Entra nel vivo, con il lancio del primo bando, la riforma delle linee guida per i tirocini varata alcuni mesi fa dalla Regione Toscana d’intesa con organizzazioni sindacali e associazioni datoriali.
Due le novità principali: il contributo regionale al datore di lavoro dell’azienda ospitante vincolato alla successiva assunzione del tirocinante, e l’aumento del rimborso minimo mensile da 500 a 600 euro per chi svolge il tirocinio.
Il bando resterà aperto fino al prossimo 31 dicembre 2025 con una dotazione finanziaria di 10 milioni ed è rivolto a tutte le persone, comprese quelle che presentano particolari situazioni di svantaggio o fragilità ed offre la possibilità di accrescere le proprie competenze favorendone l’ingresso o reinserimento nel mondo del lavoro.
L’obiettivo è migliorare ulteriormente il tasso di inserimento occupazionale post tirocinio che ora è al 67%, il più elevato in Italia.
“Dopo aver introdotto le nuove linee guida, ora rendiamo concreto un mutamento di prospettiva che consideriamo necessario per assicurare il tirocinio come strumento di effettiva formazione ed efficace canale di ingresso nel mondo del lavoro”, ha spiegato in occasione della conferenza stampa il presidente Eugenio Giani, tenendo a sottolineare che: “La Toscana anche su questo fronte si pone come Regione all’avanguardia dei diritti e delle opportunità per i più giovani, tutelando le loro aspirazioni, le esigenze formative e le legittime aspettative di entrare e restare nel mondo del lavoro”.
“Il nostro obiettivo è quello di qualificare sempre più lo strumento del tirocinio affinché costituisca una reale e valida opportunità formativa e sia effettivamente propedeutico all’assunzione, offrendo un serio orizzonte di buona occupazione, stabile, sicura e di qualità”, ha osservato durante l’incontro con la stampa l’assessora Alessandra Nardini, che ha ricordato come “con il Ministro del Lavoro Andrea Orlando Regioni e parti sociali avessero intrapreso un percorso di confronto per migliorare lo strumento, poi interrotto con l’attuale Governo e dunque la Regione Toscana abbia deciso di fare autonomamente, nei limiti delle proprie competenze, la propria parte esprimendo la propria soddisfazione riguardo al ‘radicale cambio di paradigma’ che viene realizzato in Toscana, “frutto anche di un vero e proficuo percorso di confronto e concertazione con le parti sociali in seno alla Commissione Regionale Permanente Tripartita che voglio ringraziare”.
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Il tirocinio in Toscana e le nuove linee guida
Il tirocinio è un’esperienza formativa in azienda con l’obiettivo di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Prevede l’obbligo per l’impresa ospitante di corrispondere alla/al tirocinante un rimborso spese forfettario.
Con le nuove linee guida, in Toscana il rimborso minimo mensile per le/i tirocinanti sale da 500 a 600 euro. Aumenta, passando da 300 a 400 euro, anche il sostegno finanziario regionale alla datrice/al datore di lavoro.
Ma, grazie ai nuovi indirizzi, è subordinato alla stipula, entro trenta giorni dal termine del tirocinio, di un contratto a tempo indeterminato, a tempo determinato di almeno 12 mesi, oppure di apprendistato professionalizzante o duale (I o III livello).
Le nuove disposizioni valgono sia per l’assunzione effettuata da parte dell’impresa ospitante (entro 30 giorni dal termine del tirocinio), sia quando ad assumere è un’altra impresa (entro 6 mesi dal termine del tirocinio e nell’ipotesi di assunzione tempo indeterminato la durata del contratto non può essere inferiore a 6 mesi), valorizzando così il valore “formativo” dell’impresa ospitante, che si è fatta carico di insegnare un mestiere.
Nel caso in cui la o il tirocinante sia un soggetto svantaggiato o una persona con disabilità, cresce il contributo regionale all’azienda arrivando a 600 euro (anziché 400 euro mensili), dunque coprendo l’intero rimborso minimo mensile.
Inoltre, tra le novità, l’avvio della sperimentazione del digital badge quale sistema per la rappresentazione delle competenze acquisite con il tirocinio attraverso metadati, consentendo il riconoscimento delle esperienze effettuate e delle abilità acquisite ed il fatto che la Regione intenda rafforzare l’attività di controllo sui soggetti ospitanti nell’ambito dell’intesa con l‘Ispettorato del Lavoro e avvalendosi della propria agenzia ARTI.