Cultura/

“La Strega” di Salvator Rosa: l’incanto esoterico arriva agli Uffizi di Firenze

Il dipinto realizzato dal pittore durante il suo soggiorno fiorentino, dal 1640 al 1648, è stato acquistato dal museo per circa 450mila euro

La Strega di Salvator Rosa

Subito dopo le feste natalizie arriva alle Gallerie degli UffiziLa Strega’, opera esoterica del tormentato e originale pittore seicentesco Salvator Rosa.

L’opera realizzata dal pittore durante il suo soggiorno fiorentino (1640-1648) è stata acquistata dal museo per circa 450mila euro.

Il direttore degli Uffizi Simone Verde afferma: “Il prezioso ingresso in collezione della Strega di Salvator Rosa ci permette di accrescere qualitativamente il nucleo collezionistico della pittura seicentesca del museo con un autore che, napoletano di nascita e formazione, si muove tra Roma e Firenze caratterizzando in modo originalissimo l’arte italiana ed europea della metà del secolo”.

La donna è inginocchiata al centro del dipinto, il suo corpo è anziano, cadente e il pittore vi infierisce quasi ossessivamente, accentuandone i segni del tempo e mescolando i tratti femminili con caratteristiche più androgine.

Il viso è stravolto: la strega sbarra gli occhi pieni di rabbia, impreca e brandisce un ramo in fiamme nella mano sinistra, ostentando nell’altra un contenitore di forma sferica dal quale spunta una figura diabolica, simbolo delle forze infernali evocate con i suoi malefici.

Sparsi in terra vari oggetti: una brocca di vetro, delle monete, uno specchio, pezzi di ossa, un teschio e, in primo piano, squillante sul fondo bruno, un foglio bianco recante simboli esoterici insieme all’inconfondibile monogramma dell’autore: ‘SR‘.

Il dettaglio più sinistro e raccapricciante della composizione è però il bambino morto avvolto in un panno, nella penombra in secondo piano, alle spalle della fattucchiera. Si tratta di un riferimento alla leggenda secondo cui le streghe utilizzavano il sangue infantile per preparare le pozioni magiche.

Il direttore Simone Verde e la Strega di Salvator Rosa nel Deposito degli Uffizi

“Le Gallerie degli Uffizi – aggiunge il direttore Simone Verde – annoverano un cospicuo numero di dipinti di Rosa, soprattutto paesaggi e scene di genere, ma – a parte le Tentazioni di Sant’Antonio – il tema magico e stregonesco, che viene sviluppato dal pittore proprio a Firenze, risultava finora assente; adesso, grazie all’arrivo della Strega, possiamo dire di aver colmato in modo più che soddisfacente tale lacuna. Con questo capolavoro, un autentico manifesto teorico della pittura barocca, gli Uffizi si dotano dunque di un’altra potente icona, restituendo all’Italia un capolavoro altrimenti destinato all’esilio”.

La corte medicea e l’ambiente raffinatissimo delle accademie e degli eruditi fiorentini erano fortemente interessati ai temi esoterici, filosofici, ermetici e applicati allo studio dei testi filosofici antichi, come il Corpus Hermeticum, giunto a Firenze fin dalla seconda metà del XV secolo, tradotto da Marsilio Ficino e pubblicato in prima stampa nel 1470.

Questo contribuì in modo decisivo a orientare le scelte di Salvator Rosa verso le rappresentazioni di carattere negromantico nel suo soggiorno fiorentino, come le Streghe e gli incantesimi (oggi alla National Gallery di Londra), la Strega dei Musei Capitolini (colta in atteggiamento meditativo, contrariamente a quella degli Uffizi), la Menzogna e le Tentazioni di Sant’Antonio, entrambe accolte nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

Nella scelta iconografica, Rosa richiama la tradizione dei pittori nordici di ‘500 e ‘600, da Dürer a Baldung Grien a Jacques de Gheyn.

Al tema della magia il pittore dedicò poi anche alcuni componimenti letterari, tra i quali un’ode intitolata proprio La Strega (1646), incentrata sul tema della maledizione lanciata da una strega contro un uomo che non ha ricambiato il suo amore.

La Strega di Salvator Rosa
I più popolari su intoscana