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Come ti “smonto” le fake news sui cambiamenti climatici, intervista al meteorologo Giulio Betti

Per rispondere allo zio complottista che ci troveremo davanti alla prossima cena in famiglia arriva in nostro soccorso il libro del meteorologo del Consorzio Lamma, Giulio Betti, che grazie all’esperienza maturata e all’ironia smitizza le bugie e le fake news sul cambiamento climatico

Con la tipica ironia fiorentina, ma soprattutto grazie agli oltre venti anni di esperienza nel campo della meteorologia e della climatologia, Giulio Betti scompone una ad una le bugie che ruotano attorno ai cambiamenti climatici, rispondendo a domande, riflessioni e dubbi, senza dimenticare le teorie del complotto, che molto spesso trovano legna da ardere sui social media e purtroppo sui mezzi d’informazione. Tutto questo lavoro si è tradotto nel libro “Ha sempre fatto caldo! E altre comode bugie sul cambiamento climatico”, edito da Aboca Edizioni, che sarà disponibile in tutte le librerie, fisiche e digitali, dal 13 settembre. Proprio in vista dell’uscita abbiamo intervistato Giulio Betti, meteorologo del Consorzio LaMMA.

Come è nata l’idea che sta dietro a questo libro, di andare a sbrogliare un po’ tutte le bugie che ruotano intorno al cambiamento climatico?

Il tutto è nato dal fatto che dopo 5-6 anni in cui scrivevo su Twitter/X (Giulio_Firenze), dove i miei follower andavano aumentando per via dei contenuti che ritenevano evidentemente interessanti, mano a mano che andavo a parlare del cambiamento climatico, dei dati oggettivi, sotto tra le risposte spesso c’erano persone, virtuali o meno, che criticavano o mettevano in dubbio ciò che scrivevo. Pur andando a descrivere dati oggettivi di grandi centri di ricerca. E in tutte queste risposte negli anni ce ne sono state alcune ovviamente offensive, gravi, altre quasi divertenti, perché erano particolarmente creative, anche se andavano a negare in maniera un po’ strumentale la realtà. Nel tempo che ho interagito sui social con questi scettici, negazionisti o semplicemente persone che avevano dubbi leciti, è maturata in me l’idea di dedicare un libro a smascherare le più grandi bugie e leggende metropolitane sul cambiamento climatico come Annibale che valica le Alpi, la terra verde di Erik il Rosso, la famosa Groenlandia che sembrava essere l’Eldorado, piena di sterminati campi rigogliosi di erba, ma anche che non è vero che i ghiacciai respirano o che si sono sciolti molto più velocemente durante la fine dell’ultima glaciazione. Insomma tutte queste dicerie, mezze verità e bufale che puntualmente, tutte le volte, ricorrevano sotto i miei tweet, sotto le mie interviste, le ho trasformate in un vademecum.

Giulio Betti

Un vademecum che si rivolge a tutti, anche a chi non ha le conoscenze su questi temi?

Il libro si rivolge a tutti, anche a chi non ha competenze del settore, al cittadino comune. A volte le repliche che mi vengono fatte sono mezze verità, possono avere un minimo di fondamento scientifico, ma che spiega soltanto l’1% del problema. In chi non ha i mezzi, gli studi e l’esperienza per rispondere, effettivamente può esserci un dubbio. Ad esempio, quando rispondono alle ondate di calore di oggi con negli anni 30 negli Stati Uniti ha fatto un caldo incredibile, se però vai a contestualizzare quell’episodio di caldo a livello globale, vedrai che il globo era molto più freddo di ora. Un esempio più recente è l’inverno freddissimo registrato quest’anno in Scandinavia, ma su tutto il resto del mondo le temperature sono state molto superiori alla norma, si tratta di un episodio inserito comunque in un mondo che purtroppo tende a scaldarsi. Si tratta quindi di fenomeni che a chi non ha i mezzi per contestualizzarli, possono oggettivamente e a ragion veduta creare dei dubbi. Questo libro non è soltanto un debunking, tra virgolette, di sciocchezze, ma è anche una guida, accessibile a tutti, per poter rispondere ad argomenti complessi.

