L’avventura musicale di Andrea Tabacco comincia nel 2001 quando inizia a cantare e a scrivere canzoni con gli Elton Junk, il quartetto senese che compone nella quiete delle colline del Chianti “Moods”, il loro rivoluzionario debutto.
“Eravamo tutti amici e avevamo avuto già esperienze musicali in altri gruppi. – ci ha raccontato Andrea – Io al momento ero senza una band così mi chiesero di unirmi a loro. Mi ricordo che in quel periodo eravamo tutti presi da influenze simili e quindi venne fuori questa cosa un po’ Art Rock, fuori dai canoni della musica che andava a quel tempo. Io cantavo in inglese, era un tipo di musica che non si basava sul genere ma voleva unire tanti generi insieme a seconda del sentimento delle canzoni”.
Nel 2003 Andrea e gli Elton Junk si trasferiscono a Bologna e fanno uscire l’EP “Piss on a dead tree and watch it grow”. Collaborano con il centro sociale XM24 alla realizzazione concerti e sale prova autogestite, dando origine nel 2005 collettivo Frigotecniche che da dieci anni porta nella città artisti da tutto il mondo. Gli Elton Junk vincono le selezioni di Arezzo Wave poi firmano un contratto discografico con Forears Records che li accompagnerà per due dischi.
Successivamente nel 2011 Andrea decide di prendersi una pausa dagli Elton Junk e di esplorare nuove strade debuttando con un progetto solista.
“Nel mio nuovo progetto c’è sicuramente la voglia di cantare in italiano anche se per me è una sfida perché lo trovo più difficile rispetto all’inglese – ha proseguito Andrea Tabacco – lo faccio per essere più chiaro nella comunicazione. C’è anche la necessità di portare avanti un progetto da solo perché mi sentivo rallentato dal gruppo in un momento in cui volevo essere indipendente nella produzione musicale. Faccio tutto da solo scrivo le canzoni, gli arrangiamenti, le registrazioni, i video. Sicuramente è impegnativo ma mi ci trovo bene. Portarlo dal vivo non è stato semplice perché non mi piacciono i progetti di elettronica in cui si pigia un bottone e fa tutto il computer, volevo che fosse un’interazione dal vivo. Il mio computer ce la fa a stento a fare tutto quello che gli chiedo, ma si è rivelato un buon alleato.”
David Lynch raccontava che per trovare le idee bisogna andare a pesca. Anche io penso che sia così, la canzone ti arriva da un altrove, sta a te essere percettivo in quel momento
Nel 2018 arriva l’album “Tempeste Lunari” ho letto che è un disco dedicato all’universo femminile…
Non mi permetto di parlarne in maniera così esperta, però appunto è un universo che mi affascina. Credo che ognuno di noi abbia una parte maschile e una femminile. Ho visto dopo aver scritto quelle canzoni che era un tema ricorrente. Certo per me è un grande mistero l’universo femminile e quindi ho cercato di immergermi in una narrazione che non fosse quella classica del gruppo rock testosteronico, ma di andare a cercare atmosfere più soffuse e misteriose.
Ho notato che i testi delle tue canzoni sono sempre molto originali, diversi dalle classiche canzoni che parlano d’amore o di sfighe personali, tu cerchi di andare altrove
Personalmente nel momento in cui mi metto a scrivere il testo per me è sempre un evento straordinario. Di solito mi vengono in mente una parola o una frase, da cui poi costruisco tutto il resto della canzone. David Lynch raccontava che per trovare le idee bisogna andare a pesca. Anche io penso che sia così, la canzone ti arriva da un altrove, sta a te essere percettivo in quel momento. Non scrivo mai il testo prima svincolato dalla musica, parto da un beat poi vengono fuori degli accordi e lì magari succede che arriva la melodia, la parola e costruisco tutte le liriche. Viene tutto in maniera abbastanza alluvionale col tempo.
So che sta per uscire un tuo nuovo singolo, raccontami qualcosa di più
Uscirà a febbraio, lo so che è un mese un po’ così perché c’è il Festival di Sanremo, ma tanto non è che il mio pubblico sia quello sanremese. Si intitolerà “Multiverso” e parlerà della possibilità di cambiare la propria vita, cambiando la propria energia interiore e la nostra reazione alle cose che ci succedono di giorno in giorno. È un augurio a me stesso e agli ascoltatori, è una specie di portafortuna. Io credo nel potere delle canzoni di cambiarci la vita.
La musica per me sicuramente è un modo per poter cambiare le emozioni e entrare in mondi paralleli. Se ci pensi basta una canzone per cambiarti completamente l’umore della giornata e questo poter evocativo è difficile trovarlo in altre forme di espressione. Da qualche parte ho letto che la pittura è il mondo in cui l’essere umano cambia lo spazio, mentre la musica è il modo con cui l’essere umano decora il tempo. È impalpabile ma allo stesso tempo potente.
Prossimi progetti?
Ho un live con un progetto parallelo, un gruppo agli inizi che si chiama Gli Operai. Con loro farò una data al WIP di Terranova Bracciolini il 1° di febbraio e un’altra il 21 febbraio sempre nel senese. Siamo un trio e facciamo canzoni in italiano, la differenza per me è che qui mollo un po’ più le briglie sul lato della composizione musicale e mi concentro più sui testi. Si collega al mio progetto solista, è diverso ma siamo sempre sulla stessa linea come suggestioni.