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Il Sanremo dei record: è il festival di Carlo Conti nel segno della normalità

Al teatro Ariston la canzone è tornata protagonista senza monologhi e polemiche. Gli artisti toscani si piazzano tutti nei primi dieci posti

Carlo Conti – foto Rai 1

È stato il festival dei record. Sanremo 2025 ha fatto il pieno d’ascolto. Una scommessa, vinta, da Carlo Conti. Pochi avrebbero scommesso su un risultato di queste dimensioni dopo i numeri apparentemente insuperabili della precedente edizione con Amadeus. Il conduttore toscano è invece riuscito a conquistare gli ascolti, e non solo, con un festival snello, senza monologhi e polemiche.

Conti aveva promesso di far parlare la musica e la sua scelta è stata premiata dal grande pubblico. I picchi di ascolto sono arrivati già la prima sera con Jovanotti super ospiti, il top si è toccato il venerdì 14 con la serata dei duetti e la presenza tra l’altro di Roberto Benigni e logicamente sabato 15 per la finale alla proclamazione del vincitore, Olly, dopo il contestato verdetto della cinquina.

I picchi di ascolto del Festival

Durante la finale di Sanremo la diretta su Rai 1 ha ottenuto 13 milioni 427mila spettatori e 73,1% di share. Il picco di ascolto in termini di share, pari all’87,3%, è arrivato all’1.56, alla proclamazione del vincitore. In valori assoluti il picco è stato registrato alle 22.09, con 16 milioni e 700mila spettatori nel momento in cui Carlo Conti e Alberto Angela presentavano Francesco Gabbani.

Il successo dei toscani in gara

Risultato record anche per gli artisti toscani in gara: il secondo posto di “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi che vale una vittoria per il musicista maremmano, si completa con il 9° posto di Irama con Lentamente e il 10° di Francesco Gabbani con Viva la vita. Bene anche i toscani d’adozione Brunori Sas con l’albero delle noci e Simone Cristicchi con Quando sarai piccola.

Il festival all’insegna della normalità

Si è parlato di festival all’insegna della normalità. Carlo Conti, in conferenza stampa Rai ha spiegato: “Questa parola non mi da fastidio, io sono normale. Ognuno è com’è, il Festival l’ho fatto nel mio stile, con i miei pregi e con i miei difetti, in maniera normale. Credo che fosse importante far sentire la musica con pochi fronzoli ma con testimonianze forti, come quella di Edoardo Bove. E poi il messaggio del Papa, aver ricordato Fabrizio Frizzi. Se questo è normale, ben venga il normale”.

L’edizione 2026 già allo studio

Sul futuro Conti ha già le idee chiare: “La Rai mi ha chiesto di divertimi sul Festival di Sanremo per due anni come direttore artistico, poi deciderò strada facendo se il prossimo anno farò anche il conduttore o solo il direttore artistico. Vedremo, vedrò che idee mi verranno su chi potrà esserci insieme a me. Quest’anno ho voluto condividere la conduzione con tanti amici, vediamo come sarà il prossimo anno”.

Conti poi aggiunge: “Per me il festival è quello di Pippo Baudo, l’ho sempre fatto anche nel 2015, nel 2016, alla fine il Festival è una meravigliosa messa cantata, dove a volte puoi inserire una chitarra elettrica. Ci ha insegnato Baudo a farlo. Dove c’è un po’ di tutto, tanta buona musica. Spero che un po’ delle canzoni di questi Festival possano rimanere nel tempo”.

 

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