Lo stupore provato nel ritrovamento dei bronzi di San Casciano dei Bagni si rinnova nella meraviglia di un’altra scoperta: un Apollo di marmo è riemerso dalle calde acque degli scavi archeologici. Una figura giovane, elegante e sinuosa, impegnata a cacciare una lucertola, raffigurata in una statua alta quasi due metri, ma fatta a pezzi, pare, per volontà di chi a quel tempo voleva dire addio al mondo degli dei. Il ritrovamento è stato raccontato in eslusiva all’Ansa dal professor Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena
L’Apollo è una copia in marmo da un originale in bronzo del greco Prassitele e si accompagna a un particolarissimo donario in pietra con un’iscrizione bilingue e tanti piccoli oggetti in bronzo, terracotta e cristallo.
La scoperta
La statua è riemersa in un punto dove l’acqua sgorga con una forza di trenta litri al secondo. Ad essere notate sono state prima le gambe affusolate. “Erano nascoste da una colonna calata in verticale proprio per chiudere e sigillare tutto – spiega sempre all’Ansa il direttore dello scavo, l’archeologo Emanuele Mariotti – quando ce le siamo ritrovate davanti è stato pazzesco. Dietro alle gambe, tuffato a testa in giù è venuto fuori il busto e poi un piccolo altare, in una sequenza incredibile”.
Un corpo di marmo che sembrava rinascere: “Fra le nostre braccia quel corpo di marmo era caldo tanto da sembrare vivo”, si emoziona il professor Tabolli rivivendo il ritrovamento.
A differenza dei bronzi ritrovati intatti – e oggi in mostra al Quirinale – questo Apollo è ridotto in pezzi, con le braccia e parti della testa che devono ancora essere trovati. “Non è stato un caso, questa statua è stata volutamente rotta e poi buttata nella vasca proprio al momento della definitiva chiusura del sito, nel V secolo dopo Cristo, difficile dire con certezza se per un ultimo atto rituale pagano, di protezione o se come volontà iconoclasta dei cristiani”, fa notare l’archeologo Mariotti.
Il valore scientifico della statua
L’Apollo di San Casciano ha un enorme interesse scientifico perché, ed è la prima volta, una copia della statua di Prassitele – il cui originale è forse il bronzo conservato a Cleveland e le sue copie più famose al Louvre e ai Vaticani – viente collocata in un preciso contesto.
Non esiste nemmeno un mito che spieghi il significato della lucertola, almeno fino ad ora. “Qui un legame potrebbe venire fuori e proprio con la medicina – anticipa Tabolli – visto che la lucertola per gli antichi era legata alle cure oftalmiche e che nella vasca sono stati trovati esemplari di lucertole in bronzo”.
L’antico tempio toscano dove gli antichi si venivano a curare riserva dunque ancora sorprese. Se prima appariva come un piccolo edificio accanto alla sorgente e alla vasca, dopo mesi di lavori lo scavo si è allargato fino a svelare un vero e proprio tempio con il portico a quattro colonne e un podio a coprire in parte la grande vasca, ornata da statue monumentali, tra cui forse anche quella dell’Apollo ritrovato.
E dallo scavo riemerge anche la quotidianità del tempio, come sottoline dal Mic il direttore generale archeologia Luigi La Rocca: “Non solo bronzi dunque, erano dedicati alle divinità salutifere venerate in questo straordinario santuario delle acque, ma anche statue in marmo, di pregio, talora repliche, come in questo caso, di originali greci, testimonianza della frequentazione di soggetti appartenenti ai ceti sociali più vari, dalle ricche aristocrazie etrusche ai più umili operai impegnati nella costruzione degli edifici sacri”.
Il progetto del Parco archeologico
Un percorso per entrare e immergersi nella storia riscoperta a San Casciano dei Bagni, dalla vasca al santuario etrusco poi diventato tempio romano: 3 o 4 anni e un investimento di almeno 5-6 milioni di euro e questo diventerà realtà, come spiega ancora all’Ansa il direttore generale archeologia del ministero della Cultura Luigi La Rocca.
“Andare avanti velocemente nelle ricerche e nello stesso tempo allestire un percorso capace di offrire ai visitatori un vero e proprio bagno nella storia”, è il progetto. “Alla luce dei risultati eccezionali delle prime campagne di scavo, San Casciano è diventato una priorità e vale la pena di fare un cambio di passo, con il ministero che affiancherà il Comune e l’Università per Stranieri di Siena anche negli scavi”, sottolinea La Rocca.