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La Regione fa ricorso alla Corte Costituzionale per l’autonomia differenziata, Giani “Si rischia uno Spacca-Italia”

Lo ha annunciato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, durante una conferenza stampa in cui ha illustrato i motivi del ricorso

Eugenio Giani

La Regione Toscana ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata perché ritiene che contraddica lo spirito della Costituzione italiana.

Lo ha annunciato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, durante una conferenza stampa in cui ha illustrato i motivi del ricorso.

“La Toscana – ha spiegato Giani – ha presentato ricorso basandosi su 12 punti: il principale è il fatto che a mio giudizio la legge di Calderoli contraddice lo spirito dell’articolo 116 della Costituzione, perché individua una serie amplissima di materie in modo generale”.

Quindi “le Regioni con questa legge diventano Regioni a statuto speciale come quelle che già ci sono. Ecco quindi che parliamo di ‘Spacca Italia’”.

“Invece – argomenta Giani – l’articolo 116 della Costituzione chiede ‘particolari’ forme di autonomia, ovvero il leggere in ciascuna regione quello che è specifico e che può essere gestito in autonomia. In Toscana, per esempio, i beni culturali, la geotermia, le zone lacustri di interesse nazionale come la Laguna di Orbetello, l’arcipelago, ovvero una ricchezza di tante isole che richiedono una specificità di gestione”.

Il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo ha dato il suo appoggio alla proposta e ha aggiunto: “Dopo la richiesta di referendum avanzata dai Consigli Regionali e le oltre 500mila firme dei cittadini per abrogare l’autonomia differenziata, oggi la battaglia contro questa norma che spacca l’Italia si arricchisce del ricorso della Regione Toscana alla Consulta su iniziativa del Presidente Eugenio Giani. Un’iniziativa utile e parallela al referendum, per fermare una legge ingiusta, che aumenta le disuguaglianze e crea 20 piccole Italie più deboli e fragili. Noi ci batteremo per costruire un’Italia in grado di aiutare i più fragili senza lasciare indietro nessuno, dove non ci siano cittadini di serie A e di serie B in base al luogo di nascita.”

Il professore Andrea Pertici, avvocato e docente di diritto costituzionale all’Università degli Studi di Pisa che ha collaborato con l’avvocatura della Regione nella stesura dell’atto ha spiegato: “Il ricorso della Toscana si basa su alcuni elementi della legge sull’autonomia differenziata che ci sembrano nettamente in contrasto con l’articolo 116 terzo comma della Costituzione, che è la principale norma violata, ma non la sola. Abbiamo sollevato le questioni del procedimento per concedere maggiori condizioni di autonomia, dove è emersa una marginalizzazione del Parlamento e, da un certo punto in poi, una perdita della possibilità di interagire da parte della Regione e un coinvolgimento limitato della conferenza unificata Stato-Regioni”.

Il professore si sofferma anche sui punti che riguardano la determinazione dei Lep. “La legge prevede che siano solo individuati e non finanziati né garantiti, come invece sarebbe opportuno. Su questo punto – specifica Pertici – ci sono state anche molte critiche provenienti da esperti, come il professor Gianfranco Viesti e l’ex governatore della Banca d’Italia. Ignazio Visco, prima della sua scadenza, infatti, ha rilevato come l’opera svolta dal comitato per la determinazione dei Lep avesse condotto ad esiti deludenti, perché questi parametri erano individuati in termini troppo generici, senza una reale misurabilità, una mera ricognizione. A ciò si aggiunge la questione dell’extra gettito e del fondo perequativo, previsto dal 119 della Costituzione, fondo istituito proprio per garantire a tutte le regioni i diritti fondamentali. La legge sembra mantenere un extra gettito sempre maggiore per alcune a detrimento di altre, senza assicurare un equilibrio; tutto questo – conclude Pertici – potrebbe innescare una sorta di corsa all’autonomia differenziata per avere maggiori vantaggi.”

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