Do uno strumento per chiunque per poter controbattere a chi nega l’evidenza dei cambiamenti climatici

Libro che vuole superare la narrazione catastrofista che viene spesso utilizzata quando si parla di cambiamenti climatici?

Non bisogna farsi prendere dalla sventura o pensare che qualsiasi evento meteo estremo sia legato al cambiamento climatico. Nel libro c’è anche una critica ad una narrazione eccessivamente pessimistica.

Nel tempo esempi di disinformazione ci sono sempre stati e ce li siamo un po’ portati dietro, oggi però con gli strumenti che abbiamo a disposizione e ad una informazione sempre più polarizzata si sono amplificati  

Infatti, nel libro, sottolineo come con internet, le persone, chi in buona fede vuole capire qualcosa sull’argomento viene letteralmente travolto da centinaia di migliaia di informazioni spesso contraddittorie che non fanno altro che alimentare dubbi o confusione. I social media in questo senso sono appunto una giungla in cui chiunque può dire qualsiasi cosa e così rimarranno, perché comunque si tratta di piattaforme in cui ognuno può esprimere la propria opinione, ma di opinioni si parla. Le opinioni non sono fatti, una persona senza dati è una persona con un’opinione, le opinioni sono tutte dignitose ma di fronte al dato oggettivo l’opinione non serve a niente. In maniera molto umile ho provato a mettere un po’ di chiarezza in questo mare magnum di disinformazione, oppure di informazioni date male.

Ho cercato un compromesso tra la risposta facile e falsa e la risposta difficile ma corretta

Tutto questo lo hai fatto con un linguaggio accessibile che ti ha contraddistinto anche in questi anni per la tua attività di divulgazione sui social.

Il tono è molto spesso anche ironico, sono di Firenze, in certi momenti il libro strappa anche qualche risata. Questi temi vanno affrontati anche con un po’ di leggerezza. I cambiamenti climatici sono un argomento grave, ma per me l’ironia è fondamentale come strumento per rasserenare e mettere a proprio agio l’interlocutore e poi serve anche per smontare diciamo “i cattivi”, se c’è una cosa che i disinformatori non hanno e non sanno usare è proprio l’ironia.

Immagino che in questo libro ci sia anche un po’ dell’esperienza fatta con il LAMMA e degli approfondimenti sul meteo che fate sui social

Lavoro al LAMMA da 15 anni, nel campo della meteorologia da 23. Molti spunti del libro sono anche frutto di discussioni e confronti che ho avuto con i colleghi. Il background dell’esperienza che ho fatto al LAMMA e al CNR sono stati fondamentali per avere anche le basi scientifiche e tecniche per poter scrivere questo libro. È l’ambiente in cui sono cresciuto.

Possiamo provare a stilare una classifica delle fake news più diffuse o più difficile da smontare?

Difficile da smontare nessuna, perché sono tutte abbastanza facili da smontare per chi ha i mezzi per farlo, però sicuramente Annibale che valica le Alpi è una degli evergreen più utilizzati, cioè Annibale che a tempi dei Romani valica le Alpi con gli elefanti viene usata per dimostrare come all’epoca fosse più caldo, impresa che oggi sarebbe impossibile da realizzare. In realtà non è così, nel libro lo spieghiamo.

Anche la copertina è in linea con il tema e con il modo in cui affronti l’argomento

È stata l’editor di Aboca Edizioni, Serena Bellinello, a propormela. Un dinosauro sullo skateboard dà proprio l’idea dell’assurdità, del grottesco che c’è dietro le fake news e del fatto che bisogna anche affrontare i temi con un minimo di leggerezza.

Libro che porterai in giro per numerose presentazioni per l’Italia

Il 6 ottobre sarò a Firenze Book, all’Ippodromo del Visarno, poi Pordenone Legge, al Milano Book Festival, ma anche al Cicap a Padova, e al festival di Internazionale a Ferrara, insomma ci saranno tante date per parlare insieme di bufale e cambiamenti climatici.

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