In occasione del Festival dell’identità toscana, che si terrà a Firenze dal 18 al 22 marzo, è stata presentata nella sede della Regione una ricerca dell’Istituto Regionale per la Programmazione Economica (Irpet) per analizzare i punti di forza della Toscana.
Nella sua ricerca Irpet ha cercato di individuare gli elementi di un’identità toscana. In sintesi, la Toscana esprime il suo principale punto di forza in relazione con l’esterno: è una regione aperta sul mondo e che trae da questo rapporto la linfa vitale per il proprio benessere.
È un tratto storico della regione e che si racchiude in due atteggiamenti: da un lato, il saper “andare verso” gli altri; dall’altro, il saper “attrarre” gli altri.
La Toscana che attrae
Il Turismo è senza dubbio il primo elemento. La Toscana “ovunque bella”, come recita un fortunato slogan, fa dell’eterogeneità e della prossimità delle proprie attrattive, naturali, paesaggistiche e derivanti dal patrimonio storico artistico, il principale punto di forza del proprio modello di sviluppo turistico.
La Toscana è seconda in Italia solo alla Lombardia per ritmo di crescita e mostra una particolare capacità competitiva nel segmento del turismo internazionale.
Il territorio toscano è un’eccellenza globale. In una prospettiva ecologica e di sviluppo sostenibile, la qualità del paesaggio è un elemento chiave per il benessere sociale ed individuale.
Da questo punto di vista la Toscana esprime valori di eccellenza frutto di una storia profonda, che intreccia le qualità naturali e geomorfologiche del territorio, con l’evoluzione delle strutture sociali e produttive e con l’operato delle istituzioni di governo.
In tutto questo, la complessiva qualità del paesaggio trova riscontro nella porzione di suolo “consumato” registrando i valori più bassi tra le aree più sviluppate del paese, così come in una capacità di pianificazione e tutela. Un ulteriore elemento di eccellenza che emerge dalla storia istituzionale della regione in termini comparativi è la capacità pianificatoria e di salvaguardia paesaggistica del territorio.
Parlando del patrimonio culturale, c’è un’eccellenza dell’offerta museale. Nel 2019, ultimo anno prima della pandemia, la Toscana è risultata seconda solo al Lazio per numero di visitatori nei musei e nelle strutture assimilabili, con 24 milioni di visitatori contro 33, dei quali quasi la metà concentrati nella sola città di Firenze (11,7 milioni) e due quote di circa il 15% ciascuna in quelle di Pisa (3,8 milioni) e Siena (3,4 milioni).
Tra tutte le attività culturali, quelle che più caratterizzano la regione sono quelle connesse al patrimonio (musei e biblioteche), che possono contare sulla presenza, oltre che di campioni internazionali, di un diffusissimo patrimonio comunale. Si tratta di un patrimonio di oltre 500 musei aperti al pubblico, 1000 biblioteche, 300 luoghi dello spettacolo dal vivo, 160 cinema.
Calcolando un indice di copertura territoriale regionale, che tiene conto della quota percentuale di Comuni dotati di biblioteche, teatri, cinema e altri luoghi dello spettacolo, la Toscana ottiene il risultato migliore a scala nazionale, con un valore dell’indice pari a 130 contro la media italiana pari a 98.
La Toscana che va verso gli altri
Oltre a saper attrarre, persone e non solo, la Toscana ha tra i propri tratti distintivi anche la capacità di “andare verso” gli altri, la capacità di proiettarsi oltre i confini regionali e nazionali.
La rilevanza delle esportazioni – La Toscana ha mostrato negli anni tassi di crescita superiori rispetto alla media nazionale e alle principali regioni del centro nord (Tabella 3). Tra 2010 e 2021, infatti, l’export regionale è cresciuto del 77%, contro una media italiana che si è attestata attorno al 54%. Le performance migliori le fanno la Farmaceutica, la Moda e la Camperistica, insieme ai prodotti agricoli. Altre eccellenze toscane sono la Gomma e la plastica e la produzione di macchinari con i loro componenti.
Nicchie eccellenti, gli yacht di lusso per cui la Toscana è ai primi posti nella produzione ed esportazione. Buona la performance sui mercati esteri anche delle produzioni ferro-tramviarie (50%), e positivo nell’ambito dei prodotti dell’industria alimentare è il tasso di crescita delle 9 esportazioni di olio (68%), nei quali la Toscana rimane la regione leader per esportazioni a livello nazionale. Infine, tra i minerali non metalliferi, considerando anche la componente estrattiva, la filiera del marmo.
