Donne sempre più al comando in Toscana: un’azienda su quattro è donna e addirittura una su tre ha una leadership al femminile. Le realtà in rosa ad oggi attive a livello regionale pesano per il 24,1%. Una crescita lenta ma costante come fotografano le ricerche negli ultimi anni. Le cariche ricoperte da donne in imprese attive nella Regione sono addirittura il 29,5% del totale.
Il quadro in Toscana è emerso in occasione del convegno “Parità di genere e nuovi incentivi per l’imprenditoria femminile in Toscana‘. Un appuntamento organizzato a Firenze da Unioncamere Toscana e dai Comitati Imprenditoria Femminile della Toscana, con le Cciaa di Firenze e di Arezzo-Siena.
La parità di genere certificata
Al centro dei lavori, il tema della Certificazione della parità di genere introdotta con la legge 162/2021. Un’iniziativa volta a promuovere la parità di genere nelle aziende e nelle organizzazioni; consiste in una serie di standard e di criteri che le aziende e le organizzazioni possono soddisfare per dimostrare il loro impegno per la parità di genere. Come contropartita ottengono un certificato che attesta la loro conformità a questi standard.
“Ci sono fondi importanti che dovranno essere attivati – ha spiegato Massimo Guasconi, presidente di Unioncamere Toscana – e che ovviamente il sistema camerale attiverà, in quanto ente gestore. Sono risorse per la Certificazione della parità di genere che saranno utilizzate poi per ottenere dei benefici fiscali, e delle premialità importanti che la Regione vorrà riconoscere nei propri bandi a chi si certifica“.
I nuovi obblighi per le aziende
Maria Grazia Maestrelli, consigliera di parità della Regione Toscana, ha sottolineato che “la legge prevede che le aziende con più di 50 dipendenti debbano presentare un report sulla situazione del personale, delle donne all’interno dell’azienda”.
Fino a poco tempo fa l’obbligo era solo per le aziende con più di 100 dipendenti. “Adesso è stato esteso alle aziende con più di 50 dipendenti. In Toscana sono molte queste aziende, quelle con più di 100 dipendenti erano 700 e oltre, quindi qui si raddoppierà tranquillamente e forse di più il numero. Queste aziende presentano la certificazione, perché la certificazione serve per avere l’accesso a gare e a percorsi di finanziamento europeo: alcune aziende si sono fatte già certificare da enti predisposti” sottolinea Maestrelli.
Un aiuto alle imprese certificate
I fondi del Pnrr, ha spiegato la vicesegretaria generale di Unioncamere Tiziana Pompei, “andranno a sostenere dal punto di vista finanziario i costi delle imprese che si vorranno certificare. Ma la vera chiave di lettura di questa iniziativa è che rispetto a un sistema più regolatorio, sanzionatorio, sulle quote di genere, qui si è invertita un po’ la rotta: diventa un sistema premiante, perché ci sono gli incentivi fiscali, premialità per l’accesso ai bandi, e soprattutto c’è la voglia di sostenere con queste risorse lo sforzo economico e se vogliamo anche culturali delle imprese che si vogliono certificare”.