La rigenerazione urbana come strumento per valorizzare la Toscana diffusa, “riqualificare zone importanti e contribuendo a contrastare lo spopolamento delle porzioni di territorio interne e montane”, “dove esistono almeno 120.000 luoghi presidiati soltanto da una o due abitazioni“. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, sintetizza così la lunga mattinata di confronto e approfondimento – organizzato da Regione e Anci – al Parco dell’Orecchiella nel Comune di San Romano in Garfagnana dedicata alla “Rigenerazione urbana nei Comuni di piccole e medie dimensioni”.
“Siamo di fronte – ha aggiunto il presidente – ad uno strumento importante di tipo urbanistico ed edilizio, che fortunatamente non soffre degli impaludamenti di altre misure e che si mostra quindi più flessibile e più un grado di raccogliere o catalizzare finanziamenti. Quindi invito senz’altro a sviluppare i master plan di rigenerazione urbana, che hanno le maggiori possibilità di essere finanziati. Ed invito le amministrazioni comunali a muoversi in questa direzione perché abbiamo sempre maggiore necessità di promuovere la qualità ambientale dei luoghi. E aggiungo che la Toscana intende legittimarsi, grazie agli straordinari luoghi di cui dispone e alla sua sensibilità su questa materia, come un punto di riferimento per tutta Italia in materia di rigenerazione urbana”.
Rigenerazione urbana strumento per i piccoli comuni
La Toscana, ha ricordato Stefano Baccelli, assessore regionale ai trasporti, urbanistica e territorio, si è dotata di una di una legge, la 65 del 2014, che ha l’obiettivo di non sprecare suolo, “da perseguire attraverso l’affermazione di un altro valore, quello della rigenerazione urbana, della riqualificazione. I comuni toscani si sono dimostrati attivi rispetto all’applicazione della legge, adottando e approvando la pianificazione prevista. Però affinché questi obiettivi non restino soltanto sulla carta, occorrono risorse economiche per consentire ai comuni di fare rigenerazione in modo concreto”.
Allarga lo sguardo alla “rigenerazione territoriale” l’assessore regionale alle infrastrutture informatiche e alla digitalizzazione, Stefano Ciuoffo, che ha puntualizzato come come le grandi aziende delle telecomunicazioni non si preoccupano di garantire i collegamenti informatici in quelle aree che non garantiscono una adeguata remunerazione in fatto di numero di cittadini residenti. “È in casi come questi, e sono tanti, che interviene la Regione con finanziamenti propri e attingendo a fondi nazionali ed europei, per garantire la copertura nelle aree cosiddette bianche”, ha detto Ciuoffo. “Ed entro il 2026 contiamo di raggiungere e di connettere compiutamente tutte quelle definite grige, dove il segnale arriva, ma non è di una qualità sufficiente. E’ necessario connettere alla rete anche quel 20% di studenti toscani che durante la pandemia non ha avuto modo di usufruire della didattica a distanza per inesistenti o insufficienti collegamenti”.
Di qualità della vita e di miglioramento delle condizioni sociali ha parlato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli. Intervenire, ha detto, significa “dare nuove opportunità e prospettive di residenza e di turismo di qualità, in maniera diffusa su tutta la regione. È fondamentale per questo che le azioni di rigenerazione urbana, sia attraverso la riqualificazione degli spazi, che con la creazione di servizi tendano a favorire le relazioni, la vita di comunità, la coesione sociale. Una comunità coesa e che si sostiene è infatti una comunità che garantisce più opportunità per tutti e tutte”.