Nasce in Toscana, per la precisione a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, la prima immersive winery, la cantina che offre ai suoi ospiti un’esperienza interattiva e li porta a scoprire la storia del vino e dei vitigni autoctoni. Tutto con una guida d’eccezione: Dante Alighieri.
L’idea è venuta a Enrico Calvelli, titolare dell’azienda agricola Podere Ema, e si concretizza in un viaggio immersivo che accompagna il pubblico in un viaggio attraverso vinicolo, dalla vite al bicchiere. Il percorso è arricchito dalle testimonianze di illustri personaggi del mondo dell’enologia, come Gian Vettorio Soderini, Francesco Redi e Pellegrino Artusi.
Una cantina didattica
“Si sente troppo spesso parlare in modo superficiale del vino – spiega Calvelli –. Con questo progetto, unico in Toscana, abbiamo voluto creare un percorso immersivo e didattico rivolto a tutti, in particolare alle nuove generazioni, che spesso si avvicinano al mondo del vino con troppa superficialità. Invece, dietro a questa bevanda c’è un mondo di storia e tradizioni legate al nostro territorio, che abbiamo deciso di rendere fruibili attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative ed un linguaggio più chiaro e meno fantasioso“.
Con questo progetto, infatti, la cantina si rivolge non solo agli appassionati e agli enoturisti, ma anche e soprattutto alle nuove generazioni. L’obiettivo è trasformare questo percorso in un’esperienza educativa per tutte le scuole del territorio. In questo senso, Podere Ema ha richiesto al Comune di Bagno a Ripoli di includere la cantina nei percorsi didattici delle scuole.
Il percorso
Varcando la soglia di una porta, si accede alla prima sala, dove ha inizio la visita immersiva. Qui, un video illustrativo introduce all’incontro con Dante e Gian Vettorio Soderini, che narrano la storia della vite e dei vitigni toscani, dal Sangiovese al Trebbiano, passando per la Malvasia, e le loro caratteristiche che donano ai vini il loro carattere unico.
La seconda sala è dedicata alla vinificazione. Francesco Redi, con l’ausilio di efficaci ricostruzioni grafiche, ci immerge in un mondo fatto di lieviti e batteri che, grazie alla loro interazione, permettono la trasformazione del mosto in vino. Entrano in scena anche due simpatici personaggi, Eric (il lievito) e Joe (la malolattica), che con ironia ci guidano alla scoperta della seconda fermentazione del vino, quella che gli conferisce morbidezza.
Nella terza sala incontriamo Pellegrino Artusi, che con maestria invita gli ospiti a vivere l’esperienza sensoriale. Grazie all’ausilio di dispense aromatiche, sarà possibile riconoscere i sentori e gli aromi dei vini dell’azienda, ricevendo suggerimenti per l’abbinamento con i piatti della tradizione toscana, come il peposo, la francesina e il pollo in galantina.