La prima cosa bella da fare appena sarà finito l’incubo del Corona Virus, appena ci riapproprieremo delle nostre vite, quale sarà?
Un tramonto in libertà, un abbraccio di quelli che si fanno sentire, un bacio a chi amiamo, un concerto, attaccati uno all’altro perché la musica unisce, una partita allo stadio. Cose semplici, ma da fare vicini.
Una domanda che ho voluto porre anche sui social, così da capire quanto sia comune, in questo momento il nostro ‘sentire’, quali siano le mancanze, i desideri, la speranza.
Agnese, ad esempio, guarda già al futuro e pensa al ‘terzo figlio’. Francesco invece mi scrive che la prima cosa da fare è ‘andare al mare e fare il bagno anche se l’acqua sarà fredda’. Poi aggiunge ‘mangerò uno spaghetto con le telline ed innaffierò tutto con una Vernaccia’. E sono in tanti, oggi, a sognare il mare. Anche Sandra. Quello che più le manca però sono ‘le piccole cose quotidiane’ che oggi ci appaiono ‘enormi’. Maria invece pensa al domani con suo figlio e con il fratellino che arriverà. ‘Lo stiamo aspettando ma purtroppo non con la giusta felicità’, confessa.
E poi c’è Nadia che nell’era del post-virus che ci troverà profondamente cambiati, si aspetta giorni più slow. ‘Vorrei scendere da questa vita in corsa per ritrovare il tempo della riflessione – scrive – dell’osservare senza fare, del passeggio senza meta. Vorrei smettere di correre in angoscia dentro a una società dove tutto è consumo senza sosta, dove se sei veloce, connesso e iperattivo. La lentezza, per ritrovare ciò che abbiamo perso’.
Sicuramente cambierà anche il nostro modo di vivere le situazioni, la vita di ogni giorno e perché no, anche i viaggi. Andrea su questo ha già deciso prenderà un camper per girare l’Italia tra ‘ristoranti e botteghine’.
C’è poi chi sogna il calcio. Per alcuni è vita e professione. Come l’ex calciatore di Fiorentina e Siena, Alfonso Camorani. ‘Appena finirà tutto tornerò al campo’. Il giocatore della promozione in A con Emiliano Mondonico ha una sua scuola calcio e quel che gli manca di più è proprio il rapporto giornaliero con i suoi ragazzi. Spera di rivedere presto il mare invece l’ex presidente del Lecce, Rico Semeraro.
Manca il contatto umano ad Alessio. La prima cosa bella che farò? ‘Abbracciare anche i pali della luce e baciare a più non posso, sia sulle guance che sulle labbra’.
Infine c’è Claudia, infermiera a Siena. ‘Finito tutto? Tornerò a lavoro serena, in ospedale è guerra. Vi prego rimanete a casa’.
Sognate dalle vostre quattro mura, aggiungo. Un’attesa del domani che potete vivere al sicuro, dentro casa. In questa situazione chi rimane a casa è un privilegiato e ne deve essere cosciente. Chi rimane a casa tutela se stesso e gli altri. Chi rimane a casa deve pensare a tutti coloro che invece sono costretti a lavorare in esterno, nelle aziende, negli ospedali, nei trasporti, nei supermercati. Solo con questa consapevolezza del ‘privilegio’ potremo guardare avanti ed essere pronti a vivere il futuro quell’agognata ‘prima cosa bella’ che faremo domani. Insieme.