Dopo dieci anni di sviluppo, realizzazione e test, Solar Orbiter, la sonda interplanetaria dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che andrà a caccia dei misteri del Sole, si trasferisce in Florida, a Cape Kennedy, dove nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2020 verrà lanciata a bordo di un razzo Atlas V.
Sulla sonda è montato il coronografo Metis, cioè il telescopio che osserverà la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, la corona: a realizzarlo un team tutto italiano finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana ASI e coordinato da Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), a cui partecipa l’Ateneo fiorentino. Il gruppo è diretto (Principal Investigator) da Marco Romoli, docente Unifi di Astrofisica e associato INAF, ed è costituito anche da molti osservatori astrofisici, dall’Università di Padova e dall’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR; si è avvalso dei contributi dell’Istituto Max Planck MPS di Gottinga e dell’Accademia delle Scienze di Praga.
Il coronografo Metis, che è stato costruito da un consorzio industriale formato da OHB Italia di Milano e Thales Alenia Spazio di Torino, produrrà immagini della corona solare nello spettro del visibile e nell’ultravioletto, capaci di fornire le condizioni fisiche (densità, abbondanza, velocità) delle due principali componenti del plasma della corona solare: idrogeno e elettroni.
La missione scientifica Solar Orbiter, prima del trasferimento negli Usa, è stata presentata lo scorso 18 ottobre presso il centro di test spaziali IABG di Ottobrunn, vicino a Monaco. Dall’11 al 13 novembre a Padova si svolgerà il meeting del team del Consorzio Metis.