Lunedì 9 dicembre al Teatro Verdi di Firenze torna una delle cantautrici toscane più amate: stiamo parlando di Irene Grandi.
Dopo la pubblicazione del singolo “Fiera di Me”, arricchito dalla supervisione ritmica di Stewart Copeland storico batterista dei Police, e del brano “Universo”, scritto appositamente per lei da Francesco Bianconi e Kaballà, Irene Grandi ha dato il via il 1° novembre al “Fiera di me Tour”.
Una serie di concerti dedicati ai suoi splendidi 30 anni di carriera, che tra novembre e dicembre toccherà i teatri di tutta Italia. Un viaggio emozionale attraverso le sonorità e le storie che hanno segnato il suo percorso, per vivere da vicino il talento e la passione di una delle voci più iconiche della musica italiana.
Ogni esibizione è un’esplosione di energia. Non semplici concerti, ma esperienze che toccano il cuore degli ascoltatori, un incontro magico tra Irene Grandi e il suo pubblico che celebra la musica in tutte le sue sfumature.
Al suo fianco, sul palco, Max Frignani alla chitarra, Piero Spitilli al basso, Fabrizio Morganti alla batteria, Marco Galeone alle tastiere e Titta Nesti, che porterà il suo contributo come corista e polistrumentista.
Ascolta o leggi la nostra intervista a Irene Grandi
Ciao Irene! Siamo stati felici di ascoltare i tuoi nuovi pezzi da “Fiera di me” fino a “Universo” bellissimo singolo che hai scritto insieme a Francesco Bianconi che è un tuo amico di lunga data, com’è nata questa collaborazione?
Quella canzone in realtà era lì da un po’ di tempo, attendeva il momento giusto. Non sempre succede che le cose vanno cotte e mangiate, questa ha avuto bisogno di tempo. Dal mio ultimo disco di inediti è passato un po’ di tempo, anche perché ero impegnata con il progetto “Io in blues”. Poi quest’anno mi è tornata la voglia di fare qualcosa di nuovo, avevo il desiderio di tornare a fare canzoni. Nella rosa dei pezzi è uscito fuori, come un piccolo diamante, questo brano della penna di Francesco Bianconi. Si sente subito che ha qualcosa di speciale, di profondo, di retrò, sta molto bene nella mia voce devo dire. Mi piace come stanno le sue parole sulle mie “corde”. Poi c’è stato anche l’intervento del produttore artistico Pio Stefanini che praticamente è stato il produttore anche di “Bruci la città” e “La cometa di Halley”. Lui ha avuto subito un’idea per produrre questo brano che originariamente aveva un ritmo molto più lento. Quindi si è creato come un cortocircuito tra me e Bianconi, questa figura un po’ scura, molto crepuscolare, con me che sono invece solare.
cercherò di raccontare tutte le facce della mia musica: quella più soul, quella più rock, quella più sognante, quella più cantautorale, quella più power
Il disco quando potremo ascoltarlo per intero?
Ci sono tante cose che aiutano o non aiutano a far uscire un disco. Il disco c’è già nella sua struttura ma i singoli sono molto importanti, per cui visto che adesso non c’è più l’obbligo di far uscire un disco, allora in un certo senso stiamo valutando nel mentre. Abbiamo un tour che vogliamo far partire parallelamente ai singoli per festeggiare il trentennale. Il disco arriverà ma non abbiamo ancora una data.
Non hai mai lasciato il palco, noi ti abbiamo seguita anche con il progetto sul blues. ma come affronti questo nuovo tour che ti riporterà nei teatri?
Sono molto, molto contenta, esco proprio adesso da un turno di tre giorni di prove con il team di quest’anno. Avremo una produzione come avevo anche in passato, quindi uno studio nelle luci e nello spettacolo, una scaletta molto variopinta perché cercherò di raccontare tutte le facce della mia musica: quella più soul, quella più rock, quella più sognante, quella più cantautorale, quella più power. Sono molto felice di questo tour perché secondo me verrà fuori un ottimo lavoro musicale che racconterà la mia carriera in modo esaustivo. Sono stracontenta ed è una cosa che mi sono conquistata anche grazie ai progetti paralleli degli ultimi anni. In teatro la mia musica non è che fosse proprio nel posto più adatto. Ma lavorare alle sfaccettature della mia curiosità musicale, da Bollani nel 2012 a Pastis nel 2016, fino all’ “Io in Blues”, mi ha fatta conoscere da un pubblico diverso, più maturo e più interessato alla musica e per me questo è un bellissimo obiettivo raggiunto.
Da toscani noi facciamo il tifo per te! Ti faccio un’ultima domanda: ormai viviamo in un mondo in cui anche nel campo musicale spesso conta molto l’immagine, le mode del momento. Te non hai bisogno di tutto questo, ma quant’è difficile per te farti strada in un mondo che è cambiato così tanto
Certo, il mondo è cambiato moltissimo. Ci si deve credere veramente tanto, nel senso che i risultati non sono per niente garantiti, neanche prima ma oggi meno. Ci si deve ingegnare per fare cose che ti piacciono, in cui ti riconosci e che fai volentieri, proprio perché il lavoro c’è sempre, il perfezionamento, il miglioramento, ma i risultati non arrivano sempre.
Tu intendi che la qualità non paga sempre…
Io tengo molto alla qualità, cerco di circondarmi di persone valide e competenti però nello stesso tempo siccome il discorso economico è peggiorato, si fa fatica a portare a casa il minimo per sopravvivere. Devi amare molto il tuo lavoro e farlo per il gusto di farlo. Io credo che se lavori con passione e determinazione, prima o poi i frutti arrivano e verrai premiato. Devi mantenere vivo il tuo fuoco sacro, poi il resto arriverà.