Oggi crea abiti di alta moda nel laboratorio che era di sua nonna. E’ partito tutto da lì: da una casa nelle mura Siena, dall’amore per la sua città e dall’affetto di nonna Bruna che faceva la sarta e ha segnato per sempre il destino della nipote. Irene Mattei, alias Asia Neri, ha 36 anni, contradaiola del Drago, e da sola ha creato un brand che porta il nome scelto in quella sartoria quasi per gioco. Ci ha pensato un po’ – prima la laurea in economia, poi il lavoro nell’azienda di famiglia – ma non si può lottare contro una passione per sempre, così si è lanciata nel mondo della moda.
I suoi abiti dal taglio elegante sono stati scelti per la campagna della Vernaccia di San Gimignano: “La regina bianca in una terra di rossi”. Un vino femminile, che delle donne ha la delicatezza del tratto e la forza della conquista. E i suoi abiti ben rappresentano tutto questo. “Mi ispiro molto al luogo, al paesaggio e all’arte che ci circonda. Noi toscani abbiamo la fortuna di essere abituati alla bellezza, da quando siamo nati. Se l’occhio è abituato a vedere il bello anche la tua mano crea bellezza più facilmente”.
Sono abiti chiari, preziosi, ispirati alla dolcezza e alla morbidezza del paesaggio che circonda San Gimignano. “Il processo creativo parte dalla tela e dai tagli di stoffa. Ho associato la bottiglia di Vernaccia, la figura di una regina, il paesaggio e ho creato”. Pizzi, corpetti lavorati, mantelli plissettati che evocano la regalità e la forza di un simbolo di questa terra, il suo vino.
Un vino declinato al femminile: una regina bianca in una terra di re rossi
La Vernaccia di San Gimignano è oggi una delle poche denominazioni italiane declinate al femminile, primo vino italiano ad ottenere la Doc nel 1996. A presiedere il Consorzio c’è una donna, Irina Strozzi, e la scelta della campagna di lancio della nuova etichetta ha il volto femminile e gli abiti regali di Asia Neri.
“L’abito deve esprimere sicurezza, raccontare la propria storia, esaltare la forza che si ha dentro”, dice la stilista. Nelle sue collezioni traspare anche la voglia di emergere di una creativa che ha fatto un percorso professionale anomalo: “Di solito prima si lavora per un brand e poi si crea il proprio, io ho saltato il passaggio e sono partita da zero. E’ stato faticoso, difficile, ho studiato tanto, e ci sto riuscendo”.
Nelle sue collezione di alta moda, Irene porta sempre la Toscana nel cuore. Nel 2017, ad Altaroma ispirò la sua collezione al Lorenzetti e alla mostra del Santa Maria della Scala, alle sue Maestà eleganti e alle vesti della scuola senese del XIII e XIV secolo. Abiti bianchi e neri come la Balzana: “Siena mi ha cullato e io la amo tantissimo, sarà sempre con me, ovunque mi porterà la mia passione”.