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“La poetica del colore” di Mira Maodus in mostra al Palazzo del Pegaso

Dal 6 al 16 marzo si tiene nello spazio espositivo Carlo Azeglio Ciampi di palazzo del Pegaso la mostra “Mira Maodus, la poetica del colore” dedicata all’artista francese di origine serba che analizza il rapporto tra la pittura e la poesia

Mira Maodus

Dal 6 al 16 marzo si tiene nello spazio espositivo Carlo Azeglio Ciampi di palazzo del Pegaso la mostra “Mira Maodus, la poetica del colore” dedicata all’artista francese di origine serba, a cura della livornese Silvia Pampaloni.

La pittrice torna a esporre in Italia per presentare a Firenze una ventina di opere dedicate specificatamente alla relazione tra pittura e poesia.

Dagli esordi figurativi ispirati all’espressionismo tedesco fino all’approdo all’astrattismo a Parigi, Mira Maodus ha concentrato la sua ricerca pittorica verso l’armonia della composizione.

A partire dalla metà degli anni ’80, l’artista comincia a indagare la poetica della scrittura. Poche frasi, parole, lettere, segni svelati attraverso l’assemblaggio di colori che rimandano ai suoi artisti preferiti, precursori dell’Espressionismo e del Fauvismo.

Approfondendo il suo incontro con la calligrafia giapponese, studiata in Giappone per sette anni, e associandola al rigore dell’alfabeto cirillico come tributo alle sue origini, Mira dedica il suo processo artistico all’esplorazione dell’universale sinfonia del segno.

Ispirata da sempre dalla grande poesia mondiale (Arthur Rimbaud, Aleksandr Puškin, Salvatore Quasimodo, Jovan Dučić, Sergej Esenin, Gabriele D’Annunzio, Paul Verlaine) Mira Maodus esprime le sue emozioni in sovrapposizioni complesse di colore, attraverso l’utilizzo delle antiche tecniche della realizzazione degli sfondi bizantini.

Sintesi di questa ricerca di universalità è il polittico “Omaggio a Dante Alighieri” realizzato appositamente in onore della città di Firenze.

Questa mostra rappresenta anche la preziosa occasione di accostarsi per la prima volta in Italia ai versi del più noto poeta serbo, Jovan Dučić (1871 Trebinje, Bosnia – 1943 Gary, Stati Uniti), alla cui poetica Mira Maodus ha dedicato un’intera serie di quadri oggi ospitata nella collezione permanente del Museo Hercegovine a Trebinje (Bosnia Herzegovina).

Grazie alla presenza del quadro “Flying” gentilmente concesso dal Museo Hercegovine sarà possibile per la prima volta leggere la poesia in italiano, nella versione inedita della traduttrice Ana Ilic.

La vita artistica di Mira Maodus

Mira Maodus vive e lavora tra Parigi, Belgrado, Trieste e Tokyo. Nasce il 14 ottobre 1942 in un campo militare italiano a Medak, nei Balcani, dove la madre Sofija Tesla, nipote dello scienziato Nikola Tesla, si era rifugiata per sfuggire alla fucilazione.

Dopo la guerra la famiglia si trasferisce nella città di Belgrado. Sin da piccola Mira sviluppa una potente propensione per l’arte. Decide da ragazza di lasciare la Jugoslavia per seguire la sua vocazione, studiando prima alla Werkkunstschule di Francoforte (1965-1968), all’Accademia delle Belle Arti di Venezia (1969-1972) ed a l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-arts a Parigi (1972-1975).

Nel 1978 consegue un Master all’Università di Milano. Dopo un primo periodo più figurativo, ispirato all’espressionismo tedesco ed al fauvisme, Mira Maodus riesce a Parigi a esprimere con forza il suo talento di artista astratta, contrapponendo nelle sue composizioni cromatismi, simboli, parole e versi poetici in un vortice espressivo intenso.

Dal 1973 espone in mostre personali e collettive in Francia, Serbia, Giappone, Italia, Belgio, Russia, Svizzera, Gran Bretagna, Cina, Stati Uniti, Canada. L’UNESCO ha scelto per 15 anni le sue tele come immagini delle carte augurali del nuovo anno. In occasione del 150 esimo anniversario, il Comune di Parigi (Mairie du 15ème) ha selezionato un’opera di Mira Maodus come simbolo delle celebrazioni.

I suoi quadri figurano nelle collezioni permanenti del National Museum e del Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado (Serbia), del Museum of Modern Art Banja Luka (Bosnia), dell’ Herzegovine Museum Trebinje (Bosnia Erzegovina), del National Museum Arad (Romania) e del Miyagi Museum of Art a Sendai (Giappone).

Il legame tra Mira Maodus e il livornese Amedeo Modigliani

C’è un legame che unisce Mira Maodus a uno degli artisti toscani moderni più noti, Amedeo Modigliani. Per quasi cinquant’anni Maodus ha vissuto e lavorato nell’ultimo atelier d’artista della Cité Falguière, a Parigi.

Costruita nel 1861 come cittadella per scultori, la Cité Falguière attirò artisti da tutto il mondo tra cui Gauguin, Modigliani, Soutine, Brancusi, Foujita.

Nell’atelier di Mira ha vissuto anche l’artista russo Chaïm Soutine, che ne immortalò la facciata nel suo quadro “L’atelier du peintre” (1914). Nel cortile interno della Cité Falguière Amedeo Modigliani scolpì molte delle sue sculture, tra cui “La Cariatide” (New York, The Museum of Modern Art).

Nel settembre 2021, Mira ha accettato il progetto dell’associazione culturale no-profit L’Air Arts che ha reso l’Atelier 11 un Centro di Studi sugli artisti della Cité Falguière ed una residenza per artisti internazionali.

Nel 2022 il Ministère de la Culture francese ha finalmente riconosciuto l’Atelier 11 come sito culturale da preservare, all’interno della missione Patrimoine Île de

Mira Maodus

Informazioni sull’evento:

  • Quandodal 06 Marzo 2024 al 16 Marzo 2024
  • DoveSpazio espositivo “C. A. Ciampi” di Palazzo del Pegaso, via de' Pucci, 16, Firenze (Firenze) Indicazioni
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