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Incontro con il piccolo Mustafa e il padre Munzir: “Grazie per le cure, ora possiamo pensare al futuro”

Protagonisti della foto simbolo del conflitto siriano, parlano per la prima volta dalla loro nuova casa nel senese. “L’Italia è il paese che per primo ha risposto alla nostra richiesta di aiuto”

Luigi De Mossi con la famiglia di Mustafa

Munzir ringrazia, per l’oppotunità che si è aperta per lui e soprattutto la sua famiglia. Mustafa sorride, a soli 5 anni è diventato simbolo di speranza. Nato senza arti a causa del gas nervino respirato dalla madre nel corso del conflitto in Siria, è diventato protagonista di una foto premiata al Siena International Photo Awards che ha fatto il giro del mondo: quella in cui il padre Munzir, che ha perso una gamba in un attacco al mercato, lo solleva in aria e sorridono, felici. Oggi la prima uscita ufficiale, un incontro con il sindaco di Siena, Luigi De Mossi,  e  Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, che attraverso la Caritas ha messo a disposizione una casa ad Asciano.

Munzir e Mustafa – Hardship of Life

Ringrazio tutto il popolo italiano per aver accettato di dare le cure a Mustafa”, ha detto Munzir. La mamma Zeinab ha aggiunto: “Ringrazio lo Stato italiano che per primo ha risposto al nostro appello, prima ancora degli arabi. Stavamo chiedendo aiuto da tanto e l’Italia ha risposto per prima. Abbiamo colto in questa società la gentilezza e la bontà di questo popolo”.

Per Mustafa e la sua famiglia è appena finita la quarantena precauzionale, adesso i bimbi giocano con i volontari della Caritas  davanti al piazzale. “Non sono ancora uscito da casa, ma i dolci sono buoni”, ha detto il bambino  in arabo. Tutto nasce da quella foto di Mehmet Aslan. “Ci ha cambiato la vita. Mustafa avrà la cura”, dice il padre sorridendo “Quando Aslan ci ha fatto la foto non sapevo di essere ripreso – ha detto il padre – stavo giocando con mio figlio ed è stato tutto molto naturale“. Da lì è partita una gara di solidarietà e la raccolta di 100mila euro per le cure di padre e figlio. “Sono molto contento perchè Mustafà avrà la cura e penserà per sempre al suo futuro”.

Sarà un percorso di cura lungo, che durerà diversi mesi se non anni, e saranno seguiti al centro protesi di Budrio (Bologna) . “Entro qualche settimana andranno a Bologna e poi decideranno loro se torneranno o se rimarranno li”,  ha detto il cardinale Lojudice. Mi piacerebbe che Mustafa diventasse un simbolo della battaglia contro la guerra. I bambini devono essere tutelati a prescindere, in un ambiente protetto e ognuno di noi deve fare la sua parte. Chiedo simbolicamente a Mustafa di essere il simbolo di questo cammino per cui la Chiesa continuerà ad adoperarsi”.

A portare il saluto della comunità, è arrivato anche il sindaco di Siena Luigi De Mossi, con alcuni doni tra cui prodotti tipici senesi. “Siena ha aperto ancora una volta il suo cuore – ha commentato il primo cittadino – dimostrando di nuovo senso civico e valori fondanti della nostra comunità. Mustafa e Munzir, insieme al resto della famiglia, devono sentirsi membri di questa nostra comunità. Come amministrazione comunale li seguiremo nel percorso di cura che dovranno affrontare, mettendoci a disposizione per ogni esigenza o bisogno”.

La fotografia che ha cambiato la vita alla famiglia El-Nezzel sarà esposta all’interno del Cortile del Podestà del Palazzo Pubblico di Siena. Il Comune si prende anche un altro impegno: promuovere ogni anno, all’interno del Siena Photo Awards, una raccolta di fondi per aiutare le persone in difficoltà.

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