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Isole artificiali per combattere il sovrappopolamento: l’Università di Firenze coordina il progetto europeo da 1,2 milioni di euro

Per ovviare alla “fame di terra” dovutas a una popolazione mondiale in costante crescita il progetto FAMOS prevede di creare isole galleggianti, autosufficienti e sostenibili

Il progetto delle isole artificiali dell’Università di Firenze - © Università di Firenze

Creare un sistema di isole artificiali e autosufficienti per combattere il sovrappopolamento. È questa l’idea del progetto euroopeo FAMOS, coordinato da Lorenzo Cappietti, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze che coinvolge anche University of Adger (Norvegia), Jagiellonian University (Polonia) e University of Cyprus (Cipro).

Isole galleggianti vicine alla costa europea

Con un budget complessivo di 1 milione e 200mila euro, di cui 500mila euro destinati all’Università di Firenze, FAMOS ha come obiettivo rispondere al problema della “fame di terra” dovuta alla crescita della popolazione mondiale con la conseguente carenza di terre abitabile.

Il progetto parte dal presupposto che i mari svolgano un ruolo cruciale per sopperire alla “fame di spazio”e propone e sviluppa i concetti innovativi di isole galleggianti modulari per siti marittimi offshore, in acque relativamente profonde e completamente esposti all’azione dei moti ondosi. Si svolgerà principalmente in Grecia, Italia, Polonia e Norvegia, così da esplorare l’Unione Europea dai confini meridionali a quelli settentrionali.

“Sebbene siano già stati sviluppati alcuni impianti basati su strutture galleggianti, attualmente sono posizionati in aree relativamente vicine alla costa e in acque relativamente poco profonde, soggette a moti ondosi moderati – spiega il professore Cappietti,principal investigator per il progetto e docente di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia – il passo in avanti che il progetto intende compiere è realizzare una tecnologia che permetta lo sfruttamento di aree marine lontane dalla costa in alti fondali, completamente esposte a moti ondosi potenzialmente devastanti”.

Un sistema di isole sostenibili e specializzate

L’ipotesi tecnica principale di FAMOS si fonda su mega strutture galleggianti che sono più sostenibili rispetto all’utilizzo di strutture appoggiate sul fondo, sia in termini ambientali che economici, soprattutto nel caso dell’esplorazione aree marine lontane da costa e in alti fondali. Per far fronte alla produzione idrica, energetica e alimentare e alla necessità di spazio per attività sociali e produttive, alcune isole saranno “specializzate” in determinati compiti.

“FAMOS – prosegue il professor Cappietti – intende sviluppare una nuova proposta tecnica per realizzare aree marine offshore multiuso. Dal nostro punto di vista, in questa prospettiva emergono due domande cruciali: l’umanità è pronta a vivere sulla superficie dell’oceano per far fronte alla mancanza di risorse utilizzabili? Come possiamo creare spazi offshore multiuso sostenibili, affidabili e socialmente accettabili?”.

Il progetto opererà anche da un punto di vista sociale e mira a creare consenso sociale a supporto della realizzazione effettiva delle isole, grazie al coinvolgimento attivo dei portatori di interessi sociali, ambientali e politici sin dalle prime fasi di sviluppo della proposta.

Con una durata di 36 mesi, FAMOS fa parte della Sustainable Blue Economy Partnership, partenariato internazionale istituito dalla Commissione europea: coordinato da Italia e Norvegia, è dedicato alla tutela di oceani, biodiversità e risorse ambientali marine, con l’obiettivo di conciliare ecologia e sviluppo.

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