In occasione dell’anniversario dell’alluvione dell’Arno del 4 novembre 1966 il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha fatto il punto sugli interventi in difesa del suolo nel bacino dell’Arno e più in generale in tutta la Toscana.
Il ricordo dell’alluvione rimanda a uno dei momenti più drammatici per la Toscana. Sono passati 55 anni da quel tragico evento che catalizzò l’interesse e la solidarietà a livello mondiale, ma l’impegno per l’Arno non cessa così come continuano gli interventi per metterlo in sicurezza.
Quando si parla di tutela delle acque e del territorio non esiste un unico intervento risolutivo di tutti i problemi, ma si deve mantenere nel tempo un monitoraggio costante della situazione.
“Vorrei offrire a tutti i cittadini il quadro degli interventi che continuano prima di tutto per la difesa del suolo in tutta la Toscana – ha detto il Governatore Giani – Abbiamo un reticolato idrogeologico particolarmente delicato e quindi che si tratti dell’Arno, dell’Ombrone, del Serchio, l’assetto idrogeologico della Toscana deve essere costantemente manutenuto. Negli ultimi dieci anni grazie a Giovanni Massini, alla Protezione Civile e al settore Difesa del suolo abbiamo visto transitare con risorse della Regione, dello Stato e dell’Europa una media di cento milioni l’anno per gestire questa situazione.
Per quanto riguarda l’Arno abbiamo visto quanto sono importanti questi interventi, nel 2019 Pisa si salvò da un’esondazione grazie al funzionamento dell’impianto di Roffia con cinque milioni di metri cubi di acqua trattenuti da una vasca di espansione e dallo scolmatore costruiti dalla Regione. In questo momento abbiamo in corso o in partenza per il 2022 cinque interventi molto forti sulle casse di espansione a Figline e su una cassa di espansione ai Renai e su Restivo un’area nella provincia di Arezzo.
Sono casse di espansione che in caso di necessità consentono di raccogliere le acque prima che vadano a condizionare il passaggio per le grandi città e i punti in cui il letto del fiume si restringe. In prospettiva abbiamo anche altri interventi come l’innalzamento della diga di Levane, l’intervento di potenziamento dello scolmatore che da Cascina riesce a creare due possibilità di indirizzo verso il mare del fiume Arno. Penso a tutta una serie di casse di espansione che mettano in sicurezza quel fiume Arno che il 4 novembre del 1966 arrivò con 4.300 metri cubi al secondo di acqua per un Ponte Vecchio che riusciva allora a farne passare solo 2.500.
Con gli interventi che sono stati fatti è stato superato il rischio di un’altra alluvione? Sicuramente è stato molto diminuito ma non superato se tornasse un’alluvione di quella entità e dunque dobbiamo continuare a lavorare e lo facciamo con le autorità competenti a livello nazionale a cui abbiamo chiesto con progetti di intervento che riguardino tutta la Toscana e non solo l’Arno la possibilità di arrivare a investire da qui al 2026, 534 milioni in opere di difesa del suolo che sono per noi prioritarie”.
Gli interventi principali nel bacino del fiume Arno
I principali interventi che sono attualmente in corso riguardano il sistema di laminazione di Figline cioè un serbatoio di stoccaggio la cui funzione è quella di regolare la portata della pioggia che comprende le casse di espansione di Pizziconi, Prulli, Leccio e Restone situate rispettivamente nei comuni di Figline e Incisa valdarno, Reggello e Rignano sull’Arno e che permetterà di gestire circa 25-30 milioni di metri cubi di acqua, riducendo il rischio idraulico della città di Firenze e dei Comuni limitrofi.
Sono già partiti i lavori per la realizzazione del secondo lotto della cassa di espansione ‘Pizziconi’ che dovrebbe concludersi entro il 2022 mentre le casse di Prulli saranno concluse entro il 2025, la cassa di Restone entro il 2023 e per la cassa di Leccio la conclusione dei lavori è prevista per il 2026.
Per quanto riguarda la città di Firenze sono tre le opere messe in atto dalla Regione: la cassa di espansione dei Renai nel comune di Signa attualmente in corso di realizzazione; la cassa di espansione di Fibbiana nei comuni di Montelupo Fiorentino e Capraia e Limite, e la cassa di espansione di Roffia nel Comune di San Miniato, i cui lavori sono conclusi da circa 3 anni e che è già entrata in funzione durante la piena dell’Arno del 17 novembre 2019.