Un po’ per le piogge più abbondanti del solito, un po’ per gli sforzi e l’organizzazione messi in campo, sono stati meno incendi di boschi e meno gravi.
Al Centro regionale antincendi boschivi della Pineta a Monticiano nel senese, dove si addestrano non solo forestali e volontari toscani ma di tutto il Paese, si tirano le somme e nei primi nove mesi dell’anno si contano in tutta la regione 210 incendi boschivi: quasi la metà (ridotti del 44 per cento) rispetto alla media degli ultimi dieci anni Meno incendi rispetto al 2023 (quando se ne registrarono 242), meno incendi rispetto al 2022 (571) e al 2021 (405).
Ridotta (ad un terzo) anche la superficie boscata percorsa dalle fiamme: fino al 30 settembre, un dato per ora stimato in attesa dei rilievi ufficiali, risulta di 283 ettari rispetto agli 855 della media decennale, dove 145 ettari di quest’anno sono l’esito di soli quattro incendi (a gennaio a Roccalbegna in provincia di Grosseto, il 27 luglio e 25 agosto nel senese a San Casciano dei Bagni e a Abbadia San Salvatore, il 13 agosto a Massa). Un abisso rispetto ai 2.065 ettari di bosco bruciati nel 2022, i 1.567 del 2019, i 1.277 del 2018 (l’anno dell’incendio a Calci sui Monte Pisani) e i 2.079 del 2017.
“È stato un anno più fortunato, ma è un dato che non può farci stare tranquilli –ha commentato la vice presidente ed assessore all’agricoltura della Toscana, Stefania Saccardi – perché le stagioni con cui ci confrontiamo sono sempre più siccitose e con temperature altissime, che non sono mancate neppure stavolta. Per cui il rischio incendi è sempre molto alto”.
“Per questo – aggiunge – è importante che la macchina continui a lavorare e lavori bene: in collaborazione con i quattromila volontari che sono sicuramente un valore aggiunto e che ringrazio, in collaborazione con vigili del fuoco e carabinieri forestali ed utilizzando a Monticiano il centro di addestramento e formazione di altissimo livello della Pineta ”.
I mesi più impegnativi, le province più colpite
Luglio ed agosto, come spesso accade, sono stati anche quest’anno i mesi più impegnati per l’organizzazione antincendi boschivi toscana: 74 incendi nel primo mese e 85 nel secondo.
Nei mesi di maggiore attività operano nell’organizzazione antincendi boschivi toscana una sala operativa regionale (Soup), sette sali provinciali (Cop Aib), 170 direttori delle operazioni di spegnimento, 400 operai forestali di Comuni e Unioni di Comuni, 4.000 volontari addestrati, 38 unità specializzate Gauf (gruppo addetti all’uso del fuoco, 65 logisti, dodici direttori delle operazioni di spegnimento per gli incendi più complessi, otto analisti di campo, sei analisti di sala, seicento mezzi allestiti e un flotta regionale di dieci elicotteri.
La provincia toscana con più incendi boschivi è Grosseto (51): seguono Firenze (33) e Siena (32). Ma se si guarda la superficie percorsa dalle fiamme è invece Siena la più colpita: 93 ettari di superficie boscata, prima anche per la superficie non boscata attaccata dal fuoco (185 ettari contro i 150 di Massa Carrara e i 140 di Grosseto). Quanto ai cosiddetti ‘incendi di vegetazione’, dove l’antincendio regionale interviene a supporto dei vigili del fuoco che ne ha competenza, si contano 299 interventi in tutto l’anno (82 nel fiorentino, 36 nel grossetano e 38 nel senese).
L’impegno della Regione Toscana
Per mantenere ed aggiornare la complessa macchina organizzativa che opera nella previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi la Toscana investe circa 16 milioni l’anno, compreso il contratto per gli elicotteri. Il 40 per cento è destinato alla prevenzione.
Non solo. La Regione, insieme ad Anci (l’associazione dei Comuni), sta promuovendo la costituzione di comunità antincendi boschivi, dove le persone diventano parte attiva, nell’azione di contrasto agli incendi boschivi, creando e mantenendo intorno alle proprie strutture e fabbricati fasce dove la vegetazione è meno densa e quindi meno pericolosa nel caso di passaggio del fuoco. Sono quattro le comunità inaugurate fino ad oggi: a Calci, a Vicopisano, a Portiglioni nel comune di Scarlino, a Castiglione delle Pescaia.
A tutto questo si affianca l’indispensabile collaborazione dei cittadini nel segnalare eventuali situazioni di pericolo al numero unico, rispettando i divieti di abbruciamento ma anche mantenendo puliti gli spazi verdi intorno alle proprie abitazioni e strutture ricettive, così possono davvero contribuire alla difesa del patrimonio boschivo.