I Wake Up In The Cosmos sono una “psychedelic garage band” che viene da San Giovanni Valdarno.
Sono nati artisticamente nel 2017 dalla mente di Francesco Bigazzi (voce e chitarra), che coinvolge Edoardo Rossi (batteria), Alessandro Chiappa (chitarra) e Simone Niznik (basso).
Nel 2020 hanno partecipato al Rock Contest di Controradio, vetrina che ha permesso loro di farsi notare, l’estate successiva hanno infatti partecipato al prestigioso Lars Rock Fest di Chiusi.
Il loro ultimo disco uscito a gennaio 2024, realizzato con l’aiuto di Renato D’Amico, si intitola “Keine Strasse” (Nessuna strada).
Tra chitarre elettriche psichedeliche, riverberi distorti e voci come segnali di vita da un’altra galassia il protagonista affronta un viaggio in cui rivive ricordi infantili (When I was ten), cerca di salire su una ziqqurat nella valle dell’Eufrate tormentato da anime danzanti, riassapora le fasi di amori compulsivi che l’hanno prosciugato nel trittico “Sensual Crime”, “Berenice”, “Fruhstucken”, per poi provare la frustrazione che solo un fantasma può provare (Keine Strasse).
Nessuna ricerca, nessun obiettivo preciso, nessun perché, solo il piacere e l’angoscia che l’esperienza di un viaggio può dare.
I Wake Up In The Cosmos presenteranno il disco per la prima volta venerdì 9 febbraio al The Cave di Firenze in via del Fosso Macinante.
Ecco la nostra intervista ai Wake Up In The Cosmos
Ciao ragazzi! Quando e come nascono i Wake Up In The Cosmos?
Abbiamo iniziato a suonare insieme nel 2017 ma ancora non avevamo una direzione precisa. Dal 2020 ci abbiamo messo la testa e il cuore.
Nel 2022 avete partecipato al Rock Contest, com’è stata questa esperienza?
Il Rock Contest è stata una vetrina importante per farci conoscere, è uno dei concorsi più importanti d’Italia. Eravamo contentissimi di partecipare a prescindere da come fosse andata. Abbiamo conosciuto gruppi interessanti e addetti ai lavori e abbiamo fatto sentire quello che facciamo. Per noi è stato importante anche “di testa”, per avere un obiettivo, una cosa importante da fare che richiedeva grande impegno. A febbraio poi siamo stati contattati dal Lars Rock Fest a Chiusi, una fortuna per noi.
La cosa che mi ha colpito quando vi ho ascoltati sia al Rock Cotest che al Lars, è che nonostante siate nati da relativamente poco, avete già un sound molto preciso, la nuova psichedelia
Ascoltiamo tutti musica molto diversa, ma si può dire che c’è un filo comune che ci unisce. Il cantante Francesco viene dalla scena californiana post punk anni ’90, io (Alessandro) ed Edoardo siamo più amanti di psichedelia, garage, shogaze e stoner tipo The Black Angels. Comune ne parliamo, ci confrontiamo, siamo molto liberi.
Come mai il vostro ultimo disco ha un titolo tedesco “Keine Strasse”?
Ognuno racconta la storia in modo diverso, la mia storia è questa. Il primo brano che abbiamo scritto insieme si intitola “Fruhstucken” (colazione). Lo abbiamo chiamato così perché ha un intro molto lunga, un cambio arrabbiato e poi torna su una psichedelia molto leggera e ascoltabile, ci dava l’idea di una colazione la mattina, poi durante la giornata ti fanno arrabbiare e poi in serata torni ad essere tranquillo.
Poi quando eravamo verso la fine del disco, Simone era in vacanza a Berlino, ha chiesto un’indicazione a un passante che gli ha risposto “Keine Strasse!”. Abbiamo pensato che Keine Strasse eravamo noi che facciamo tante cose, in cerca di una strada, senza sapere bene dove stiamo andando. È stata una coincidenza spirituale.
La metafora del viaggio mi sembra molto importante per questo disco
Diciamo che quando abbiamo messo in fila tutti i brani del disco alla fine, ci siamo resi conto che era un viaggio tra diversi generi musicali. Ci siamo sentiti un po’ persi. Ogni canzone è come una tappa in uno stile diverso anche se di base è un disco di psichedelia-garage. Per esempio Ziggurat ha delle parti orientali, Sensual Crime e Outside-Inside sono più pesanti e dinamiche, mentre Berenice è un brano di pura psichedelia anni ’60 e ’70.