Il canto delle rivoluzioni nel mondo è da sempre “Bella ciao”
L’abbiamo intonata nelle celebrazioni della Liberazione, canticchiata come motivo che fa parte del nostro vissuto, ha entusiasmato generazioni, è stata tradotta praticamente in tutte le lingue, è stata l’inno di tante rivoluzioni: la canzone Bella ciao, continua ad essere tramandata nel tempo e adesso rivive un momento di grande popolarità grazie al cinema, dopo aver conosciuto un altro importante momento di gloria, essendo stata il canto intonato dai “ribelli” della serie tv mainstream, La casa di carta.
Arriva a Firenze, al cinema La Compagnia (in programma il 25 aprile, dopo la proiezione allo Stensen del 19 e l’anteprima del 9 febbraio al Grotta di Sesto) il documentario Bella ciao. Song of Rebellion, di Andrea Vogt, documentario che ripercorre la storia di un motivo popolarissimo, nato come inno antifascista dei Partigiani italiani e diventato la colonna sonora della ribellione e la voglia di libertà in tutto il mondo.
Il documentario va ad indagare sulla storia della nota canzone popolare, tramite interviste e filmati d’archivio: una ricostruzione nella quale ha una parte importante l’Istituto Ernesto de Martino di Sesto Fiorentino, che ne conserva le registrazioni storiche, in vinile e non solo e che ha contribuito al film con documenti video e sonori originali.
Nel film anche l’intervista a Cesare Bermani, che svela le origini partigiane della canzone (adattata dalla Brigata Maiella nel 1944), poi arrangiata dal cantautore Fausto Amodei; la grande musicologa e cantautrice Giovanna Marini racconta la partecipazione del brano al festival di Spoleto nel 1964, dove fece scoppiare uno scontro tra i partecipanti; il partigiano Paolo Orlandini, di Ancona, rievolca le sanguinose battaglie dove sentì da giovane cantare Bella Ciao, nel febbraio 1944; infine il cantautore e regista Paolo Pietrangeli racconta gli anni della contestazione nel’68 nei quali ebbe un ruolo la canzone di protesta.
“Bella ciao” è stato anche il canto delle donne partigiane
Ma la produzione cinematografica non si ferma qua: è stato infatti realizzato quest’anno un secondo documentario, Bella ciao. Per la libertà, di Giulia Giapponesi. La regista delinea un percorso tutto al femminile, di presa di coscienza del ruolo delle donne nella lotta partigiana. E in questo racconto fa parlare proprio le donne che all’epoca c’erano e porta lo spettatore a conoscere giovani donne nostre contemporanee che con quella canzone hanno lottato, come nel caso di una politica turca, che nel film racconta come per Bella ciao sia finita sotto processo, o quello di una combattente curda, che sente il canto italiano come un suo patrimonio culturale, simbolo della lotta del suo popolo.
Dall’Italia al Medio Oriente, fino alla guerra in Ucraina, “Bella ciao” è il canto di chi lotta per la Liberazione
Sono tante i popoli che lottando si sono uniti intorno alla propria bandiera e hanno intonato strofe musicali di Bella Ciao: proprio negli ultimi giorni il canto è diventato il simbolo della Resistenza del popolo Ucraino nella guerra che sta combattendo contro l’invasione da parte della Russia.
La presentazione di “Bella ciao. Song of Rebellion” a La Compagnia
La proiezione fiorentina, al cinema La Compagnia (ad ingresso libero, ritirando l’invito alla cassa del cinema), in programma il 25 aprile alle ore 21.00, in una serata organizzata con Associazione Anémic, e il patrocinio di ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, introdotta da Enrico Acciai, docente all’Università Roma Tor Vergata, a nome dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, dalla regista Andrea Vogt e dal produttore Paul Russel, sarà preceduta da due titoli della storia del cinema sul tema della lotta partigiana e della Liberazione, di Roberto Rossellini: Paisà (ore 16.00) e Roma città aperta (ore 19.00)