Ha scoperto cento minerali nella sua carriera da ricercatore. Ed è un record italiano che il professore universitario Luca Bindi, ordinario di Mineralogia, ha portato a Firenze. La cifra tonda è arrivata con la ferrofettelite, un materiale raro che lui ha individuato e caratterizzato. La storia di questo docente toscano – nato a Prato e cresciuto professionalmente a Firenze – inizia venti anni fa nel museo di Mineralogia dell’Università di Firenze. “Per otto anni ho lavorato lì, circondato da migliaia e migliaia di minerali, e ho coltivato la mia passione”, dice Bindi.
Ad oggi è il più prolifico ricercatore del settore in Italia ed è “tra i primi dieci al mondo che hanno descritto nuove specie mineralogiche”, spiegano dall’Ateneo fiorentino. Una fama riconosciuta nel mondo accademico che gli è valsa anche una dedica particolare. Il suo nome è stato dato, manco a dirlo, a un minerale: la “lucabindiite“.
I numeri della sua carriera
Dei 5.700 minerali conosciuti in natura, lui ne ha descritto circa il 2% . La maggior parte dei nuovi materiali è stata scoperta nel prezioso patrimonio delle collezioni del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino, un vero e proprio paradiso mineralogico con i suoi circa 50mila esemplari.
Il professore ha però un altro record: tra i cento minerali scoperti ve ne sono 13 extraterrestri (quasi il 3% dei 470 totali), individuati in frammenti di meteorite, tra cui gli unici due quasicristalli naturali documentati in natura, la icosahedrite e la decagonite. “Il frammento di materiale va caratterizzato da un punto di vista chimico – spiega Bindi – e se ci imbattiamo in una composizione mai trovata prima inizia un nuovo step che certifica la scoperta e ne evidenzia le caratteristiche e la disposizione degli atomi al suo interno”.
La scoperto della ferrofettelite
Il numero cento della sua carriera è la ferrofettelite, un solfosale di argento, raro, e sottotipo della già nota fettelite. È stato scoperto in un campione di roccia estratto nella miniera di Odenwald in Germania e depositato nelle collezioni mineralogiche dell’University of Arizona Gem and Mineral Museum, da dove è stato inviato a Firenze perché venisse studiato da Bindi. A certificare la scoperta è stata poi l’apposita commissione dell’International Mineralogical Association, che lo ha approvato, affinché venisse inserito nella lista ufficiale dei materiali naturali conosciuti dall’uomo.
“La scoperta, come tutte le altre, è importante perché ingrandisce il catalogo dei minerali conosciuti in natura – spiega ancora il professore – La ferrofettelite, come i nuovi minerali, verrà studiato per comprendere le sue caratteristiche e capire se la sua sintesi artificiale potrà portare a future applicazioni industriali. Ad oggi sappiamo che è un ottimo conduttore di elettricità”.