La Regione Toscana è pronta a lanciare un piano integrato e sostenibile per l’ambiente. In questo progetto complessivo troveranno spazio provvedimenti forti come un nuovo piano per i rifiuti e un ruolo da protagonista per l’economia circolare, cambiamenti che scopriremo con l’anno a venire. Ci aspetta un cambio radicale ma che avverrà per step.
I primi provvedimenti presentati, che si concretizzeranno nei prossimi mesi, sono una serie di misure regionali per il rinnovo degli impianti termici, contenuti nella Finanziaria, e ridurre così le emissioni di PM10 nell’aria.
Come dichiarato dall’assessora all’Ambiente e all’Economia Circolare Monia Monni in conferenza stampa, sono chiare le fonti che producono e immettono il PM10 nell’aria: le caldaie vecchie con più di 15 anni di attività e gli impianti a biomasse, come camini e le stufe a pellet che utilizziamo per riscaldare le nostre abitazioni.
Per questo sono state individuate due misure specifiche per intervenire su queste fonti. Si tratta di due fondi da 1 milione di euro all’anno per tre anni (per un totale così di 6 milioni) che andranno a sostenere le politiche sulla qualità dell’aria che la Regione sta portando avanti su tutto il territorio toscano.
Il primo è destinato ad erogare contributi in favore dei cittadini meno abbienti per sostituire le vecchie caldaie con impianti più moderni ed efficienti, ma soprattutto meno inquinanti. La misura ha doppia valenza, ambientale e sociale: da un lato permette di avere impianti meno inquinanti, considerando che gli impianti di riscaldamento sono responsabili di circa il 50% dell’inquinamento delle grandi città; dall’altro, consente di andare incontro a una fascia di popolazione il cui basso reddito preclude anche la possibilità di accedere ad altre forme di incentivo.
La seconda misura è mirata alla piana lucchese, pistoiese e pratese dove si registrano importanti superamenti dei livelli di PM10 legati soprattutto all’uso di impianti a biomasse e particolari criticità per la qualità dell’aria. Si tratta di un fondo da 1 milioni di euro all’anno che mira a sostenere la sostituzione di questi impianti con altri tecnologicamente più avanzati e meno inquinanti. Il bando per sostituire gli impianti a biomasse è rivolto a 14 Comuni in provincia di Lucca e a 9 Comuni tra Prato e Pistoia, aree che sono state oggetto di infrazione comunitaria.
A causa della particolare situazione legata alla pandemia da Covid-19 in corso, è stata posticipata per tutti coloro che ancora non avessero adempiuto la scadenza inerente agli interventi di efficienza energetica sulle caldaie (manutenzione e prova dei fumi) e quindi il conseguente pagamento del relativo “bollino” dal 31 dicembre 2020 al 31 marzo 2021.
Restano improcrastinabili invece gli interventi eventualmente necessari ad eliminare situazioni di pericolo sull’impianto. Una misura motivata anche da ragioni di sicurezza per i cittadini e gli operatori e che la Regione Toscana si riserva di prorogare ulteriormente nel caso in cui si dovesse protrarre lo stato di emergenza sanitaria.
“Si tratta di misure che rientrano nel percorso già avviato dalla Regione da anni per intervenire sulla qualità dell’aria che respiriamo, tematica di estrema attualità, che adesso stiamo rafforzando grazie anche al prezioso contributo di ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse) – ha detto l’assessora Monia Monni – Sono azioni che mettiamo in campo per intervenire sulle riduzioni delle polveri sottili delle PM10 che riguardano il sistema di riscaldamenti domestici e non solo”.