La Toscana dei diritti si è ritrovata a Livorno. Un folla coloratissima e festosa si è riversata sabato 18 giugno per le strade di Livorno in occasione del Toscana Pride.
Giovani, meno giovani, famiglie, bambini e turisti hanno partecipato al corteo arcobaleno alla testa del quale a tenere lo striscione del Comitato organizzatore, c’erano anche il sindaco della città Luca Salvetti e l’assessora regionale Alessandra Nardini che ha la delega alle pari opportunità e all’attuazione della legge regionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, accompagnata dal Gonfalone della Regione, insieme a oltre 130 istituzioni che hanno dato il patrocinio alla manifestazione.
“Per le istituzioni è un dovere essere qua – ha commentato l’assessora – la Regione ha dato il suo patrocinio a questa manifestazione con grande convinzione e oggi siamo a Livorno, finalmente di nuovo in presenza alla grande parata, per testimoniare il nostro impegno al fianco della comunità Lgbtqia+. La Toscana, come andiamo rietendo, è da sempre terra di diritti, è da sempre in prima linea nella lotta contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Dopo essere stata la prima regione a dotarsi di una legge in questo senso, oggi chiediamo, insieme a tante amministrazioni comunali e provinciali in tutta la Toscana, che il Parlamento approvi finalmente una legge nazionale”.
E’ stata un’invasione pacifica e gioiosa caratterizzata dalla presenza di 9 carri di cui 6 delle associazioni del Comitato: Agedo, Arcigay Livorno, Arcigay Firenze “Altre Sponde” Ireos comunità queer autogestita, Arcigay Arezzo-Chimera Arcobaleno e l’immancabile trenino delle Famiglie Arcobaleno.
“È una bella giornata. Una giornata di festa che dimostra come la Toscana è stata e resterà sempre dalla parte giusta della storia”. Ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, al Pride 2022 a Livorno e ha ricordato anche che la “nostra regione è sempre stata terra di diritti, inclusione e accoglienza”.
Il messaggio che arriva da Livorno dal presidente Mazzeo è che “non possono esserci differenze sulla base dell’orientamento di genere. Il mondo Lgbtqia+ è il mondo di tutti, è il nostro mondo e il tema dei diritti civili deve essere fra i primi nell’agenda politica italiana. Essere parte dell’Unione Europea significa anche mettersi in pari su tutti questi temi con gli altri paesi del nostro continente che hanno già fatto passi in avanti”.
Il Comitato Toscana Pride ha dichiarato: “Oggi a Livorno eravamo 30mila. Dopo tre anni di stop a causa della pandemia, è esplosa la nostra voglia di Pride. Non ci aspettavamo una partecipazione così ampia. Abbiamo scritto una pagina di Storia di questa città e della nostra Toscana. Grazie a tutte le persone che con la loro presenza hanno voluto testimoniare l’impegno quotidiano nella lotta alle discriminazioni e all’odio. Insieme alla società civile alleata e presente in massa, la comunità arcobaleno ha dato una risposta colorata e pacifica ai venti d’odio che soffiano già da qualche tempo sul nostro Paese. A chi vuol farci indietreggiare sulla strada dei diritti, a chi applaude per aver affossato una legge di civiltà, a chi costruisce la propria politica sui NO e sui muri, abbiamo fatto sentire la nostra voce forte ed unita. Chi ci descrive come una minaccia all’ordine pubblico e al pubblico decoro, chi ci vorrebbe silenti e conformi, oggi ha perso.
Veniamo al Pride per portare avanti il sogno di libertà di Sylvia, Marsha e di tutte le altre ragazze di Stonewall e per rivendicare diritti e tutele per chi non ne ha o ne ha solo a metà. Per Cloe Bianco e per tutte le persone che come lei, hanno pagato a caro prezzo la propria libertà, noi resteremo sempre FUORI con il nostro orgoglio e la nostra viabilità e CONTROVENTO resistendo ad ogni tentativo di cancellarci, invisibilizzarci, normalizzarci.
Il primo Pride a Pisa nel 1979 che abbiamo ricordato nel 2019 e la manifestazione di Sanremo del 5 aprile 1972 contro il Congresso Italiano di Sessuologia che cinquant’anni dopo abbiamo voluto celebrare oggi, ci hanno insegnato che la rivolta continua, che la resistenza è quotidiana e passa dalle nostre vite, che la queerness e il transfemminismo, sono pratiche politiche a cui non possiamo e non vogliamo rinunciare, perché rappresentano il rifiuto del patriarcato, del conformismo e del binarismo di genere. La parata di oggi ha confermato che c’è una parte del mondo che non si arrende all’odio e alla violenza, che non si rassegna alle ingiustizie, che vuole restare umana e combatterà al nostro fianco, contro l’emergere di vecchi e nuovi fascismi”.