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Il ringraziamento del presidente Draghi ai volontari di Io Non Rischio

Il presidente del Consiglio: “Voi volontari siete la forza silenziosa dell’Italia che risponde ogni volta che c’è bisogno. L’Italia vi ammira e vuole imparare da voi. Grazie

La giornata di domenica 24 ottobre, dedicata alla campagna Io Non Rischio, si è aperta con il saluto del presidente del Consiglio Mario Draghi ai volontari di protezione civile che sono stati impegnati ad incontrare i cittadini per diffondere la conoscenza dei rischi e sensibilizzare le comunità sulle vulnerabilità dei territori.

Io non Rischio “E’ l’occasione per promuovere la conoscenza dei fenomeni naturali che colpiscono l’Italia e, in particolare, terremoti e alluvioni e per illustrare le buone pratiche da adottare per ridurre i rischi: si tratta spesso di semplici accorgimenti, cosa fare in caso di allerta, come riconoscere un’area a rischio, come rendere la propria casa più sicura e come prepararsi a una emergenza. Gesti piccoli ma che possono salvare vite, ha dichiarato il premier.

In Italia oltre il 90 per cento dei Comuni ha aree esposte al pericolo di alluvioni e frane. Il 41 per cento della popolazione risiede nelle zone a più elevata pericolosità sismica“, ricorda Draghi. “I danni causati dalle catastrofi naturali non si possono azzerare, ma si possono ridurre e si possono gestire. Per farlo è necessario l’aiuto e la preparazione di tutti. Il servizio nazionale della protezione civile da anni è fortemente impegnato sul fronte della prevenzione, studia e analizza i fenomeni naturali, individua gli interventi strutturali per ridurre i rischi sul territorio, pianifica come meglio fronteggiare le calamità“.

Per questo il presidente del Consiglio ha voluto “ringraziare il Dipartimento della Protezione civile insieme a tutti gli altri promotori e organizzatori di questa giornata e i tanti che hanno dedicato e dedicheranno oggi il proprio tempo e le proprie energie a questa importante iniziativa. Voi volontari siete la forza silenziosa dell’Italia che risponde ogni volta che c’è bisogno. L’Italia vi ammira e oggi vuole imparare da voi. Grazie“.

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