resta alta
In tutta Italia continua a scendere l’Rt, che ha toccato lo 0,82 a livello nazionale, così come si conferma il trend di diminuzione della pressione sulle terapie intensive ed i reparti ospedalieri. Tutti segnali che confermano l’efficacia delle misure di restrizione adottate finora per frenare l’epidemia, ma che ancora non consentono di aprire all’ottimismo: l’incidenza dei nuovi casi, sia pure anch’essa in calo, resta infatti ancora molto elevata e la curva relativa ai decessi evidenzia una discesa particolarmente lenta.
La fotografia dell’epidemia in Italia che emerge dall’ultimo monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Istituto superiore di sanità infatti evidenzia come l’allerta nel paese resti alta, invitando a non allentare le misure ed i comportamenti prematuramente. Infatti, sebbene si osservi una diminuzione significativa dell’incidenza dei casi a livello nazionale negli ultimi 14 giorni, il valore è ancora molto elevato.
L’incidenza rimane cioè ancora “troppo elevata per permettere una gestione sostenibile“, si afferma nel monitoraggio. Secondo le valutazioni della cabina di regia inoltre attualmente 5 regioni sono classificate ancora a rischio Alto (Puglia, Sardegna, Veneto, Emilia Romagna e provincia autonoma di Trento), 14 Moderato e 2 Basso.
Possibili deroghe agli spostamenti per Natale
Il governo intanto ieri ha aperto a possibili modifiche al Dpcm di Natale per consentire la mobilità tra comuni confinanti sotto i 5mila abitanti. Ma deve essere il Parlamento ad assumersi la responsabilità di derogare ai divieti a Natale e Capodanno, perché avverte il governo “aprire tutto sarebbe da irresponsabili”.
Non saranno quindi le Faq di Palazzo Chigi a sciogliere i nodi – anche perché non sarebbe possibile aggirare una norma con una risposta ad un quesito – né un nuovo decreto, come era stato ipotizzato in un primo momento: la via “più percorribile”, dice una fonte di governo, è un emendamento al decreto Natale. È molto probabile che già a inizio della prossima settimana si metta mano al provvedimento e si possa arrivare ad una soluzione entro mercoledì 16.