La Toscana è leader indiscusso in Italia nel settore della pelletteria. Il fatturato della pelletteria toscana è di 11,3 miliardi di euro, il 36% del quale è costituito da esportazioni. La produzione di accessori in pelle è il vero pilastro della pelletteria regionale. Per questo, c’è una ricca offerta formativa rivolta alle figure del sistema moda.
Sono i dati a dirci che la Toscana del Made in Italy ha in realtà una seconda anima piuttosto solida nelle Scienze della Vita. In un’accezione industriale, ricadono nelle Scienze della Vita la R&S in campo biotecnologico, la farmaceutica, la produzione di apparecchi elettromedicali, di mobili per uso medico, di macchine per la dosatura o imballaggio, di fitofarmaci e il commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici. In questo complesso di settori, la Toscana è la quarta regione in Italia per addetti, fatturato e valore aggiunto.
La Toscana è il terzo polo per R&S farmaceutica in Italia. Anche nel campo della R&S farmaceutica la Toscana ha un posizionamento tutt’altro che irrilevante, rappresentando il 17% dell’investimento e il 14% degli addetti della ricerca e sviluppo farmaceutica complessivamente condotta nel paese.
Per questo esistono gli adeguati presupposti per strategie pubbliche finalizzate al consolidamento e all’ulteriore rinforzo del comparto delle Scienze della Vita. In quest’ottica, il governo regionale ha lanciato da tempo un distretto tecnologico per le Scienze della Vita, gestito dalla Fondazione Toscana Life Sciences, che vede la partecipazione di oltre 200 imprese e ha lo scopo di favorire l’integrazione e le collaborazioni tra queste e la rete delle eccellenze presenti nel sistema della ricerca valorizzando il “sistema di raccordo” già presente sul territorio (parchi scientifici-tecnologici, incubatori di impresa, ecc.).
Il florovivaismo è una delle principali produzioni dell’agricoltura toscana. Si tratta di un settore fortemente esposto sui mercati esteri. La Toscana presenta il primato nazionale nella produzione vivaistica: nel triennio 2017-2019 la produzione è stata, in media, di circa 770 Milioni di euro, ovvero il 54,7% della produzione nazionale.
Il 40% dell’export italiano di piante proviene dalla Toscana, che si posiziona prima tra le regioni italiane. Nel tempo, il valore dell’export è stato sempre crescente e nel 2021 ha raggiunto i 390 Milioni di Euro, ovvero l’80% di vendite all’estero di prodotti agricoli.
Gli ultimi anni sono stati particolarmente difficili per il florovivaismo toscano. L’impatto sulla produzione dell’alluvione che ha colpito la Toscana nel novembre 2023, compresa l’area del distretto pistoiese, deve ancora essere valutato. Nonostante ciò, il florovivaismo ha sempre mostrato un elevato grado di resilienza.
Un esempio virtuoso nel quale è possibile rintracciare un legame molto forte tra ciò che determina attrazione e ciò che contribuisce alla proiezione è rappresentato dalla filiera agroalimentare. In totale i settori che compongono la filiera agro-alimentare toscana, se consideriamo anche la ristorazione, producono un valore aggiunto di 20 miliardi di euro l’anno, ovvero circa il 20% del totale regionale.
Con oltre 20.000 addetti l’industria degli alimentari e delle bevande è tra i comparti più rilevanti in termini quantitativi della filiera, ma assume ancora maggiore importanza in termini qualitativi. La Toscana è, in effetti, una delle regioni italiane con il più elevato numero di denominazioni di qualità, sia nel comparto cibo (31 prodotti tra DOP e IGP), sia e soprattutto nel comparto vino (58 prodotti tra DOP e IGP).
Con 500 milioni di euro di valore aggiunto nel settore vitivinicolo la Toscana si posiziona seconda in Italia insieme al Piemonte, dopo il maggiore produttore di vino nazionale, il Veneto (Figura 10). La Toscana si posiziona al secondo posto in Italia anche per numero di vini certificati (ISMEA – Qualivita, 2022), con un totale di 52 DOP e 6 IGP registrate. I vini certificati toscani nel 2019 hanno prodotto un valore stimato di 371,5 milioni di euro, ovvero il 10,8% del valore della produzione nazionale complessiva.
Infine, l’energia geotermica, quella cioè generata utilizzando il calore delle fonti geologiche presenti nel sottosuolo, è una forma di energia che viene sfruttata in Toscana fin dall’800. A testimonianza della rilevanza della geotermia vale la pena ricordare che essa già oggi rappresenta una quota importante della produzione dell’energia elettrica regionale.
Infatti, al lordo delle perdite, la geotermia contribuisce al 70% della produzione realizzata con le sole fonti rinnovabili e al 20% della produzione elettrica complessiva. Al netto delle perdite, le precedenti proporzioni sulla produzione salgono rispettivamente al 76% e 35%.