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In Toscana nasce “Desko” innovativo arredo urbano ecologico per lo smart working

Desko è un arredo urbano pensato per lo smart working e realizzato con un’operazione di economia circolare a km zero, stampato in 3D con granuli Revet

Desko

Dall’idea di quattro giovani architette fiorentine Maria Vittoria Arnetoli, Elisa Belardi, Elena Gelli e Camilla Tinti nasce il primo prototipo “Desko” una postazione per studio e lavoro all’aperto stampata in 3D impiegando quasi 100 kg di plastiche miste, differenziate dai cittadini toscani e poi riciclate dalla Revet di Pontedera.

Desko rappresenta un innovativo elemento di arredo urbano che integra alla seduta un piano di appoggio e una copertura che ospita un pannello fotovoltaico.

E’ un dispositivo adattabile alle esigenze legate al lavoro a distanza e alla didattica all’aperto, intercettando le attuali trasformazioni relative alle modalità di uso degli spazi aperti verdi.

Permettendo la ricarica di dispositivi elettronici come smartphone, pc e monopattini elettrici grazie agli elementi impiantistici connessi al pannello fotovoltaico, questa seduta autosufficiente dal punto di vista energetico  arricchisce le attrezzature di spazi pubblici e privati così da intercettare i benefici psico-fisici dati dal contatto con la natura.

“La stampa 3D è una tecnologia che ci permette di far vedere ai più giovani cosa si può ottenere dalla plastica riciclata, a patto che prima gli imballaggi siano stati separati correttamente – spiega il presidente di Revet, Nicola Ciolini – Il prototipo implementato grazie ad una partnership tra aziende toscane permette di inserire il prodotto in una filiera corta, circolare e sostenibile. La plastica raccolta da Revet viene selezionata e preparata sotto forma di granuli per il successivo stampaggio 3D effettuato da R3direct, a cui si aggiunge la componente impiantistica seguita da Enecom”.

“Questo progetto nasce da una risposta spontanea e creativa al lockdown della primavera 2020 dovuto alla pandemia da Covid-19 – spiegano le architette fiorentine che l’hanno ideato – L’input è derivato da una condizione emergenziale ma crediamo che Desko possa innestarsi su molteplici linee di tendenza che vedono una riscoperta degli spazi aperti verdi secondo nuovi approcci e paradigmi sia progettuali che di fruizione. Inoltre elemento fondamentale è la circolarità garantita dal riciclo delle materie plastiche recuperate dagli scarti domestici. Crediamo che grazie ai suoi caratteri di modularità e flessibilità possa essere declinato in plurimi ambiti di applicazione, dalle scuole ai cortili aziendali, dagli spazi pubblici alle strutture ricettive, adattandosi a diverse esigenze e contesti di installazione”.

L’idea nata durante la pandemia

Il progetto Desko nasce come risposta creativa all’esperienza del lockdown della primavera 2020.

Le restrizioni adottate durante la fase più acuta della pandemia da COVID-19 hanno comportato l’improvviso trasferimento di tutte le attività lavorative e scolastiche all’interno delle mura domestiche.

Per tre mesi gli spazi della casa sono stati riadattati come uffici e aule, aggravando la condizione di sedentarietà e solitudine e interrompendo il quotidiano contatto con la natura, se non per condizioni abitative privilegiate.

L’elemento di arredo urbano Desko trova quindi nel momento emergenziale l’innesco per la sua ideazione, inserendosi tuttavia in molteplici tendenze già in atto, che in alcuni casi sono state accelerate dalla pandemia, come il lavoro a distanza, la didattica all’aperto e, nei confronti degli spazi verdi urbani, un loro radicale ripensamento come infrastrutture naturali a servizio della comunità, “abitabili” secondo immaginari innovativi in linea da un lato con la digitalizzazione e dall’altro con il benessere psico-fisico derivante dal contatto con la natura.

“La nostra personale percezionehanno dichiarato le ideatrici di Desko – ha trovato riscontro in un questionario che abbiamo somministrato a circa 160 persone (140 residenti in Italia e 20 all’estero) finalizzato ad indagare li impatti del lockdown in termini di problematiche riscontrate:  perdita di momenti di socialità e condivisione – 86%, eccessiva sedentarietà – 81% e mancanza di spazi verdi fruibili – 45%.

Dalle risposte è emerso che la possibilità di trascorrere del tempo in spazi verdi ha avuto un ruolo decisivo (per il 41% 5 su 5 per il 38% 4 su 5) nella capacità di adattamento alle restrizioni pandemiche e ha influito positivamente sul benessere e la produttività. Infine, il 76% degli intervistati ha affermato che utilizzerebbe attrezzature per studiare e lavorare all’aperto.”

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